Bologna Indegna – Quando una città diventa casa

A settembre del 2016, durante il mio tirocinio a Flash Giovani, ho intervistato Antonio Mirizzi e Cassandra Mevio Gibert, due dei sette creatori di Bologna Indegna, un ibrido tra romanzo e fumetto, nato come progetto su una piattaforma crowdfunding. Quando ho scoperto Bologna Indegna era estate, Bologna si era svuotata e il caldo era insopportabile. Mi sono interessata immediatamente al progetto non soltanto per la tenacia e il coraggio del team, ma anche per la trama dell’opera: ambientata a Bologna e con protagonista un ragazzo del sud che si trasferisce nella rossa Bologna per intraprendere il suo percorso universitario. Inutile dire che la storia mi ha ricordato un po’ la mia e quella di tanti amici conosciuti qui che, come me, sono stati accolti dalla «vecchia signora, dai fianchi un po’ molli». Ai tempi dell’intervista, il team di Bologna Indegna stava terminando il lavoro perché la campagna crowdfunding aveva raggiunto l’obiettivo e poche settimane fa i giovani autori del progetto hanno mandato in stampa Bologna Indegna.idea ginger

Bologna Indegna (d’ora in poi BI) è composta da otto capitoli che si alternano fra prosa e fumetto e sono collocati in un arco temporale lungo un anno accademico. Sottolineo per chi non è passato da Bologna e dintorni che la parola indegna non ha accezione negativa, è infatti una tipica espressione del gergo bolognese per indicare cose, situazioni, luoghi, praticamente tutto ciò che ti lascia a bocca aperta perché bello, divertente, interessante. Il primo capitolo non poteva che intitolarsi “Settembre”, mese in cui Bologna comincia a (ri)popolarsi di vecchi studenti e di matricole. Mario Polletti, protagonista di BI, è un ragazzo pugliese, arrivato da pochi giorni a Bologna e iscrittosi alla facoltà del DAMS. Arrivato a Bologna, prova le sensazioni più comuni a tutti i fuorisede: stupore e spaesamento. Infatti, a meno che non ci si sposti da grandi città, Bologna all’inizio mette in crisi un po’ tutti e le distanze sembrano immense, poi – a poco a poco – si percepisce che è una città a misura d’uomo, una «provinciale Parigi minore».

«Ora, però, sono a Bologna, solo, a vent’anni. E sento quella febbricitante sensazione di libertà mista a terrore. Sì, mi sto un po’ cagando sotto, ma non voglio ammetterlo. […] So solo che Bologna è ora diventata la mia casa e, a questo, mi devo ancora abituare. Ogni giorno che giro per questa città è come se la vedessi per la prima volta».

Mario, appena arrivato a Bologna, deve confrontarsi con tante situazioni: il trasloco dalla sua cittadina natale in cui ha lasciato tutti gli affetti, la mancanza della famiglia e degli amici, la relazione a distanza con Martina che frequenta ancora la scuola, la ricerca di una casa a Bologna, il relazionarsi con i nuovi coinquilini, l’inizio delle lezioni e la vita da matricola che non consiste soltanto nel frequentare le lezioni e correre ad acquistare tutti i libri di testo, ma anche nel cercare di orientarsi all’università, realtà più grande e ben lontana dalla scuola superiore. E, ovviamente, bisogna fare nuove amicizie cercando di evitare i compaesani che – come lui – hanno scelto Bologna come meta universitaria.TSHIRTj

Superato lo spaesamento iniziale, Mario comincia ad abituarsi a Bologna, a crearsi il suo giro di amicizie, a incontrare persone singolari per le strade di Bologna, tutto sembra andare per il verso giusto, ma i problemi non mancano: la relazione con Martina è più complicata del previsto, a casa la situazione con i coinquilini non è delle migliori: a parte Arianna, infatti, con cui Mario diventerà molto amico, Saverio e Vincenzo sono due ragazzi dai caratteri opposti e, talvolta, si percepisce tensione.

«È un tripudio di rosso. […] Ogni cosa, ogni centimetro che riesco a scorgere da lassù è avvolto dal caldo e accogliente abbraccio di quel rosso mattone che tante volte avevo visto nelle foto su internet, nei dépliants in stazione, nei libri di storia dell’arte. Le case, le strade, tutto va di pari passo con quei piccoli, indistinguibili mattoni caldi che risplendono oggi sotto il sole, qui a Bologna».

Grazie agli straordinari disegni, il lettore crede davvero di trovarsi tra le strade di Bologna o nelle sue splendide piazze come Piazza Santo Stefano e Piazza Maggiore. Non mancano riferimenti a personaggi ben noti agli studenti bolognesi come La Controlla oppure luoghi di ritrovo come il famoso Millenium, circolo Arci in cui spesso si tengono le seratetavola 3 Erasmus. Il tempo vola ed è già ora di tornare a casa per le vacanze natalizie: anche lì Mario dovrà affrontare vis à vis sia Martina sia gli amici di sempre che Mario – nei suoi primi mesi universitari – non ha sentito per niente. Tira quasi un sospiro di sollievo, Mario, quando ritorna nella fredda, ma accogliente Bologna, pronto ad affrontare i primi esami e l’imminente secondo semestre che non comincia esattamente nel modo giusto. Per fortuna, c’è Bologna, c’è Cosimo, c’è Arianna. E anche se Bologna qualche volta non gli sorride, poi saprà farsi perdonare.

«Queste vacanze sono volate. Per fortuna» penso mentre mi trascino insieme al trolley verso il binario, la schiena china sotto il peso del formidabile PACCO ALIMENTARE della nonna. È arrivato il tempo di tornare, cioè di andare. Un attimo, ma è andata o ritorno? Si parte da casa e a casa si ritorna, ma casa non è più Casa per me, lo sento sempre più chiaramente, e allo stesso tempo Bologna, Bologna cara, non puoi ancora essere la mia nuova casa! Andare o tornare?

BI è un’opera a cui ogni fuorisede, bolognese d’adozione, può affezionarsi. Infatti, attraverso le sue immagini e i suoi testi, si rivive davvero una città che ha regalato e regala emozioni a tantissime persone. Antonio Mirizzi, Cassandra Mevio Gibert, Thea Pellegrini, Chiara Mastrangelo, Samuele Brutti, Simona Calà, Alessandra Di Vanna hanno dato vita a un progetto curato che potrete trovare in alcune librerie e fumetterie di Bologna (una lista sarà pubblicata sulla loro pagina Facebook).

Durante la chiacchierata con Antonio e Cassandra che risale a settembre, è stata detta una cosa molto bella: «In fondo, siamo tutti Mario Polletti». Di sicuro lo sono tutti gli studenti che Bologna accoglie ogni settembre, quando l’università comincia e con lei un nuovo periodo della vita in cui non sei più un adolescente, ma nemmeno un adulto. Quella fase l’abbiamo vissuta tutti ed è anche vero che Bologna o la ami o la detesti, ma chi riesce a comprendere la sua bellezza e il suo calore non può non innamorarsene. Bologna sa diventare casa e tutto ciò è realmente indegno.

«Mi sento vivo. E vorrei dirle di nuovo buonanotte amore. Perché sono felice e questa notte non vuole ancora estinguersi. E lo dico a Bologna perché è Lei di cui mi sto innamorando, senza speranze: spalanco le braccia, i palmi verso l’alto. Buonanotte amore!»

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