Cipro, University of Nicosia: tra conquista e modello euopeo

fonte: cyprusnicosia.com

Odisseo arrivò sull’isola di Cipro (Kıbrıs in turco) alla corte di re Cinira, con Menelao e Taltibio: un’ambasciata diplomatica affinché Cinira contribuisse alla guerra al fianco di Agamennone. Come la sua tradizione epica e mitologica, anche la storia di Cipro è conflittuale e transcontinentale nelle acque del Mediterraneo: perla più vicina all’Asia, affacciata sull’Europa.

Con il Trattato di Zurigo e Londra del 1960 fu dichiarata la nascita di una Repubblica presidenziale libera e indipendente. Ma nel 1974 l’Operazione Atilla promossa dalla Turchia, portò all’auto-proclamazione della Repubblica Turca di Cipro del Nord (RTCN) destinata a salvaguardare la minoranza etnico-linguistica. Quest’invasione, ribattezzata Turkish land grab ed annessa dichiarazione di indipendenza non furono mai riconosciute dalla comunità internazionale, anzi questa secessione fu ritenuta ufficialmente “legally invalid” dalle risoluzioni 541 e 550 (rispettivamente del 1983 e 1984) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

fonte: cypruscarhiredirectory.com

Nel 2004, Cipro è entrata a far parte dell’Unione Europea e giuridicamente è considerata una Repubblica, benché sia stata sospesa l’applicazione del regime dell’acquis communitaire in mancanza di un accordo sulla riunificazione de facto dell’isola.

What is the nature of Cypriot society? Should this be perceived as an extension of Greek society? Or rather is it unique and pluralistic enough to be able to be considered as a separate entity?” (cit. Anthony A. Koyzis in “State, Society, and Higher Education in Cyprus: A Study in Conflict and Compromise”, in Mediterranean Journal of Educational Studies 2, 1997).

Nicosia, la capitale, non è di meno contesa, la Green Line (in greco Prásini Grammí) la taglia e divide dai tempi dell’armistizio. Allora, forse, la fondazione della prima ed unica Università di Cipro (UCY) a Nicosia contribuirà ad avvicinare due civiltà così originali e forti, probabilmente non le ricomporrà, ma le farà diventare amiche, senza rinunciare ognuna alla propria lingua madre, alla propria matrice.

“The division in Cyprus has made such homogenization difficult, as participants in and observers of the process explain that the focus has been on the differences rather than the similarities that have bound the communities of Cyprus together” (cit. education.stateuniversity)

Terra di multiculturalismo e di differenze, Cipro solo a partire del 1980 ha avuto un punto di riferimento interno per la formazione e per la preparazione professionale. All’epoca si trattava di un Intercollege, istituzione già con vocazione educativa, ma ancora ben lontano dall’ambizione accademica. Per studiare – chi ne aveva le possibilità – doveva trasferirsi all’estero, le mete principali erano la Grecia, l’Inghilterra o la Turchia. Negli anni, però, l’Intercollege sfidò un processo di accreditamenti e di crescita qualitativa fino ad innalzare a tal punto i propri standards che nel 2007 acquisì, finalmente, lo status di Università che, ad oggi, conta circa cinquemila iscritti e una trentina di programmi curriculari, nonché sei facoltà: Lettere; Filosofia; Scienze (Pura e Applicata); Economia; Ingegneria; Scienze Sociali. Nel 2010 l’Università di Nicosia ha stretto la  collaborazione con PAPAZISIS Press per pubblicare e promuovere le produzioni accademiche che così potranno essere diffuse anche in Grecia. La prima opera apparsa è dedicata proprio al traguardo formativo, curata da Panayiotis Persianis, “The Politics of Education in Cyprus”.

fonte: encrypted-tbn1.gstatic.com

Tuttavia, è evidente, come l’Università di Nicosia sia fortemente e prevalentemente di segno europeo e benché giovanissima ha alle spalle una tradizione specifica, la cosiddetta British Colonial Education ‘Lending’ Policy, secondo una definizione dello stesso Persianis. Un’integrazione anche di valori che è una forzatura per chi crede che l’identità delle comunità che formano il popolo cipriota sia radicata nella libertà delle estreme differenze che collegano due mondi: “if present difficulties are to be overcome—and the key to their solution probably lies far from Cyprus, as far away as Washington and Moscow—it will once again play its historic role as a bridge between east and west” (cit. Robert Browning, in The Making of Modern Cyprus, from Obscurity to Statehood, 1990).

