Giuseppe Veneziano – L’arte come espediente per provocare

Probabilmente vi sarà capitato di vedere su internet delle immagini provocanti e ironiche, illustrazioni in cui personaggi fittizi (Disney, DC Comics, Marvel) e personalità politiche e/o religiose si trovano insieme in atteggiamenti che l’etica considera poco consoni, relegandoli in quell’oceano di tabù in cui nuotare ci piace. Tra queste illustrazioni, per esempio, c’è una riproduzione de L’ultima cena di Leonardo da Vinci in cui Gesù e gli apostoli si trovano a scattarsi L’ultimo selfie, che è anche il titolo dell’opera. L’artista in questione è Giuseppe Veneziano, ben noto nel mondo dell’arte per avere destato scandali con le sue opere in cui la provocazione è la protagonista assoluta.

L'ultimo selfie 2015

Giuseppe Veneziano, classe ’71, nasce a Riesi (CL) e si laurea in Architettura presso l’Università di Palermo. Dopo un breve soggiorno a Bologna, torna a Riesi per aprire uno studio di architettura e – in concomitanza – realizza vignette e illustrazioni per alcuni quotidiani regionali. Nel 2002 si trasferisce definitivamente a Milano. Nel 2004, Veneziano comincia a farsi notare dai media: lo scrittore Andrea G. Pinketts gli permette di esporre presso un locale milanese e – negli stessi giorni – un altro artista parecchio provocatorio, Maurizio Cattelan, realizza di fronte al locale l’installazione di fantocci impiccati. Veneziano, allora, appende accanto ai fantocci il ritratto di Cattelan con un cappio al collo. Questo, in realtà, è solo l’inizio. Nel 2006, Veneziano espone una mostra intitolata American Beauty presso la galleria Luciano Inga Pin a Milano. L’opera che desta scalpore e che fa intervenire personalità importanti (Dario Fò, il Ministro Calderoli e anche critici d’arte come Philippe Daverio e Flavio Caroli) è il ritratto della scrittrice Oriana Fallaci che nell’opera è decapitata. La stessa scrittrice, allora ancora in vita, cerca di far inquisire l’artista per istigazione all’omicidio.

Nel 2009, Veneziano realizza un’opera intitolata Novecento in cui Hitler, Stalin, Mussolini e Berlusconi si trovano in unaNovecento sorta di Arcore in compagnia di pornostar e personaggi del fumetto. L’opera, tra l’altro, viene realizzata poco tempo prima dello scandalo che vede protagonista Berlusconi e i festini nella sua villa ad Arcore. Tuttavia, lo scandalo maggiore a cui l’arte di Veneziano è sottoposta riguarda l’opera La Madonna del Terzo Reich, esposta prima alla Fiera d’arte di Verona e poi alla prima mostra antologica di Veneziano, intitolata Zeitgeist e ospitata dal Comune di Pietrasanta (LU). Il quadro ritrae una Madonna che tiene in braccio un piccolo Hitler. L’opera desta scalpore madonna del terzo reichper il tema religioso legato alla figura hitleriana, un quadro in cui sacro e profano si abbracciano. Già alla Fiera d’arte di Verona, il Sindaco e il Vescovo di Verona chiedono la rimozione del quadro a cui Veneziano risponde con una protesta atta a rivendicare la libertà d’espressione. Anche nel territorio toscano, l’opera è soggetta al ritiro, chiesto espressamente dal Vescovo di Lucca e dall’Arcivescovo di Pisa. In quel caso, il Sindaco di Pietrasanta, nonostante la rimozione dell’opera, non chiude la mostra di Veneziano. Come era accaduto per gli scandali precedenti, il dibattito si accende e vede due schieramenti, uno che appoggia il pittore e l’altro che lo contesta. Tra i sostenitori di Veneziano ci sono Aldo Busi, Vittorio Sgarbi, Moni Ovadia.

Negli ultimi anni, Giuseppe Veneziano ha continuato a lavorare senza destare troppa attenzione all’opinione pubblica e interessandosi, invece, a temi caldi che riguardano la nostra società: Veneziano passa dalla politica alla religione, dall’omosessualità ai fatti di attualità, mescolandoli fra di loro. I suoi dipinti spesso riprendono opere dell’arte moderna come i famosi angioletti della Madonna Sistina dipinta da Raffaello (ma nel quadro di Veneziano i due angioletti sono accompagnati da una bottiglia edante apple un bicchiere di birra). I colori dominano sulle tele dell’artista, sono sgargianti, accesi, vivi. Tra le ultime opere di Veneziano non poteva mancare la tecnologia da cui (quasi?) tutti, oggi, siamo dipendenti. Ed ecco Dante che utilizza un Mac, Van Gogh che scatta un selfie e degli uomini che attraversano la strada (di certo una ripresa della copertina dell’album Abbey Road dei Beatles) senza guardare ai lati perché troppo occupati a giocare a Pokemon Go.

I quadri di Veneziano provocano di certo riso e indignazione (quest’ultima nei più puritani, ovviamente), ma hanno la capacità di fare riflettere. Veneziano non dipinge soltanto con pennelli e colori, ma con una sincerità disarmante, senza troppo preoccuparsi di ciò che verrà detto. Del resto, lo scriveva anche Oscar Wilde: «There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about».

Tutte le immagini sono state prese dalla galleria sul sito di Giuseppe Veneziano.

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