Da Paperinik a PK. La nascita di un cult

Spiazzamento. Questo il primo sentimento dei lettori Disney nel lontano 14 marzo del 1996. Sono abituati alle tinte placide degli albi a cui sono affezionati, come Topolino o Paperino, ad un mondo narrativo che ha spesso scavallato i generi, le forme, i linguaggi, ma sempre sotto la forma della parodia.

Prendiamo Paperinik, ad esempio. Supereroe italianissimo, nato negli anni ’60 dallo sceneggiatore Guido Martina e da un maestro del disegno come Giovan Battista Carpi. Il vendicatore mascherato, l’alter ego di Paperino per vendicarsi delle angherie di Zio Paperone e del cugino Gastone, è un chiaro omaggio a Diabolik. Il personaggio ha fortuna, viene ripreso in tutto il mondo e ottiene una sua autonomia e un suo tratto distintivo, certo, ma sempre nei rigorosi canoni Disney.

-via Paperpedia-

-via Paperpedia-

Fino al ’96, appunto, con la nascita di PK – Paperinik New Adventures. Una rivoluzione che avviene già dalla forma: il formato lungo, sottile dell’albo, di quell’incredibile numero 0, ricorda i fumetti americani, quella Marvel che verrà acquisita dalla Disney più di dieci anni dopo. Le storie hanno un respiro diverso, dove la consueta e inossidabile ironia Disney incontra un mondo più cupo, fatto di paura e sopraffazione, dove i singoli episodi si uniscono in un progetto ad ampio raggio, un primo vagito di quella serialità che è sempre più presente in Italia e nella Disney. Un universo parallelo a quello paperopolese, questo, in cui Paperinik incontra Uno, il suo fedele aiutante virtuale, il giornalista Angus Fangus, che anticipa di quindici anni la famigerata macchina del fango, la potentissima aliena Xadhoom, alla ricerca delle sue origini. E soprattutto gli evroniani, alieni che cercano costantemente di conquistare la Terra con il motto “Potere e potenza”.

È il 14 marzo 1996, il giorno in cui Paperinik diventò PK.

Sulle pagine di PK si sono alternati autori del calibro di Tito Faraci, Claudio Sciarrone, Alessandro Sisti, affrontando i rischi di un’operazione ambiziosa e rischiosa, che rischiava di chiudere dopo pochi numeri. I nuovi personaggi si alternano con una rilettura di quelli consueti, come ovviamente Paperinik. Ma è lo stesso Paperino a subire la trasformazione più forte: se per anni Paperino si è adagiato nel suo essere pigro, burbero e generalmente di cattivo carattere, in PK deve imparare a prendersi le proprie responsabilità e affrontare la paura e i propri limiti. Diventare grande, insomma.12_giocomagazzino_pkteam_posta_pk

Il mito di PK è rimasto nel cuore degli appassionati, come testimonia il successo della riedizione dei vecchi albi, accompagnati da nuove ed esilaranti rubriche. E sono proprio queste, con la demenzialità e l’assenza di politically correct nelle risposte ai lettori, o il tono dissacrante e non-sense di certi speciali, che hanno portato PK ad essere un vero e proprio cult, letto e riletto ancora oggi.

 

-Si ringrazia Comicon per l’immagine di copertina-

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