Il segno europeo non è visibile chiaramente solo dai piani di studio, ma anche dalle iniziative delle istituzioni europee che coinvolgono direttamente l’università di Nicosia, esemplare è la scelta (della Commissione Europea) di questa sede – dal 2011 per tre anni – per lo svolgimento delle Conferenze Jean Monnet, che come abbiamo già avuto modo di spiegare (qui) coinvolgono il mondo accademico internazionale, ma sono organizzate altresì per la discussione di argomenti da considerarsi relevant to the European Union come la Strategia Europa Horizon 2020 di cui, appunto, abbiamo già parlato.

In quell’occasione abbiamo preso confidenza con l’attuale Commissaria europea responsabile dell’Istruzione, della Cultura, del Multiculturalismo e della Gioventù, Androulla Vassiliou. Abbiamo analizzato le criticità il suo discorso in merito alla politica formativa integrata al piano di risollevamento economico europeo, improntato al motto “we cannot go soft with Education”. Ebbene, non sfuggirà la sua nazionalità ed il suo ruolo, in passato, come membro dell’ONU e parlamentare cipriota.

Mi interessa creare un collegamento tra tutti questi fattori e la storia del suo Paese ed il ruolo prioritario che l’Università di Cipro sta svolgendo in quelle iniziative che appaiono così connesse alle funzioni esercitate dalla Commissaria Vassiliou, per offrire un altro sguardo sulla sua figura e sul metodo europeo di costruzione di integrazione sovranazionale.

Se Androulla Vassiliou avesse partecipato e contribuito con la sua attività

politica alla definizione di Cipro ed al potenziamento dell’università di Nicosia ciò dimostrerebbe un grande amore per il proprio Paese e spiegherebbe, con un legame più attinente a questo amore ed alle sue possibilità di manovra e meno dovute alle sue competenze giuridiche e non pedagogiche, il suo attuale ruolo europeo in tema di istruzione e multiculturalismo (ricoperto non solo verso Cipro, ma verso tutti gli Stati membri).

Ciò umanizzerebbe una politica così estranea e lontana, sostanzialmente spersonalizzata per chi continua la propria ed unica qualità di cittadino e cittadina, e espliciterebbe molti passaggi che altrimenti sembrano sbilanciati o senza altre ragioni oltre le logiche istituzionali e le dinamiche partitiche.

Ciò, poi, consentirebbe di porre una domanda più mirata è democratico un potere ed una ideologia statale che si sposta dalla contrattazione politica nella pluralità territoriale, al governo rappresentativo, ma solo fino a un certo punto, europeo, sovranazionale?

fonte:www.focuseurope.org

Certo, la risposta potrebbe essere semplice e demandata alla descrizione del sistema costituzionale che l’Unione Europea si è data per eleggere gli organi delle sue istituzioni legislative ed esecutive e di certo Andruoulla Vassiliou non è il punto, però questo quadro può essere lo spunto paradigmatico per studiare le reali dinamiche sottese all’esercizio delle scelte politiche europee che poi orientano e vincolano quelle nazionali degli Stati membri. Fare una fotografia che registri le varie relazioni che si intrecciano, senza che sia possibile percepirle a prima vista, può essere anche un utile punto di vista esterno per verificare quanto regge il disegno rappresentativo realizzato nel segno della democraticità accentrata a livello europeo. Insomma, quale democrazia? O quale nuova entità pseudo-statale? E quali veicoli per la costruzione dello spirito paneuropeo? Spirito europeo o conversione europeizzante? Grovigli di valori o tattiche? Reti di ideali discussi o ideologie? Quale lo spazio per la negoziazione? Quale flessibilità? Quale piattaforma d’informazione e di confronto pubblico, non solo tra maestranze e categorie professionali?

Continueremo ad osservare e ad interrogare il panorama in cui siamo inseriti. Nell’economia delle possibilità parametrata alla distanza enorme tra amministratori-amministratrici ed amministrati e amministrate, perché, ancora una volta va sfatata la parabola delle competenze e l’autorevolezza del diritto: essi, insieme e soli, non sono sufficienti per governare tutta questa complessità senza rilanciare la discussione ed il “condiviso” in nome del quale disporre e decidere non surrettiziamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.