Anatomia di un istante 5/12 febbraio

Un gruppo di persone, indistinto. Le facce non sono messe a fuoco. Si vedono tanti cappelli e giubbotti, fa freddo. Ci sono anche la bandiere, coloratissime, al momento ammainate. L’unica persona messa a fuoco, al centro, è il vero protagonista della foto. Un signore di colore, di una certa età, che pone un cartello a favore di telecamera. Ma non sembra stare in posa: il viso, coperto dagli occhiali da sole, sembra cercare qualcosa fuori. Il cartello recita “Stop fasci razzismo. Basta giocare con la vita dei migranti”.

In seguito alla sparatoria di Luca Traini in data 3 febbraio, che ha coinvolto e ferito alcuni africani, ha fatto discutere per giorni l’atteggiamento del sindaco di Macerata, che voleva evitare ogni tipo di manifestazione per non alzare il livello di tensione nella città. Un invito che non è stato raccolto: sabato 10 febbraio Macerata è stata invasa da 20.000 persone riunite da valori come l’antifascismo e il no a ogni forma di razzismo. Tra i sostenitori, le sigle di Legambiente, Libera, Arci, Fiom, No Tav, Potere al popolo, Anpi, Prc. Nella stessa giornata si sono svolte 150 manifestazioni similari in tutta Italia, il tutto in un clima di ordine pubblico e sostanziale serenità.

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