Caro lettore in erba – Dichiarazione d’amore alla lett(erat)ura

Ben tre anni fa, all’esame di Lingua e Cultura italiana, esordii dicendo al professore che detestavo la figura del lettore comune. Non perché i lettori debbano essere straordinari, non so nemmeno perché citai il lettore comune, forse perché è proprio l’aggettivo comune a disturbarmi. Spiegai al professore che la figura del lettore che detesto è quella di un lettore che si riempie di testi senza andare a fondo, quel lettore che conosce a tratti sommari la letteratura e legge per noia. L’esempio più pratico che potevo fare al professore (e che non ho fatto) era quello di dire che la figura del lettore che detestavo, per esempio, era incarnata da un’alunna che avrebbe fatto l’esame dopo di me e che – prima dell’esame – mi domandò se avessi letto tutto il libro perché lei aveva letto soltanto le pagine studiate a lezione (NB: sto parlando di Horcynus Orca, un mattone di più di mille pagine, e a lezione ne avevamo fatte scarse venti). Ecco, mi dispiace, io non ce la posso fare quando sento queste cose. Ma lasciamo perdere i fatti e torniamo alla lettura e alla letteratura: il mese scorso, Luisa, ha parlato di come i ragazzi non siano liberi di scegliere i libri e, anch’io, tempo fa avevo dedicato un mio articolo a un saggio molto interessante di Giusi Marchetta intitolato Lettori si cresce in cui l’autrice si interroga sugli adolescenti di oggi, sul perché non leggano e di come i ragazzi di oggi vivano di «stimoli visivi».

Da pochi mesi, seguo il lavoro di Las Vegas Edizioni, casa editrice che si occupa di narrativa non di genere, narrativa per giovani adulti e di una collana chiamata Jolly, a metà tra la narrativa e la varia. Il libro di cui vi voglio parlare appartiene proprio a quest’ultima collana e si intitola Caro lettore in erba, scritto da Gianluca Mercadante. Ecco, quando ho letto il titolo per la prima volta, ho capito che – a differenza del binomio lettore comunelettore in erba mi piace moltissimo perché è come se indicasse un lettore che cresce sempre di più.

Caro lettore in erba, viaggi spesso in treno? […] Un treno regionale, per coprire distanze risibili, ci mette uno sproposito. Perché è lento, perché fa tutte le fermate, perché deve dare la precedenza ai treni superveloci. Ma tu, volendo, hai una macchina del tempo. Si chiama libro, funziona così: Sali, cerchi un posto, ti siedi, apri il libro, ti ci perdi dentro, non ti accorgi del viaggio, quando arrivi a destinazione lo chiudi, tac, arrivato. (Prefazione a Caro lettore in erba a cura di Gianluca Morozzi).

Gianluca Mercadante prende con sé il lettore in erba e lo porta alla scoperta di un mondo meraviglioso, comincia un viaggio con una guida che può ricordare a tratti Virgilio. Si parte da via Linguaggio, n.1 in cui lo scrittore racconta come couch-1868755_640è stato il suo approccio alla lettura: il regalo di un fumetto di Braccio di Ferro. Lo scrittore non vuole tediare il lettore, ma gli racconta di come ha imparato a leggere, di come si è legato ai classici e di come – che novità?! – chi legga possa fare benissimo tante altre cose come uscire, ballare, bere, andare al ristorante, avere una vita, insomma. Il lettore non è un topo da biblioteca, è una persona che dedica del tempo alla lettura, senza rinunciare ad altro. Come detto sopra, si parla anche di classici che, nella visuale comune, vengono visti come noiosi, antichi. E, invece, dai classici abbiamo molto da imparare, lo diceva già Calvino e lo rimarca Mercadante.

La maggior parte delle persone in età scolare afferma di non amare la lettura come pratica volontaria a causa del fatto che la lettura viene proposta solo e soltanto a titolo obbligatorio da parte della scuola stessa. Leggere sarebbe dunque un’attività didattica che non contempla annessi piaceri di alcun tipo e quindi, appena fuori dalle aule, si pensa a tutto, meno che a mettere piede in una libreria.

