Ale Baronciani ha fatto un libro che sparirà

Lunedì sera, che era il 12 dicembre, in una delle librerie più belle di Bologna Alessandro Baronciani ha parlato con il professore Alberto Sebastiani del suo ultimo lavoro, Come svanire completamente (autoprodotto, 2016).

Ale Baronciani è un illustratore e fumettista e grafico piuttosto noto in Italia, per le proprie opere (La distanza è dell’anno scorso ed è stato cocreato con Colapesce) e per le collaborazioni con una bella fetta della musica italiana. Magari vi ricordate quest’edizione del Miami, seguite La Tempesta, avete acquistato l’edizione dei dieci anni dell’etichetta To Lose La Track. Oltre a disegnare le grafiche per molti gruppi, la musica la fa anche: con gli Altro e i Tante Anna.

Ale Baronciani e Alberto Sebastiani

Ale Baronciani e Alberto Sebastiani

La parola tra parentesi appena dopo il titolo, «autoprodotto», è la chiave per capire che tipo di progetto è (stato) quello di Baronciani. Come svanire completamente è passato dallo stadio di idea a quello di oggetto concreto grazie al crowdfunding e, ancora prima, al rapporto diretto tra autore e lettori. Baronciani non sapeva come sarebbe risultato, alla fine, questo libro (una parola da usare con una certa cautela, c’è da dirlo), che forma avrebbe acquisito attraverso e durante le fasi di realizzazione: a conti fatti, era improponibile a una casa editrice o un agente. «Poteva interessare solo al lettore» ammette, ed è a lui che si è rivolto direttamente, creando un sito e una campagna di crowdfunding fatta su misura: in base alla donazione, Come svanire completamente sarebbe arrivato con una serigrafia limitata, una tavola originale firmata, un ritratto. Tutte le copie, però, avrebbero contenuto i nomi di chi aveva sostenuto il progetto. È stata usata un’espressione molto bella per parlare, durante l’incontro, di questo processo di nascita, che è «responsabilità collettiva».

L’autore è diventato una fabbrica: ha seguito il processo nello scatolificio, dalla scelta della carta allo sviluppo del cofanetto, ha passato molto tempo in tipografia, ha studiato alla perfezione l’assemblamento delle parti, ha chiesto aiuto agli amici e poi agli amici degli amici e poi agli ex professori, mobilitando chiunque per avere una mano con gli scatoloni da spedire. Baronciani ha raccontato che, alla fine, l’assessore di Pesaro (che è la città di Alessandro e anche il luogo dove è stato incubato e creato il libro) ha definito Come svanire completamente «un prodotto tipico regionale».
In un certo senso, è riuscito a ribaltare il processo di nascita di un’opera: prima se ne è parlato, poi lo ha venduto, poi lo ha disegnato e infine lo ha spedito.

«La cosa più difficile è stato decidere di partire.»

progettoLo intravedete qui sopra in fotografia, proprio in primo piano: Come svanire completamente è in realtà una scatola. Una custodia, per dirla meglio, perché protegge all’interno dei pezzi che vanno rimessi a posto: quaranta fascicoli a fumetti, una mappa, alcuni scontrini, delle fotografie, la fattura di un trasloco.

«Dopo aver finito tutti gli episodi del libro mi sono fermato e ho pensato: e ora che cazzo faccio?» dice Alessandro ridendo, ma in effetti, in un certo senso, la fatica di Come svanire completamente non era ancora nemmeno iniziata. La storia era lì, ma non succedeva. Ha deciso allora di inviare tutto a dei lettori beta, che hanno sperimentato il funzionamento − creandolo, in un certo senso − di Come svanire completamente.  Ha raccontato che alcuni gli hanno proposto di lasciar perdere, altri erano davvero entusiasti, ma soprattutto, in questo processo, ha scoperto una cosa molto bella: «Per alcuni il mio libro è un po’ come un episodio di Black Mirror: ci pensi ancora il giorno dopo».

Sebastiani ha aperto il cofanetto e ha cominciato a spiegare quello che racconta questa storia: è un viaggio nella memoria che si svela per epifanie e che sfrutta la narrazione non lineare, coinvolgendo il lettore in prima persona, a cui è delegato il potere di fare la storia. Si tratta del procedimento che si incontra con i librigioco e il gaming in generale e che conosce qualche precedente anche in letteratura, come S. o la nave di Teseo di J. J. Abrams (nominato da Sebastiani − e l’ha fatto anche durante la mia seduta di laurea, un anno e un mese fa quasi preciso, ma non so se se lo ricorda. Ciao prof!).
A questo, si uniscono anche due fatti che Baronciani stesso ha sperimentato. Prima di tutto, ha raccontato come è iniziato il suo lavoro come fumettista: «Disegnavo e spedivo le mie storie tramite posta soltanto a chi si abbonava ai miei fumetti. Gli abbonati mi mandavano le lettere e un po’ alla volta le loro storie diventavano parte del mio fumetto». Ancora prima, però, era successa questa cosa: un suo amico a un capodanno, quando erano giovani giovani, aveva baciato una (che chiameremo Tabalda Paoli), cosa per la quale Baronciani l’aveva preso in giro un bel po’, fino a quando un altro amico non gli disse una cosa come «Proprio tu parli che sei andato con la Federica!» Momento di panico: Ale non si ricordava assolutamente di questa cosa. Questa memoria selettiva, che diventa la realtà per una persona ma non lo è per un’altra, ha cominciato a intrigarlo.

Qual è, intanto, la storia che racconta questo libro? È quella di un ragazzo e una ragazza. Il primo la ama molto, la seconda vuole svanire completamente.

«Ah, io lì ci sguazzo… Nelle storie d’amore che non lo sono.»

Non si tratta di un giallo, anche se si parla di sparizioni. Si tratta di una ricostruzione, quello sì: di quello che è successo, di quello che forse è successo − in un certo senso questa storia ruota attorno a il ricordo che è come vuoi tu. E al fatto che «raccogli cose per mesi e mesi, tieni da parte scontrini e biglietti di mezzi perché ti ricordano cose bellissime, e poi dopo un po’ ritrovi la busta in cui hai conservato il tutto, guardi questi pezzetti e pensi… Ma che cazzo?».

Ovviamente, poi, qualcuno ha chiesto notizie e chiarimenti del titolo, che è praticamente questa canzone. E Ale Baronciani ha raccontato che si era abbastanza innamorato di questa ragazza («di solito non bisogna provarci con le ragazze fidanzate» è il saggio consiglio che ha lasciato alla platea) e anche lei sembrava abbastanza presa, fin quando non gli ha mandato per mail il testo della canzone. «Penso volesse chiudere, a questo punto», ma la cosa è rimasta lì a girargli in testa per un bel po’, ed è arrivata a essere, magari solo in una piccola parte, anche questo libro, anche perché «quella storia era un po’ come le onde».

Anche la possibilità di comprare il libro è praticamente svanita. Prodotto in tiratura limitata e soltanto nelle copie ordinate durante i mesi di crowdfunding, esisterà nelle librerie e sui tavolini di chi ha contribuito a farlo nascere. Se siete molto fortunati, però, potete trovare qualche copia rimasta qua e là, in alcune librerie.

«Mi sono messo a fare fumetti perché  le cose andassero come volevo io.»

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Dove trovare Ale Baronciani (lui non scompare, si spera): facebook, blog, comesvanirecompletamente, gli Altro, i Tante Anna.
Mi raccomando, passate alla Modo Infoshop

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