Stagione di caccia: il bosco fa paura, gli uomini di più

Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari, già autori di Kraken , tornano a fare coppia per un nuovo fumetto, sempre pubblicato da Tunuè: Stagione di Caccia.
Proprio un cacciatore è il primo personaggio che appare, Giorgio, ritratto mentre racconta a un pubblico fuori pagina storie sulla caccia. Dopo un paio di aneddoti però la scena si allarga e scopriamo chi c’è ad ascoltarlo.

© Tunué

Dell’interrogatorio di Giorgio non sapremo più nulla per molto tempo ancora. Poco dopo conosceremo però Tiziana, Emma e Giulia, tre donne che vivono nello stesso paese di Giorgio ma ai margini del bosco, gestendo una piccola produzione di frutta e verdura a km 0; tre donne gentili, intelligenti, progressiste che si impegnano nel sociale e si battono soprattutto per l’integrazione degli immigrati, spesso guardati male in paese, specie da Giorgio e dal suo gruppo di cacciatori, uomini rudi, attaccati alle tradizioni e spaventati dal diverso. Il conflitto latente tra le due visioni del mondo diventa esplicito quando arriva in paese la notizia di una rapina a una villa vicina. Il gruppo di cacciatori parte in cerca dei ladri, con l’intento di farsi giustizia da soli, mentre le tre donne cercano di dissuaderli, in nome di un principio di giustizia e misericordia.

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Con queste premesse il dramma sembrerebbe già servito. Le paladine del bene, portatrici di razionalità e compassione, contro le forze oscure, uomini ignoranti e in preda ai bassi istinti. Pagani però dimostra ancora una volta grande maestria narrativa, senza scegliere la soluzione più facile. Stagione di caccia diventa presto una storia imprevedibile, in cui niente è come sembra e in cui le distinzioni tra buoni e cattivi sfumano fino a mettere sullo stesso piano tutti i personaggi, ugualmente colpevoli. Una storia a tinte fosche, senza redenzione, che costruisce sofisticate atmosfere horror senza dover ricorrere a espedienti splatter di bassa lega. In questo è fondamentale il disegno di Cannucciari, qui meno “grandioso” che in Kraken, ma capace di condensare, allo stesso modo in paesaggi naturali e primi piani umani, l’oscurità che è in agguato dietro ogni cosa.

© Tunué

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