Kamasutra Kevin – Educazione erotica di un diciassettenne

Da poco Alessandro Berselli, che è stato ospite con noi a Nubi, e Gianluca Morozzi hanno creato una collana chiamata gLam con l’editore bolognese Pendragon. Una collana che predilige la scrittura fresca e sarcastica, ma di questo ve ne parlerò tra un articolo o due.

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A. Berselli, G. Morozzi, A. Sebastiani alla presentazione presso la Feltrinelli.

Per inaugurare la collana gLam, il 5 aprile è stato pubblicato Kamasutra Kevin, scritto da Alessandro Berselli. Il romanzo è stato presentato alla Feltrinelli di piazza Ravegnana (Bologna) il 10 maggio 2016. In concomitanza, è stato presentato anche L’uomo liscio di Gianluca Morozzi, amico e collega di Berselli.

 

La copertina rosa (molto glam, per rimanere in tema) di Kamasutra Kevin (d’ora in poi KK) e l’allitterazione del titolo stuzzicano il lettore prima che quest’ultimo cominci a leggere. Sulla quarta di copertina il romanzo è definito «di controformazione erotica, sarcastica riflessione sulla difficoltà di diventare grandi».

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Kevin ha diciassette anni, frequenta il quarto anno del liceo artistico, legge parecchio ed è molto diverso dai suoi coetanei. Diverso perché si distingue dalla massa, non è oggetto di quell’omologazione adolescenziale comune. Inoltre, c’è anche qualcosa che blocca Kevin: è vergine, ma soprattutto non ha mai avuto particolare interesse nei confronti del sesso.

Osservazioni
Dal punto di vista antropologico è evidente che se questa è la razza umana, io purtroppo non ne faccio parte.

La vita del protagonista sembra apparentemente tranquilla o, almeno, lo era prima che sua madre non lo chiamasse sullo smartphone per comunicargli di avere lasciato il padre ed essere andata a convivere con il suo istruttore di pilates. Questo è solo l’inizio di tutto. Kevin è costretto a diventare genitore dei suoi stessi genitori: la madre sembra non curarsi del figlio, prova a riallacciare i rapporti, ma non vuole rinunciare ad uscite e aperitivi con Carlos, l’istruttore di pilates. Dall’altro lato, il padre di Kevin ha una crisi mistica, non cura la casa, non si interessa del figlio, legge la Bibbia e programma le vacanze dell’estate, direzione Fatima.

«Ma probabilmente avete ragione voi. Non sono tagliato per la vita di famiglia. Il matrimonio, i figli. Dio aveva scritto per me un destino diverso. In un monastero cistercense a stretta osservanza trappista, probabilmente. Chimay, Orval, Rochefort. Ti dicono qualcosa questi nomi?».

«Sono marche di birra?».

Nella vita di Kevin, inoltre, entreranno una donna e una ragazza. La prima, Sharon Gherardi Federici, è un personal sex trainer, «praticamente un consulente per tutto quello che concerne la sfera erotica» che invita Kevin a farle visita nel suo studio per un primo incontro gratuito sul sex selfconsciusness. La seconda, invece, Kevin la incontrerà proprio a La porta del Paradiso, luogo in cui Sharon svolge la sua professione di sex trainer. La ragazza si chiama Maribel e si trova nello studio perché è ninfomane. Pensate all’accoppiata ragazza ninfomane e ragazzo vergine: cosa potrebbe venirne fuori?

Berselli, in KK, mescola due vasti argomenti, l’adolescenza e il sesso parlandone con estrema facilità e legandoli fra loro attraverso personaggi ben costruiti, dialoghi e gag. La trama si segue piacevolmente e, ovviamente, il lettore vuole sapere come andrà a finire. Kevin farà finalmente sesso?

Tutti possiamo immedesimarci nel personaggio di Kevin per l’imbarazzo che si prova durante l’adolescenza, per le giornate no, per i momenti in cui vorresti davvero urlare al mondo «Perché proprio a me?».

Riflessione. Vi parlo brevemente di Dio, o perlomeno dell’idea che mi sono fatto di lui. Dio è un uomo di mezza età, piuttosto figo, che passa il suo tempo a decidere come metterci alla prova rompendoci i coglioni. In effetti credo sia un passatempo piuttosto divertente. Semafori rossi, seccature di vario tipo, nascondere le cose. Quando sei Dio è facile farsi due risate utilizzando qualche trucchetto da mago di second’ordine, basta un pensiero e il tuo Nintendo non è più dove lo hai messo, lo smart cade nel cesso mentre tiri giù l’acqua, la prof ti vede mentre stai copiando gli appunti, e altre amenità con le quali il vecchio barbogio, dall’alto della sua noia, si diletta ad ammorbare il prossimo. Tra i classici del repertorio divino non possiamo naturalmente non citare Farti incontrare chi non hai voglia di incontrare. Un battito di ciglia et voilà, davanti a te si materializza qualcuno che odi e che fino a due secondi prima si trovava agli antipodi del sistemare solare, teletrasportato suo malgrado dal supremo prestigiatore onnipotente, che seduto sul suo cazzo di divano celeste tutto decide e tutto dispone.

Kamasutra Kevin è un romanzo che definirei leggero, ma in un contesto in cui leggerezza non è certo sinonimo di stupidità. È il romanzo che ti potresti portare ovunque, in sala d’attesa, a lavoro, in vacanza. Chissà, forse i più pudichi ci guarderebbero un po’ male se leggessero il titolo, ma a noi questo non importa. Anzi, forse si incuriosirebbero se ci guardassero mentre stiamo leggendo e ridiamo. Lo stesso Berselli ha definito il suo romanzo un libro adatto per andare a letto (senza doppi sensi, eh!) perché i capitoli sono brevi, adeguati a quei dieci minuti prima di addormentarsi. Che dire? Se volete una storia divertente con un ragazzo un po’ misantropo, due genitori strani, personal sex trainer, una ninfomane e soprattutto se volete ridere, non vi resta che leggere Kamasutra Kevin.

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  1. Pingback: KK (Kamasutra Kevin)la recensione di Cristina Catanesesu Tropismi.it – Alessandro Berselli

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