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La fine dell’estate. Nostalgia di vecchi amici e risate

Sono cresciuta in un paese vicino al mare e l’estate per me ha tanti diversi significati. Da bambina era la sveglia alle sette, gli appiccicosi sedili di pelle di una vecchia Fiat 127, la pizza in spiaggia a mezzogiorno e le passeggiate con mia madre. Da adolescente è diventata attendere l’autobus sotto il sole battente delle due di pomeriggio con le mie amiche più care, le partite a carte sui lettini, le parole crociate e le risate. Da quando ho lasciato il mio paese per un altro che il mare non ce l’ha, l’estate è diventata una leggera nostalgia di quei tempi spensierati, il ricordo della brezza che mi scompiglia i capelli e il profumo della salsedine che ti si appiccica addosso.

Perché vi dico tutto questo? Perché quando due giorni fa ho aperto La fine dell’estate di Giulio Macaione ho Image14ritrovato tra le pagine proprio queste stesse sensazioni. Se avete l’impressione che questo nome non vi sia nuovo non vi state sbagliando. Qualche tempo fa, per essere più precisi proprio quest’estate, vi parlavo del suo ultimo graphic novel Basilicò . A novembre, Macaione è tornato con questo bellissimo fumetto autoprodotto, trentadue pagine in bicromia e la storia di tre amici che decidono di passare l’ultimo weekend estivo insieme, per ricordare i vecchi tempi. Per usare i termini dello stesso Macaione è «una storia intima e delicata sull’amicizia e  la nostalgia».

Ci sono tre meriti che credo di poter attribuire all’autore, la precisione e chiarezza dei disegni, l’attenzione ai colori e la bravura nel costruire le sue storie. Procediamo per ordine. I personaggi non sono altro che tre e lo sfondo della storia è costituito prevalentemente da mare e paesaggi, eppure ogni pagina, ogni disegno abbonda di particolari. Il tratto dei disegni è preciso e lineare e non si lascia scappare nessun dettaglio. Penso alle piccolissime lentiggini sul volto di Elena, ai ricci di Carlo mossi dal vento o al suo tatuaggio sul braccio, per non parlare del brilluccichio del riflesso del sole sul mare.

Se in Basilicò la copertina in colori sgargianti, rosso e verde, faceva da contrasto all’intero fumetto in bianco e nero, in La fine dell’estate tutto, a partire dalla copertina è fondato sulla bicromia giallo e blu, che subito fanno pensare al calore del sole e al blu profondo del mare. È un accostamento che conferisce calore alla pagina e fa da sfondo alla storia. Pensiamo alla chiacchierata di Teo ed Elisa durante la notte, una notte che ha lo stesso colore del mare.http://giuliomacaione.blogspot.ie/2016/10/la-fine-dellestate-anteprima_7.html

La storia, sì, finalmente arriviamo a parlare anche di quella, è semplice e breve. Ma non fatevi ingannare, perché dietro una storia così semplice e in così poche pagine si cela molto altro. Ci sono l’intima complicità di tre amici che si conoscono da una vita, gli sguardi d’intesa e il capirsi al volo. C’è ancora, e forse soprattutto, la nostalgia per i bei tempi andati e spensierati, quando i campeggi in spiaggia e i bagni nudi di notte erano probabilmente la normalità. Ci sono, infine, la bellezza e la certezza di potersi ritrovare, nonostante gli anni e i chilometri di distanza, sempre uguali.

Sempre così, noi tre. Ormai ci vediamo una volta all’anno, ma quando ci vediamo scappa sempre qualche rivelazione.

Anche qui, come nella precedente graphic novel di Macaione, c’è un segreto nascosto, ma che si senteImage15 l’esigenza di svelare. E nuovamente si tratta di una rivelazione importante, non certo un segreto da niente. Ma non è forse quello che succede comunemente? Non in tutte le famiglie ci sono piccoli o grandi segreti e non in tutte le amicizie c’è sempre un qualcosa di non detto e taciuto che probabilmente è quello che porta avanti il rapporto? Le storie di Macaione sono un po’ le storie di tutti e di tutti i giorni, amicizia, famiglia e amori, ma con quel tocco di colore e quel pizzico di intrigo che le rendono speciali per il lettore.

E anche questa colpisce una trovata particolare. Non troviamo le ricette segrete della mamma ad incalzare la storia, ma qualcosa che il ritmo alla vacanza lo dà letteralmente.

Sono riuscito a fare pure una playlist, così potremo cantare a squarciagola in macchina, come facevamo il sabato prima di andare a ballare.

E diciamocelo chiaramente quanti di noi si rivedono in questa frase? Ok, forse non sarà stato il sabato prima di andare a ballare, ma tutti abbiamo avuto, e ad essere sincera io ce l’ho ancora, la nostra playlist preferita per i viaggi in compagnia. E se poi andate alla fine del fumetto, la playlist dei nostri protagonisti la trovate tutta bella elencata lì, così che se volete, e io ve lo consiglio caldamente, cuffiette alle orecchie, testa all’estate passata, potete dare il giusto sound alle pagine che scorrono.

La fine dell’estate, è proprio il casi dirlo, è un fumetto breve ma intenso che si legge tutto d’un fiato. È una breve pausa a fine giornata, per ricordare quell’estate che manca un po’ a tutti, ma che per fortuna continua sempre a ritornare.

 

“I’d love to stay

the city calls me home

more hassles fuss and lies on the phone

I left my soul there,

down by the sea

I lost control there,

living free”

(The Sea, Morcheeba)

Photo credit: immagine di copertina. Le immagini nel testo, invece, sono state realizzate dalla sottoscritta ad eccezione della seconda presa dal blog personale di Giulio Macaione.

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