“I fratelli Michelangelo” e gli altri romanzi di Vanni Santoni

Ho scoperto la produzione letteraria di Vanni Santoni nel 2012, divorando in una giornata Personaggi Precari¸ il suo primo libro, una raccolta di epigrammi che in poche righe, se non in poche parole, descrivono istanti, o intere vite, di centinaia di personaggi. Colpito dall’originalità del progetto, negli anni ho continuato a tenere d’occhio l’autore leggendo quasi tutti i suoi romanzi. Non potevo quindi farmi sfuggire l’uscita per Mondadori de I Fratelli Michelangelo, ultima fatica dell’autore toscano; avevo grandi aspettative e il libro non mi ha deluso.
Scendiamo però nei dettagli.

Ci sono quattro, anzi cinque, fratelli: Aurelia, Louis, Cristiana, Rudra, Enrico. C’è un solo padre: Antonio Michelangelo, che in tarda età li richiama tutti a Vallombrosa, località montana della Toscana. Aurelia declina l’invito, mentre gli altri tornano dalle diverse parti del mondo (Londra, Stoccolma, Tel Aviv, Bali) perché sospettano che ci sia qualcosa di grosso dietro: un’eredità, una confessione, il tentativo di fare pace con il passato. E del resto questa sensazione potrebbe essere più che giustificata se si considera che Antonio Michelangelo non è uno qualunque: nato nel 1930, nel 2007, anno in cui si svolge la storia, ha ormai vissuto le più diverse vite lavorative e sentimentali: ingegnere, dirigente d’azienda, scrittore, regista, incisore e anche guru; padre premuroso, capofamiglia, fedifrago, assente e adultero.
I cinque fratelli invece hanno storie differenti: Aurelia, 55 anni, è una donna matura fino all’austerità, sposata da giovane con un uomo più vecchio, lavora come medico a Milano; Louis 35 anni, vive nel Sud-Est asiatico e si barcamena tra tentativi di business più e meno leciti; Cristiana, 29 anni, è un’artista contemporanea dotata di grande talento ma senza successo; Rudra, 27 anni, ha abbandonato l’università a pochi esami dalla laurea ed è andato a vivere in Svezia con il marito Mats; Enrico, 26 anni, l’unico che non sa di essere figlio di Antonio Michelangelo, vive a Roma dove insegna Italiano in uno squallido corso per turisti.
Ciò che i quattro troveranno a Vallombrosa, dopo aver ripercorso con dei flashback la loro vita finora, è quanto di più imprevisto si possa immaginare…

Ma chi sono in fin dei conti questi fratelli Michelangelo? Proverò a raccontarli con un gioco letterario: ogni descrizione delle loro personalità richiama anche un aspetto di un precedente romanzo dello stesso autore.

Cristiana (Terra Ignota I&II): Terra Ignota è un fantasy in due volumi, in cui Ailis, una giovane che vive in un’isola, decide di partire per ritrovare la sua migliore amica Vevisa, rapita da uno squadrone di cavalieri che ha attaccato il suo villaggio e sterminato la sua gente. Durante il suo viaggio scoprirà la vastità del mondo e come il destino abbia previsto per lei un ruolo fondamentale nel futuro di tutte le terre emerse.

Cristiana è come Ailis, ha una grande forza creatrice dentro di sé, ma non ha imparato a padroneggiarla. È capace di azioni grandiose, che le valgono il plauso di chi le sta intorno; se solo avesse più fiducia in sé potrebbe conquistare il mondo intero. Nonostante abbia girato tutto il continente e oltre, la sua vera svolta arriverà dopo un breve ritorno nella zona dove è cresciuta.

Rudra (La stanza profonda): La stanza profonda è un ibrido romanzo-saggio, in cui la vicenda di un gruppo di amici che per vent’anni si ritrova a fare un gioco di ruolo diventa lo spunto per alcune analisi e digressioni sul senso della cultura ludica e della vita in provincia.

Rudra da bambino praticava il karate, era bravo e arrivò anche alle nazionali. Poi le delusioni, il coming out, i primi amori e le risse, perfino un processo. Ma era lui davvero o solo una sua interpretazione? Perfino per i suoi familiari è sempre stato un enigma. Di tutti i suoi ruoli però, qualcosa gli è rimasto addosso, una posa verso il mondo che al momento opportuno ritornerà fuori.

Louis (L’impero del sogno): L’impero del sogno è il prequel di Terra Ignota, ma è una storia che funziona anche da sola. Racconta infatti di Federico Melani, già personaggio de Gli interessi in comune (altro libro di Santoni), che si trova a fare un sogno estremamente vivido e seriale in cui, tra mille creature di fantasia, gli viene affidato il compito di proteggere l’Imperatrice, una bambina magica, il cui compito sarà di generare quel mondo che poi diventerà Terra Ignota.

In India, terra dalle mille divinità, Louis inizia un’attività basata più sulla fantasia che sulla realtà, barcamenandosi tra un mondo e l’altro. Presto però capisce che questa via di mezzo non può andare e si lancia in prima persona nell’impresa, diventando trafficante di droga. Messo di fronte alle sue responsabilità e ai rischi del mestiere, farà di tutto per cercare di salvare chi gli sta a cuore ed evitare le visioni che lo perseguitano nel sonno.

Enrico (Personaggi Precari): Oltre alla forma in epigrammi, i Personaggi Precari sono accomunati, tra le altre cose, da una grossa discrepanza tra il pensiero e la realtà effettiva.

Enrico è stato studente di lettere, poi dottorando, poi insegnante di italiano alle americane ubriache a Roma: un lavoro così squallido che non riesce neanche a prendere in modo ironico. Donnaiolo impenitente, sogna l’amore vero che dia un senso alla sua vita. Alla morte del genitore cerca le sue radici ebraiche, ma scava nel terreno sbagliato: il suo vero padre è infatti Antonio Michelangelo.

Antonio Michelangelo (In territorio nemico): In territorio nemico è il libro risultante dal progetto SIC- Scrittura industriale collettiva, ideato e coordinato da Vanni Santoni e Gregorio Magini. Questo romanzo racconta l’Italia dopo l’8 settembre del ’43 attraverso tre figure che subiscono le conseguenze dell’armistizio.

La Resistenza, uno dei miti fondativi del nostro paese. Ma cos’è stata davvero? Molti di quelli che vi hanno partecipato l’hanno raccontata, ma tanti altri sono quelli che la contestano, che al giorno d’oggi vorrebbero superare quel tempo e quelle lotte. Anche Antonio Michelangelo ha detto la sua su quel periodo, soggetto del suo unico romanzo Serpi di terrabassa, un testo non autobiografico ma presto preso come tale, interpretazione che lui non ha mai negato.

Tornando quindi ai Fratelli Michelangelo, come descrivere questo libro? Nelle circa seicento pagine che lo compongono mescola vari stili e modi di esistenza, mettendoli tutti a confronto; ha inoltre una mimesi del parlato eccellente, un bagaglio d’intertestualità notevole, contiene dramma e commedia in gran quantità, nonché agganci a diverse tradizioni religiose. E tutto questo materiale è tenuto insieme con un’architettura ferrea ma non ingombrante, che quasi non si nota mentre si legge. Perciò lo ritengo un romanzo molto riuscito, che in un certo senso tira le somme di tutta la produzione dell’autore, ma che consiglierei anche a chi non avesse mai sentito parlare di Santoni.

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