Lap, il cemento magico dell’Art déco

C’era una volta una piccola città a sud di Parigi chiamata Antony. A Antony vivevano due artisti, marito e moglie. Jean Charles Séailles e Speranza Calo.

Jean Charles Séailles incontra l’arte in famiglia. Suo padre, Gabriel, è uno storico della filosofia e critico d’arte, professore alla Sorbona e pensatore laico. Sua madre, Octavie Paul, chiamata Charles-Paul Séailles, dipinge nel gusto della scuola di Barbizon. Sua sorella, Céline, diventerà una stimata pittrice e decoratrice sotto il nome di Andrée Séailles. Jean Charles invece, dopo brillanti studi di scienze politiche, sostiene nel 1909 una tesi di dottorato in diritto, più votato, agli inizi, per la carriera intellettuale. Ma già da allora inizia a interessarsi e ad applicarsi anche al perfezionamento della meccanica dei motori termici, alla resistenza delle opere d’arte o alla chimica dei materiali. Insieme al suo amico Eugène Freyssinet mette a punto dei nuovi procedimenti di fabbricazione del cemento. Consulente ingegneristico, Jean Charles partecipa tra le due guerre all’amministrazione di varie società industrali. Quando scoppia la seconda guerra mondiale, ha già depositato più di una sessantina di brevetti d’invenzione.

Speranza Calo cresce in un milieu altrettanto creativo. Nata a Costantinopoli, Elpis Calogeropoulou è la figlia di un ritrattista e decoratore di chiese iniziato alla pittura. In seguito alla guerra greco-turca del 1897, la famiglia deve esiliarsi a Alessandria. È là che si manifestano i suoi doni musiciali. Con l’incoraggiamento di una potente famiglia greca, la giovane parte alla volta di Milano per lavorare la sua voce di mezzo-soprano con un maestro della Scala. È sicuramente all’epoca che assumerà il nome d’arte Speranza. Chiamata a Parigi per la sua voce, dal 1908 debutta verso una carriera di successo che l’ha condotta in viaggio in tutta in Europa per interpretare le arie tradizionali greche e le composizioni francesi contemporanee. Sposa Jean Charles nel 1913 mantenendo la sua personalità forte ed energica. Si mostrerà generosa a favore delle opere in memoria dei soldati della prima guerra mondiale. Ma non sarà solo una mecenate: si occuperà della casa familiare continuando la sua carriera di cantatrice e aprendo una corso di canto a Parigi, diventando simultaneamente decoratrice.

È nel 1918 che la coppia lascia la capitale per trasferirsi ad Antony insieme ai primi due figli, ed è lì che la famiglia si arrricchirà di altre due nuove nascite, nella residenza Raimon, che Jean Charles si decise ad acquistare nel 1920. Qualche anno più tardi, gravi problemi economici condussero Speranza a trasformare la proprietà in pensione di famiglia per ospitare amici e parenti. Ed è a quest’epoca che la storia magica inizia.

La tradizione vuole che il Lap sia nato per caso. Speranza avrebbe lasciato cadere del cemento nel contenitore dove teneva i suoi pennelli. È cercando di lubrificare il blocco che si era formato dall’incidente che Speranza si rese conto della cristallizzazione dei pigmenti sulla superficie della macchia. L’apetto grigio-chiaro del cemento, materiale emblematico delle costruzioni Art déco, faceva all’epoca ostacolo al suo impiego grezzo in architettura, e ciò preoccupava non poco i ricercatori che lavoravano su questo materiale. Fu senz’altro a partire da questa considerazione che Jean Charles seppe come sfruttare l’invenzione di Speranza, ossia capì come «rendere viva quella materia morta».

Il Lap non è altro che un cemento alluminioso speciale che presenta, per la decorazione, delle proprietà eccezionali: presa rapida, tinta chiara, superficie traslucida. Comme ogni cemento, deve essere gettato in uno stampo aperto, piatto o in rilievo. Prodotto costoso, il Lap è applicato sul fondo come sottile strato ricoperto poi da cemento classico, se necessario armato. È possibile conferire al Lap, malleabile, effetti granulati, screziati, marmorizzati mescolandovi dei pigmenti minerali e delle polveri, oppure fogli metallici (oro, argento, platino) che, al momento della presa e dell’indurimento del cemento, si trovino protetti da una fine pelle di alluminati in calce. Il numero infinito di combinazioni decorative possibili e la qualità sempre diversa di cristalizzazione rendono ogni pannello realizzato in Lap un pezzo unico. Per questa invenzione un primo brevetto è stato depositato a nome di Speranza Calo nel giugno del 1923.

