Emiliano Pagani/Bruno Cannucciari: Kraken. Il sonno della ragione genera mostri (abissali)

In questa puntata esploreremo

le profondità marine e quelle del nostro inconscio

alla ricerca del Kraken e

di altri inquietanti mostri misteriosi.

A pronunciare questa frase è Serge Dougarry, noto presentatore di documentari in tv – un incrocio tra Alberto Angela, per il physique du rôle, e Roberto Giacobbo, per l’allusione a teorie misteriose. Così infatti iniziavano tutte le sue trasmissioni, ma adesso è caduto in disgrazia e la sua prima apparizione nelle pagine di questo Kraken (Pagani/Cannucciari, Tunué 2017) ce lo presenta con un’aria tutt’altro che realizzata, perso a riguardare la propria immagine nello schermo della tv. Quand’ecco che una presenza lo richiama all’azione: a bussare alla sua porta è Damien, ragazzino cresciuto con i programmi di Serge, che lo implora di aiutarlo in un’impresa: catturare un kraken. Serge non crede al ragazzino, ma cede alle suppliche di sua madre e decide di aiutarlo.

Si reca quindi a Selalgues, il paese sulla costa in cui abitano Damien e la madre, e scopre che l’ossessione del ragazzo riguarda l’intera comunità. Infatti l’esistenza del Kraken, tutta da dimostrare, è una storia dietro  cui si cela il vero dramma: la scarsità di pesce che mina alla base l’economia del villaggio, interamente basata sullo sfruttamento dell’animale. È così che il pensiero razionalista di Serge si scontra con la mentalità conservatrice e superstiziosa degli abitanti di Selalgues, i quali addossano la colpa delle loro sfortune alla maledizione incarnata da Damien, unico sopravvissuto in un naufragio in cui hanno perso la vita il padre e il fratello.
Quello che Serge scoprirà con le sue indagini però sarà ancora più tragico, un abisso così oscuro che nessun lume della ragione potrà mai rischiarare.

Emiliano Pagani è noto al pubblico per le sue opere firmate in coppia con Daniele Caluri, come l’irriverente e anti-clericale Don Zauker, pubblicato sul Vernacoliere, e lo sgangherato Nirvana, serie edita da Panini Comics. Con questo fumetto dimostra di saper far valere la sua cifra autoriale anche in un campo più “maturo”, diverso. Kraken infatti è totalmente drammatico, concede ben poco al suo tipico umorismo di matrice picaresca e sconclusionata. Pagani dimostra però di saper andare oltre la sua solita cifra stilistica e riesce a imbastire una sceneggiatura intensa e toccante, in cui il personaggio principale è credibile e sincero. Proprio Serge Dougarry è il punto di forza di quest’opera, in quanto uomo che esprime una critica sociale all’oscurantismo e ai pregiudizi dei sempliciotti, tema tipico nelle opere di Pagani, ma allo stesso tempo capace di compassione e di altruismo di fronte al dolore altrui, come nelle pagine che seguono lo scioccante colpo di scena.
Ottimo anche il lavoro di Bruno Cannucciari, disegnatore di lunga data di Lupo Alberto, che qui accompagna sapientemente la sceneggiatura di Pagani, rendendo realistica e carica ogni scena, anche tramite un interessante gioco di inquadrature. Il suo tratto però non si limita a questo, ma dà sostanza e impatto con splash page disseminate senza esagerare nei momenti topici del racconto.
Grazie all’unione dei loro sforzi, Kraken diventa un’opera che parla al lettore per molto più tempo di quello che serve a leggere le 96 pagine da cui è composta.

Mattia Rutilensi

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