https://www.google.it/search?q=argonline&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi66vvr4dvMAhVDsBQKHZn2CUkQ_AUICCgC&biw=1304&bih=663#imgdii=6x_vvxdc_6PtXM%3A%3B6x_vvxdc_6PtXM%3A%3BqsE5Ri0JaWPW7M%3A&imgrc=6x_vvxdc_6PtXM%3A

Argo annuario di poesia 2015 – Poesia del nostro tempo

Il progetto Argo annuario di poesia 2015 nasce dall’omonima rivista bolognese, creata nel 2000 come fanzine autoprodotta, fondata da un gruppo di studenti di Guido Guglielmi e finanziata dall’Università di Bologna. La rivista viene distribuita prima come rivista monografica dalla casa editrice Pendragon e successivamente, con il passaggio ad un nuovo editore, si trasforma in un romanzo di esplorazione con il titolo Argo n. 15/ Oscenità, un’inchiesta sull’Italia che si struttura in forma di romanzo collettivo.

L’annuario di poesia 2015 è un ampliamento del precedente lavoro di ricerca del 2014 che aveva dato vita a https://www.google.it/search?q=argo+l%27italia+a+pezzi&espv=2&biw=1304&bih=663&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiPrpvk4NvMAhUJXBQKHT9HCFsQ_AUIBigB#imgrc=QfisP7NjuALnpM%3AL’Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e altre lingue minoritarie. Il 18 aprile il team Argo è venuto a Bologna per presentare quest’ultimo lavoro in due incontri. Il primo, pomeridiano, in Via Zamboni 32, tra i banchi dell’Alma Mater dove Argo ha preso vita, e il secondo alle ore 18 nella libreria Modo infoshop in Via Mascarella. A prendere per primo la parola è Valerio Ciccaroni, curatore della collana Argo, il quale cerca di spiegare in maniera chiara e breve come nasce il progetto e quale sia il suo intento. “Si tratta di qualcosa che si pone fuori da ciò che solitamente fa la rivista”, dice, “e nasce dall’idea e con l’obiettivo di creare uno spazio di discussione che consenta l’incontro con il pubblico.” Potremmo dire, allora, che il progetto nasce da un vuoto che caratterizza la realtà attuale: è la mancanza di un dibattito culturale sulla poesia.

L’annuario conta tre sezioni intitolate rispettivamente “Vicini alla realtà”, “Argolab”e “L’Italia a pezzi”. Il comune denominatore, il filo rosso che tiene insieme i tasselli è il tentativo di spiegare e indagare la realtà che ci circonda secondo le voci di vari e diversi poeti. Non si tratta, però, di una realtà limitata e circoscritta solo al nostro Paese, ma vengono interrogati poeti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo e oltre. La domanda che viene posta ad ognuno di loro è semplice: bisogna che raccontino la loro propria visione del mondo. Così “Argo annuario di poesia” diventa una sorta di grande calderone in cui si mescolano lingue e https://www.google.it/search?q=Annuario+di+poesia+argo&espv=2&biw=1304&bih=707&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiFgrWc4NvMAhWJxxQKHdbTAlEQ_AUIBygC#imgrc=-4gnlsUgzP3UwM%3Aculture diverse oltre che stili diversi. Vengono interrogati poeti italiani, turchi, greci, israeliani e nigeriani. La poesia non è l’unica forma utilizzata e accanto a questa si alternano interviste e saggi. La scelta di un panorama così ampio e diversificato si spiega con la volontà, da parte dei creatori di questo progetto, di dar vita ad un dibattito aperto che affronti realtà linguistiche e culturali differenti. I Paesi presi in considerazione vivono tipologie di conflitti diversi, si parla di guerre, crisi economiche e migrazioni, tutta una serie di problematiche con cui bisogna fare i conti quotidianamente. L’annuario di poesia di Argo, allora, ha cercato di comprendere in che modo ognuno dei poeti chiamati in causa risponde e si relaziona con questa realtà. È così che entra in gioco quello che, a parer mio, è uno dei caratteri più interessanti di questo lavoro. In un’indagine sul mondo presente non è possibile non prendere in considerazione il ruolo dei media e dei supporti tecnologici che ci circondano. Così, Argo si mette al passo con i tempi e crea, su carta, una sorta di piattaforma interattiva per lo scambio di pareri e esperienze. Ne viene fuori un testo in cui la parola scritta viene corredata di materiali multimediali ai quali è possibile accedere grazie ai QR-code presenti nel libro.

La varietà di voci che compongono l’annuario porta ad un’altra riflessione, sulla quale si concentra in particolar modo la seconda sezione dell’opera, che è quella sul ruolo dei traduttori e della trasformazione che il linguaggio subisce nel passaggio dalla lingua di partenza a quella di arrivo. Nella poesia, più che in altre forme del discorso, la parola si carica di una forza e di una potenza a volte fondamentali per esprimere il messaggio che il testo vuole far arrivare. È per questo motivo che diventa fondamentale comprendere quale rapporto leghi il poeta al traduttore, il quale viene investito del particolare ruolo di mediatore tra due o più culture differenti. E di traduzione si parla anche nell’ultima sezione dell’opera, quella dedicata alla poesia dialettale. Il titolo che viene dato a quest’ultima parte del lavoro, “L’Italia a pezzi”, palesa il legame con la precedente antologia di cui l’annuario è estensione e continuazione. Anche qui la varietà linguistica è il carattere preponderante poiché i dialetti da cui si attinge sono disparati: laziale, siciliano, romagnolo.

Così,  “L’ Annuario di poesia 2015” non è una semplice raccolta di componimenti, ma un vero e proprio diario di bordo di un viaggio per esplorare la poesia del nostro tempo. Al suo interno ciascuno, dai poeti, agli intervistati e intervistatori, ai curatori, ai traduttori, racconta la propria esperienza e fornisce il proprio punto di vista sul mondo. Il risultato è un variopinto quadro che permette, a chi lo osserva, di cogliere quelle sfumature più disparate che colorano e rendono tale la nostra realtà.

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