È nel dicembre 1923 che Jean Charles sceglierà il nome Lap per questa nuova materia. Abbreviazione dal latino “lapis”, “pietra”, la parola è abbastanza breve da poter essere declinata a fianco di numerosi nomi di prodotti differenti. La marca Lap è depositata da Speranza Calo nel luglio 1924. Nello stesso periodo, la Società anonima del Lap è fondata a Parigi – all’indirizzo 38, Quai Henri-IV – incaricata dello sfruttamento commerciale di questo materiale in Francia e all’estero, fatta eccezione per il Belgio dove un’impresa speciale era stata creata qualche tempo prima. Alla fine degli anni 1920, la società disponeva di vari concessionari, filiali e aziende in Francia e in Europa, ma anche in Indocina, negli Stati Uniti e in America del Sud.

A partire dalla fondazione della società Lap nel corso dell’estate del 1924, il successo di questo materiale è rapidissimo grazie alla sua versatilità, soprattutto come applicazione architetonica. Per gli esterni le applicazioni sono multiple: rivestimento completo di facciate, rifiniture di negozi, o utilizzo limitato a certi dettagli e elementi delle costruzioni (le imposte delle porte del mercato centale di Reims ne sono un pregiato esempio). Per gli interni: è impiegato in lastre per il suolo e su intonaco per rivestimenti murali nei luoghi di culto, sale di spettacolo, sale di cafés e ristoranti, vestiboli di immobili ma non solo. È possibile realizzare in Lap anche mobilio decorativo urbano o domestico come fontane, camini, tavoli. Per sua natura, il Lap ha permesso un rinnovamento dei materiali usati dall’arte della decorazione, apportando soprattutto il colore: “della luce nell’abitazione”.

Più costoso del marmo, il Lap rimane un prodotto di alto livello, moderno per eccellenza, è stato scelto per tante architetture effimere presenti in esposizioni e saloni internazionali. Così, dei rivestimenti in Lap sono stati presentati al pubblico dal decoratore Francis Jourdain e dall’architetto Alfred Levard. Ma è soprattutto in occasione dell’Esposizione internazionale delle Arti Decorative e industriali moderne del 1925, a cui parteciparono anche i Delaunay, che il Lap fu rivelato agli occhi del mondo. Impiegato in sette padiglioni diversi dal decoratore Jacques-Emiile Ruhlmann, il Lap riceve una medaglia d’oro per le sue qualità prestigiose. baumanA partire da quel momento il Lap entra a far parte di centinaia di progetti pubblici e privati di cui restano ancora le tracce, come mostra la cornice del negozio del fiorista André Baumann ancora presente su boulevard Montparnasse a Parigi. La manufattura del Lap arrivò ben presto anche in pittura, figurano tra gli utilizzatori come interpreti e autori di motivi, Raoul Dufy e Léonard-Tsuguharu Foujita.

Ma l’opera più rappresentativa rimane il pannello realizzato dallo scultore Alfred Janniot per la raffigurazione della scena Leda e il cigno.

leda e il cigno

Molti pannelli uscirono direttamente dalle mani di Speranza Calo, purtroppo molti sono andati perduti: artista talmente impietosa verso se stessa che ne distrusse molti senza esitazione, tuttavia quel che resta delle sue creazioni è soprendente. larousseConcludiamo ricordando due grandi esemplari che hanno fatto la storia: i fratelli Jan et Joel Martel hanno utilizzato il Lap per creare un basso rilievo in omaggio a Claude Debussy; Albert Binquet e Georges Saupique hanno creato modelli in basso rilievo destinati alla decorazione delle facciate parigine, la più famosa, nemmeno a dirlo, è quella della libreria Larousse, se volete vederla passeggiate lungo Boulevard Raspail e cercate il civico 114.

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