#Lanternesonore in VENETO

Paure economiche e rancori etnici creano confini dove è urgente l’integrazione, l’Italia è regione frazionata e infranta da sempre ma da sempre è un piatto in cui le culture si sono accostate scambiandosi sapori e mantenendosi intatte pur negli inevitabili conflitti. La musica è il mezzo più fluido di espressione e con #Lanternesonore tentiamo una superficiale immersione nella terra della Serenissima, tra piazze, conservatori, sotoporteghi e sottoscala dove si sono cristallizzate forme sonore che da lontano sono giunte a intridersi delle tradizioni dolomitico-adriatiche rinascendo a forme nuove, spesso come invisibili e mobili radici che nutrono e tengono in piedi un albero apparentemente immobile.

BOITO-MefistofelePartendo cronologicamente troviamo un personaggio poliedrico e arcano: Arrigo Boito nasce a Padova, compositore e poeta, esponente della Scapigliatura e amante dell’oscuro e del macabro. Compone ventenne la fiaba tartarica “Re Orso“, si trova combattente per Garibaldi e scrive libretti per Verdi e Ponchielli. Il suo è un immaginario pieno di ombre e di magia, visioni cimiteriali e demoniache; è seguendo questa vena che il prolifico autore traspone l’intero Faust di Goethe in una lunga opera denominata Mefistofele (1868), seguendo i passi wagneriani e cercando di unire Sublime e Orrido, Reale e Bello.

opusavantra1Ci spostiamo di qualche grado e troviamo un genere che in Italia ha avuto grande fortuna cercando spesso di far convivere stilemi classici con sonorità rock. La musica progressiva in Veneto conta molte formazioni, dai mitici Le Orme, ai meno noti Capsicum Red agli ancor più oscuri Opus Avantra, questi ultimi tentano più che mai di trascinare la musica al di là dei propri limiti confezionando un esperimento fatto di aleatorietà e immersione in sè. Donatella del Monaco, o Introspezione (1974, Trident) è una prova di musica concettuale, astratta ed astrusa che altalena momenti di smarrimento ad attimi di puro lirismo. Una testimonianza.

R-2184591-1268572603.jpegSolleviamoci verso atmosfere più definite ma senza perdere ancora una goccia di nero. Per gli amanti della musica oscura il Veneto infatti regala perle, una terra che ha dato i natali a molte correnti punk, metal e hard core realizza forse nei Contropotere – una formazione che unisce Padova a Napoli – la quintessenza di quella che è la sua musica di rigetto. Nessuna Speranza, Nessuna Paura (1988, Attack Punk Records) è un rito di disperazione e follia esorcizzata attraverso chitarre d’acciaio e strilli d’arpia, grezzo, orgiastico e sincero. «Con questa linea traccio un confine tra me e il mondo», militanti in tutta Italia realizzano raccordi difficilmente racchiusi in una corrente unica, che non sia buia e sotterranea.

8898b7e7f274406bb72141da8b157e7cDa questi abissi saltiamo a tutt’altre sfere per incontrare, fuori da qualunque orbita di genere, una formazione di stupefacenti natali veneti attivi da tempo ma in sordina, come può esserlo un cult movie. Gli Eterea Post Bong Band hanno navigato tra le sponde più prettamente artistiche della musica, sfuggendo alle logiche di mercato, collaborando con esposizioni, firmando colonne sonore per videogiochi e film porno. Epyks 1.0  (2009, Trovarobato) è il loro album più riconosciuto, un concept fortemente lisergico sulle tecnologie personal e le conseguenti concitazioni e interferenze, matematicamente complesso, demenziale e bambinesco come una costruzione lego con le istruzioni usate per far filtri.

no-inzroInvece dai polverosi scaffali di qualche collezionista tatuato di Castelfranco Veneto può scivolar fuori questo vinile, materiale di culto per gli amanti della scena new wave elettropop italiana più originale. No Inzro (1984, Rockgarage Records) dei Degada Saf è il bagaglio degli artisti d’oltralpe scosso da un estro latino, un duo che gioca coi suoni e le parole inventandone di nuovi, uno strano esperimento dove sembra di entrare in un tunnel a luci stroboscopiche, dove i significati si scompongono e l’assurdo e l’ironia vanno a braccetto verso proto raves urbani.

1440_1440_ninosÈ  da questo magma elettronico che sorgono tra i più giovani esponenti di musica dance (non in senso stretto), musica da ballare che compie un’inedita ed elettrizzante commistione tra samba e noise, batucada e drum machines, beat trascinanti che prendono il corpo per la colonna vertebrale. Ninos du Brasil con Muito N.D.B. (2009, LTI-009) hanno preso a piene mani l’energia iconoclasta della scena punk per riversarla tramite congas e maracas in una strada di Rio durante il carnevale. Il risultato e danza forsennata e sudata, nervose ritmiche implacabili e incontrollabili percussioni.

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