Incrociando rotaie,
seduto su vagoni deserti
ho guardato il presente solcare il passato
fermandomi al vetro.
E il tuo volto ha il colore
di un’estate fantasma
che hai lasciato senza fretta cadere
come un vestito.
Elena – Siberia 1984
Federico Fiumani – Diaframma
Il web è profondo quanto l’oceano, ma certe volte si pescano delle perle davvero interessanti. Se non avessi passato un po’ di tempo al computer, in giro per i social network, non avrei mai avuto modo di conoscere questo graphic novel, divorato durante le vacanze natalizie, quando cinquemila chilometri al secondo avrei voluto davvero percorrerli per tornare alla mia seconda casa.
Cinquemila chilometri al secondo (titolo originale Cinq Mille Kilomètres par Seconde), edito dalla Coconino Press, vincitore del premio Gran Guinigi (2010), Prix du Meilleur Album (trentottesima edizione del festival de la BD d’Angoulême – 2011), e del Premio Micheluzzi (2011) è stato scritto e disegnato da Manuele Fior, classe ’75, che attualmente risiede a Parigi.
Tutto comincia con un trasferimento, parola chiave della storia: Lucia, una timida adolescente, e la madre si sono appena trasferite in una nuova città. Nel suo stesso palazzo, abita Piero, anche lui adolescente e riservato, che la osserva dal balcone e ne rimane colpito. Accanto a lui, il suo migliore amico, Nicola, il quale, al contrario di Piero, è spavaldo e impersona la figura del gigolò. Tutto il fumetto è costellato di salti temporali: dopo poche pagine, il lettore verrà trasportato in Norvegia dove Lucia si trasferirà per scrivere una tesi su Ibsen. La relazione con Piero avrà delle conseguenze negative non soltanto per la distanza geografica, ma anche per la conoscenza di Sven, appartenente alla famiglia che ospita Lucia.
Fior è un vero maestro nella tecnica ad acquarello: i freddi colori delle tavole norvegesi verranno sostituiti da colori caldi, rappresentanti l’Egitto, dove Piero si è trasferito per degli scavi archeologici. Nonostante sia passato del tempo e la storia con Lucia (o Lucy, come l’ha sempre chiamata lui) sia finita, tra di loro è rimasto un legame, quasi come se ci fosse un filo lungo cinquemila chilometri. Se Piero crede di vedere Lucy ovunque, Lucia, ormai incinta di Sven, non riesce a non parlare del suo primo amore, suscitando le gelosie del compagno norvegese. Sarà per la maternità o per un semplice motivo caratteriale, ma Lucia prova nostalgia dell’Italia, della sua casa. Il suo ritorno alla terra natia, alle origini, è inevitabile.
Il filo che lega Piero e Lucia, sebbene sfrangiato, resiste: i due si rincontrano dopo molto tempo per bere qualcosa. Sono cresciuti, sono adulti, l’affetto è reciproco, l’uno ha significato molto per l’altra e viceversa. L’attrazione, sebbene un po’ logorata, pare esserci ancora. Ma dura un attimo: solo per colmare la distanza fra due solitudini. E Nicola che fine ha fatto? È rimasto in Italia, non è mai andato via e…lo scoprirete soltanto se leggerete questo splendido graphic novel, il cui finale è un flashback che ci riporta indietro nel tempo.
Di certo, una delle cose più apprezzate sono i disegni che indicano le ellissi: una pagina bianca e delle gocce che potrebbero designare il logorio del tempo perduto. Manuele Fior riesce a trasportare il lettore nella splendida storia di una generazione che cresce, toccando tematiche attuali e vicine al mondo dei giovani.