Intervista ai Poeti della Sera – La Street Poetry continua

Dopo l’intervista a Poesie Pop Corn, ecco un’altra realtà di Street Poetry: quanto è bello poter regalare poesie alla gente?

Poeti della Sera: quando sono nati? Quanti sono? E dove abitano?

L’associazione Poeti Della Sera è stata fondata a Udine nel 2012. Ha contato svariati componenti fino al 2013 (fotografi, scrittori, pittori, poeti). Era volta a promuovere eventi non legati necessariamente al mondo della poesia di strada. Attualmente l’associazione gode della presenza attiva di due poeti di strada e di un segretario.

Il nome mi ricorda la poesia crepuscolare! Da dove nasce questo nome e perché avete optato per questo?
Effettivamente il nome dell’associazione venne scelto per una ragione in parte analoga a quella che portò i poeti dell’inizio del XX secolo a identificarsi come crepuscolari. Solo che, contrariamente alle caratteristiche e le tradizioni del crepuscolarismo la sera intesa dai Poeti della Sera vuole testimoniare l’inizio di un periodo storico tendente a un declino culturale e una decadenza sempre più marcata dei valori morali.

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Quali sono, fra i vostri, i lavori che avete preferito? E come operate?
I poeti di strada, compreso Mathias PDS, agiscono sul tessuto urbano delle città italiane con il fine di promuovere il più possibile questa forma di espressione artistica. Tutti i supporti possono andare bene per diffondere le proprie opere. Le tecniche utilizzate che utilizziamo possono essere svariate (sticker art, stencil e graffittismo per citarne qualcuna). Ci ricordiamo con piacere soprattutto l’opera realizzata con l’ausilio di Kenji (situata nel quartiere der Trullo, a Roma).

Temete che le vostre poesie possano venire cancellate? Qual è il rapporto che avete con il territorio e con gli abitanti?
La maggior parte delle poesie realizzate abusivamente sono state rimosse o imbrattate nel giro di qualche anno da ragazzi anarchici e fascisti. Il rapporto con gli abitanti di Udine tendenzialmente è buono. Anche le persone più anziane, finalmente, cominciano a tollerare e in certi casi ad apprezzare questa forma di espressione artistica.

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La street art e la street poetry si stanno espandendo a macchia d’olio: ormai sono moltissime le iniziative dedicate a questo nuovo tipo di poesia che nasce dalla strada per arrivare ovunque. Quale sarà, secondo voi, il futuro della street art e della street poetry?
Per Street Art intendiamo quelle forme d’arte manifestate in luoghi pubblici, spesso illegalmente. La Street Poetry, invece, è una sottocategoria abbastanza riconosciuta e di dimensioni decisamente ridotte rispetto alla categoria più vasta della Street Art. Di conseguenza la poesia di strada (o se vogliamo street poetry) ha trovato terreno fertile nel mondo del virtuale, in particolare fra i social, e può essere diffusa con estrema rapidità tramite “assalti poetici” tendenzialmente notturni (punto di forza che permette ai rispettivi poeti di diffondere talvolta con estrema rapidità le proprie opere). La Street Poetry si presenta come una piacevole alternativa  essendo le poesie non  trascritte esclusivamente su supporti di tipo cartaceo. Mira a un riconoscimento da parte della critica italiana.

E, dato che siamo in tema di futuro, quali sono i vostri progetti futuri?
Ogni collaborazione può essere valutata come una grandissima opportunità per crescere sia individualmente che collettivamente. Solitamente le collaborazioni che preferiamo prevedono una fusione fra arte figurativa o astratta che sia e testo poetico. Vi ricordiamo che dal 7 al 10 settembre 2016 parteciperemo alla quarta edizione del festival internazionale di poesia di strada, che si terrà a Lecce, insieme a Ivan Tresoldi, Gio Evan, Davide, Ste-Marta, Alfonso Pierro, Francesca Pels, Poeti der Trullo, M.E.P, Mister Caos, Poesie Pop Corn e forse qualche altra realtà appartenente a questo meraviglioso mondo underground.

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