A Tropismi non si scherza un c***o – Intervista a Guido Catalano

Guido Catalano nasce nel 1971 a Torino, ha pubblicato sei libri di poesie con la casa editrice Miraggi Edizioni, gli ultimi due (Ti amo ma posso spiegarti e Piuttosto che morire m’ammazzo) hanno venduto circa 20.000 copie. Collabora con Smemoranda, ha un blog su Il fatto quotidiano, da poco lavora anche per Linus nella sezione “La posta del cuore” con Marco Cazzato. Ha, inoltre, una rubrica settimanale nel programma radiofonico Caterpillar su Radio 2. 12705613_10208378910408534_4837971460488057473_nAnnualmente, tiene circa 350 reading delle sue poesie in tutta Italia.

L’11 febbraio 2016 è stato pubblicato da Rizzoli il suo primo romanzo: D’amore si muore ma io no, accolto positivamente dai fans che hanno pubblicato sui social network tantissimi #bookface con il romanzo di Catalano. D’amore si muore ma io no è un romanzo d’amore in cui, però, il primo bacio arriva soltanto a pagina 225! La storia è autobiografica, anche se il protagonista si chiama Giacomo e non Guido. Il protagonista, come Catalano, vive a Torino, lavora in un ufficio e nel tempo libero scrive poesie che poi recita pubblicamente nei locali.  In partenza per uno dei suoi viaggi, Giacomo incontra sull’aereo Agata, un’aracnologa, e si innamora di lei. catalanoComincia così questa storia d’amore, con tutte le sue fasi a partire dal primo appuntamento, passando per il primo bacio (a pagina 225!) e giungendo ai problemi di coppia, il tutto intercalato da simpatiche scenette quotidiane e rubriche ironiche come “La posta del colon”. Durante la presentazione del romanzo alle Librerie Coop Ambasciatori di Bologna, in data 4 marzo 2016, Roberto Mercadini, amico di Catalano e co-presentatore del romanzo, ha sottolineato il “simpatico siparietto dei genitori” all’interno del romanzo, poiché di loro non c’è traccia nelle poesie, maggiormente d’amore, che Catalano scrive.

In occasione del suo primo romanzo, sono riuscita a fare qualche domanda a Guido Catalano che ringrazio prima di lasciarvi all’intervista.

D’amore si muore ma io no è il tuo primo romanzo. Nonostante la prosa, ritroviamo comunque i tratti della tua poesia. Come è stata l’esperienza di non andare a capo?
Inizialmente molto dura. Un po’ come passare alla Maratona dopo una quindicina d’anni che corri i cento metri. Ho impiegato parecchio a trovare il ritmo e la concentrazione, poi ce l’ho fatta ed è stata un’esperienza piuttosto esaltante.

Consideri Giacomo, il protagonista, un po’ come il tuo alter-ego? Si potrebbe dire, infatti, che la storia sia autobiografica. C’è qualcosa di diverso tra te e Giacomo oppure no?
Giacomo è un me stesso di alcuni anni fa, dunque sì, il romanzo è molto autobiografico. Direi che io e il protagonista ci assomigliamo all’80%.

Una piccola curiosità: tra tutti i personaggi, troviamo Tonio Cartonio. Come mai hai scelto lui come “voce della coscienza”?
L’ho incontrato al supermercato sotto casa nei giorni in cui iniziavo a scrivere il romanzo. Ero piuttosto in crisi e in confusione; ho interpretato la cosa come un segno del destino.

Sui social network, la sponsorizzazione del tuo romanzo è stata molto promossa. Soprattutto dalle foto dei lettori che hai pubblicato sulla tua pagina. Com’è, dunque, il tuo rapporto con i fan? E pensi che i social network possano agevolarlo?
I social sono stata una rivoluzione notevole per il mio lavoro. E prima dei social il blog e prima del blog le mail. Credo che i fan mi vogliano bene perché sono piuttosto sincero in quello che faccio e anche perché da anni “regalo” le mie poesie, proprio sul web, salvo poi chiedere alle persone di comprare i miei libri o di venire ai miei spettacoli. E le persone, tendenzialmente ricambiano.

In futuro potremmo nuovamente leggere un tuo romanzo o preferisci le poesie?
Se tutto va bene, entro fine anno o inizio del prossimo uscirà un nuovo libro di poesie sempre per Rizzoli e poi sempre se tutto va bene scriverò un altro romanzo. Ancora per Rizzoli. Ci ho preso gusto, e poi, bisogna capire come va a finire la storia tra Giacomo e Agata. Cioè io vorrei saperlo, dunque bisogna che qualcuno lo faccia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.