Papaya salad – Viaggi e tradizioni

A fine settembre è uscito Papaya salad, graphic novel d’esordio di Elisa Macellari, illustratrice italo-thailandese che lavora per case editrici e riviste nazionali ed estere come The New York Times, Donna Moderna, Feltrinelli, Mondadori, Il Battello a Vapore, Spazio Mag e molti altri.

La storia di Papaya salad è ispirata a una storia vera che l’autrice ha avuto modo di ascoltare da bambina e di leggere in un diario che ne raccoglieva la testimonianza. Nel prologo, la protagonista bambina va in Thailandia a trovare gli zii. Fin da subito si trova a contatto con una realtà diversa, attraverso le espressioni facciali disegnate si nota lo stupore e la curiosità che accendono i bambini. Ma i bambini, lo si sa, si lasciano emozionare anche dai racconti ed è proprio un racconto quello che Elisa Macellari trasporta sulle pagine del fumetto.

Arrivata a casa degli zii, Elisa e i suoi genitori si accomodano per la cena. Sulla tavola imbandita, c’è una pietanza particolarmente speciale (e tipicamente thailandese) che ispira lo zio Sompong a trovare le parole per raccontare a Elisa il suo passato: la papaya salad. Ed è da lì che Sompong parte, «sai avevo la tua età quando ho mangiato per la prima volta la papaya salad», che suona come un moderno “c’era una volta”.

Sompong inizia a narrare la storia della sua vita, piena di tribolazioni e segnata dai viaggi. Fin da piccolo, infatti, Sompong e la sua famiglia viaggiarono: partirono da Udon Thani fino a Loei, dove il padre di Sompong avrebbe preso servizio come sceriffo del distretto. Il piccolo Sompong dà al lettore l’impressione che sia un ragazzo con la testa sulle spalle, affezionato alla famiglia e più adulto e maturo di quanto dovrebbe essere alla sua età. Qualche anno dopo, Sompong parte alla volta di Bangkok dove i suoi genitori lo affidano ad amici di famiglia in modo da fargli avere un’istruzione migliore. Lontano dalla famiglia, Sompong vive e percepisce la distanza e la mancanza, la solitudine. Nonostante sia eccellente negli studi, non vuole fare medicina come vorrebbe suo padre. Sompong ama le lingue straniere e vorrebbe studiarle. Così, decide di arruolarsi nei corpi giovanili dell’esercito perché l’accademia militare è l’unica scuola che assegna borse di studio all’estero. Sompong vince la borsa di studio e viene inviato in Italia. Ma ci si trova nel 1940, sono gli anni della guerra, della povertà, della distruzione. Tra i tanti avvenimenti, per esempio, Sompong ascolta il discorso di Mussolini il 10 giugno del 1940 dai balconi di Palazzo Venezia.

Nonostante la guerra, Sompong non smette di studiare, anzi. Riesce a diplomarsi in Italia a 25 anni e viene trasferito all’ambasciata thailandese di Berlino per aiutare i connazionali nelle pratiche di espatrio. Nelle parole scelte da Elisa Macellari, si rileva e si rivela il dolore e il vuoto che la guerra aveva portato con sé: «Quando arrivai a Berlino, alla Anhalter Bahnhof non trovai nessuno ad aspettarmi. Solo grandi buchi nel soffitto. Edifici semidistrutti. E strade deserte».
Prima di tornare a Bangkok, altri viaggi attendono Sompong: il più importante è sicuramente quello a Vienna, dove conosce Lek, figlia dell’ambasciatore Wan Chansook, e futura moglie di Sompong.

Gli orrori della guerra erano ovunque… Tornarono fuori le mie paure più profonde… Mi chiesi mille volte se le scelte che avevo fatto fino ad allora fossero giuste.

A racconto finito, si rimane a bocca aperta e con una sensazione pesante addosso per il vissuto tragico ma pieno dello zio Sompong. C’è uno sguardo agli orrori della guerra, al Giappone che costringe la Thailandia ad allearsi per entrare in guerra con i Paesi dell’Asse, alla dolorosa consapevolezza del male della bomba atomica, ma non solo. Leggere il racconto di Sompong a Elisa, riporta il lettore ai momenti riservati e propri di quando i familiari narrano vicende accadute durante la loro vita.

Il finale – che non vi svelo – è uno dei momenti più alti del graphic novel, una sequenza che raccoglie il senso della famiglia, delle tradizioni da tramandare e degli affetti.

Uno degli ingredienti fondamentali della papaya salad

Papaya salad è il graphic novel d’esordio di Elisa Macellari e, si spera, il primo di tanti. L’autrice dimostra già una certa maturità non soltanto nel disegno dai tratti morbidi e dettagliati, ma anche nella narrazione.

Ero sospeso a metà. Ed era una sensazione incredibile. Ancora non lo sapevo, ma sarebbe diventata una condizione ricorrente nella mia vita.

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