Anatomia di un istante – 22/28 gennaio 2018

Un ufficio elegante con quattro bandiere americane, di diverso tipo. Siamo all’interno della Casa Bianca. Al centro Donald Trump, la cui giacca dà un tocco elegante a una camicia bianca sportiva e un cappello da baseball, con la scritta “Makes America great again”, il suo slogan delle presidenziali. Trump è al telefono, ma lo sguardo, il busto e ogni parte di lui si rivolgono alla telecamera. Gli occhi, leggermente strizzati, danno un tono ironico allo sguardo concentrato del presidente, che tiene la mano leggermente appoggiata sulla scrivania, in una posizione adatta a muoversi rapidamente e a scattare, come a non voler perdere tempo. La scrivania è vuota, eslcudendo il telefono e un soprammobile accanto.

Il governo degli Stati Uniti è entrato nel cosiddetto “shutdown”. In soldoni, questo vuol dire che ha smesso di finanziare ogni tipo di servizio statale. Se gran parte degli uffici continuerà a lavorare in regime ridotto, alcuni sono stati drasticamente interrotti. Lo shutdown è dovuto al mancato accordo tra Repubblicani e Democratici su una legge che stabilisca con precisione dove destinare il denaro pubblico. Ognuna della parti, come è ovvio, ha dato la colpa all’altra per l’impasse.

La Casa Bianca, per rassicurare gli elettori, ha diffuso delle foto del presidente Donald Trump dedito a lavorare per loro. Foto molto posate, in cui l’effetto di realtà non sembra neanche minimamente cercato.

Il 22 dicembre i Democratici hanno deciso di accettare un compromesso sul bilancio, cosa che ha finalmente sbloccato la situazione e determinato la fine dello shutdown.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.