E, invece, il lettore in erba e Mercadante, il piede nella libreria ce lo mettono eccome. Certo, sembra quasi impossibile per la guida non trasportare il suo compagno di viaggio nella zona classici, ma è sempre bene sottolineare che ognuno può scegliere quello che vuole, de gustibus non disputandum est e non si discute, ma…

Sì, purtroppo c’è un ma e (purtroppo o per fortuna) anche questo è un discorso che faccio sempre con chiunque incontri. Il discorso è molto semplice ed è il seguente: esiste il mondo dell’editoria ed è – come tutti i mondi – a stretto contatto con quello del mercato e della richiesta. Ed, ecco, che vengono pubblicati libri che possono essere considerati «anomali prodotti seriali» o più comunemente libri che rientrano nella cosiddetta letteratura di mercato. Sia chiaro, anche io, nella mia adolescenza, ho letto roba che adesso disdegno, ma mi è servita per fare la differenza e, ritornando al discorso sulla libertà di scelta da parte dei ragazzi delle proprie letture, io sono sempre stata molto libera e anche questo mi è servito. Non pretendo di avere ragione, dico soltanto la mia e, a quanto pare, il mio parere concorda con quello dello scrittore: «l’industria editoriale punta alla realizzazione di articoli facilmente consumabili e proponibili sul mercato a un costo di base il più possibile basso». (Per farvi un esempio, vi invito a vedere le stroncature del mercoledì di Michela Murgia, in onda su Rai Tre nel programma Quante Storie). Mercadante è più gentile di me e li chiama libri-placebo.

Un altro argomento interessante trattato da Mercadante sotto forma di divertissement è una sorta di visita (sottilissimo rimando ai testimoni di Geova) da parte dei Testimoni dell’Estintore al signor Bellavista. L’istituzione dei Testimoni dell’Estintore si occupa del recupero dei vocaboli annullati contro il programma di semplificazione in atto. In breve, gli italiani hanno, da anni, un vocabolario povero e questo è dovuto anche all’abbandono della lettura. Nella sezione lessico del Portale Treccani, si parla di quante parole un italiano medio con istruzione medio-alta conosca e di quante, invece, ne utilizzi: in media, l’italiano conosce 47000 parole, ma il suo lessico fondamentale è costituito da solo 2000 parole. Un po’ deprimente, non credete?

«Una teoria sostenuta invece da numerosi linguisti dice che una lingua sia la cristallizzazione del mondo. Meno parole possiedi, più la visione del tuo mondo tende a restringersi.»

Dopo alcune parodie di libri-placebo che vanno di moda oggi (la mia preferita è Porno-Soft) in cui l’autore lascia la parola direttamente ai personaggi, arriviamo alla mia parte preferita: l’Anonima Personaggi. Cos’è?copCLIE (1)

«Avete presente gli Alcolisti Anonimi? Qualcosa del genere. Vi accedono personaggi letterari dal carattere problematico, ma anche personaggi di romanzi rimasti per una ragione o per l’altra inediti, o ancora gente del mio stampo.

Ovvero?

Sfigati di quart’ordine che, tuttavia, spopolano fra i lettori».

Inutile dirvi che per me questa è l’idea più geniale del libro, immaginate Gregor Samsa che si presenta e tutti in coro a dire «Ciao Gregor». E per tutti in coro intendo Sherlock Holmes, Madame Bovary, Perpetua, il Visconte Dimezzato, il conte Dracula, Holden Caulfield e così via. Si ritrovano tutti perché secondo Sherlock la gente ha smesso di leggerli e Madame Bovary afferma che la modernità ha ucciso la letteratura, mentre il giovane Holden dice che lui è un classico moderno e con le sue frasi ci fanno i segnalibri.

Le librerie sono zeppe di testi vampirici, ma la mia storia, la storia che ha dato origine a tutte le altre, dov’è? A prendere polvere in chissà quali irraggiungibili punti dei vari scaffali, ecco dov’è.

Magari potessimo davvero sedere tra i personaggi letterari o telefonare ai loro scrittori ormai deceduti per ringraziarli. Alla fine del viaggio, chissà se il lettore in erba si sarà appassionato alla lettura. Io spero di sì, spero che la lettura e la letteratura possano essere per i lettori in erba ciò che sono per me, un mondo infinito in cui soggiornare sempre e dove scambiare qualche parola con Anna Karenina e Don Chisciotte. Anche perché «la parola ci distingue e può essere al contempo la più potente delle armi e il più straordinario strumento di pace».

Abitiamoci di parole. (Caro lettore in erba)

L’immagine di copertina e l’immagine di Dracula che legge sono state prese dal sito di Las Vegas  Edizioni

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