Musica sull’abisso – Da Monterocca al liceo Cicerone

Il latino è sempre stato una delle mie materie preferite, a partire dalle scuole medie dove la mia adorata insegnante di italiano ci dava qualche lezione in vista della scuola superiore. Ricordo ancora un’estate a Barcellona con il vocabolario vecchio della zia e le versioni fatte in campeggio: la traduzione dal latino all’italiano mi ha sempre rilassato.

Ho ripensato a tutto questo quando ho iniziato a leggere Musica sull’abisso di Marilù Oliva, secondo romanzo che vede come protagonista l’ispettrice Micol Medici, edito da HarperCollins, perché nel romanzo il latino è preponderante ed è legato al macabro, alla mitologia e alla morte.

Dopo aver risolto il caso delle “spose sepolte”, Micol Medici torna a Bologna, più propositiva che mai. L’ispettrice ha, infatti, chiesto e ottenuto il trasferimento alla Sezione Omicidi… Peccato che si ritrovi come collega Iacobacci, già suo collega ne Le spose sepolte: un uomo che Micol non sopporta per i suoi modi di fare infantili e meschini. Iacobacci è il tipico esempio di una società maschilista che non accetta che una donna possa avere, in ambito lavorativo, una carica più alta della sua.

In questo romanzo Micol passa dal fresco di Monterocca ai corridoi e alle aule del liceo Cicerone, una scuola per figli di famiglie altolocate e abbienti. La sorella di Gwendalina Nanni, una donna morta in circostanze misteriose il cui caso è stato archiviato come suicidio, si presenta alla sezione Omicidi di Bologna convinta che la sorella non si sia suicidata e fa luce su alcune strane coincidenze: Gwendalina è morta proprio come tanti altri suoi ex compagni di classe. Morti capitate per caso, apparentemente slegate fra di loro: un incidente in auto, un arresto cardiorespiratorio, overdose… tutte lo stesso giorno, il 21 febbraio, ma di diversi anni.

Micol e i suoi colleghi sanno che così tante coincidenze non possono coesistere davvero e, facendo qualche ricerca, scoprono che proprio il 21 febbraio di molti anni prima, Lorenzo, uno degli alunni della classe maledetta, è scomparso. Micol inizierà le indagini proprio dal liceo Cicerone, interrogando la professoressa di latino che in quella classe aveva molti pupilli, veri e propri latinisti a suo dire. Inoltre, intrecciando gli indizi e le prove, Micol si imbatterà in una canzone in latino, cantata da una studentessa di quella classe: Mors mortis. Una canzone che, tradotta, farà emergere altri sospetti e intuizioni che porteranno Micol a collegare tutti gli eventi legati da questo fil noir.

Proprio come Le spose sepolte, anche Musica sull’abisso è un romanzo corale: anche qui ritroviamo capitoli scritti in corsivo in cui gli alunni della classe del liceo Cicerone prendono la parola e raccontano gli attimi vissuti prima della morte, dando qualche indizio criptico al lettore. Questa volta Oliva dedica un’attenzione particolare alle vittime affinché venga fatta giustizia e non vengano dimenticate. Inoltre, ritroviamo una delle tematiche portanti del romanzo precedente: una lotta al maschilismo che, con il silenzio e l’indifferenza, continua a farsi strada nella società di oggi. C’è una parte del romanzo che ho apprezzato molto perché dà da pensare: il capo di Micol, il vicequestore Giuseppe D’Aquila, a un certo punto le dice che lei e Iacobacci devono andare d’accordo. Ecco, è come se l’ostentata antipatia di Iacobacci nei confronti di Micol non venga vista come un problema, ma come una sciocchezzuola. Ed è una cosa su cui bisogna riflettere.

Un thriller ingegnoso, dai toni cupi, dominato dalla sete di giustizia e ambientato nella suggestiva Bologna (che è la mia città del cuore e, quindi, lo so, sono di parte). La bravura di Marilù Oliva si denota come sempre dall’armonia della storia, dalla caratterizzazione dei personaggi (torna anche la Circassa che nel precedente romanzo avevo adorato) e dal calibro dei dialoghi, mai troppo lunghi, mai troppo corti. Caldamente consigliato!

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