#Libromania – Intervista a La confraternita dell’uva

Quando sono tornata dalla Francia ho scoperto La confraternita dell’uva, una libreria, osteria, wine/bar che si trova a Bologna, in via Cartoleria n. 20/B e che è stata aperta nel dicembre 2016. Sono andata qualche settimana fa per (ri)sentire la presentazione di Non ti faccio niente di Paola Barbato e ho chiacchierato con i ragazzi che lavorano lì. Il posto è davvero incantevole e si vede che i giovani che lavorano lì hanno tenacia e passione. Ho intervistato Giorgio Santangelo, proprietario della libreria insieme ad Antonio, che ci ha parlato di editoria, di John Fante, della commistione tra libri e vini. Lo ringrazio per le belle risposte, per il coraggio e per avere aperto a Bologna un posto così.

Comincio chiedendovi di raccontare qualcosa di voi e di come sia nata l’idea della libreria/wine bar.
Io mi sono trasferito a Bologna nel 2010, ho studiato Lettere Moderne, poi ho conseguito sempre qui la magistrale in Italianistica. Antonio ha studiato Giurisprudenza a Camerino e poi è venuto qui a Bologna a fare un master in Food and Wine Management alla Bologna Business School. Avevo un’idea del genere già da tempo, ho lavorato all’estero facendo dei tirocini grazie al progetto Erasmus. Ho lavorato a Bruxelles, a Piola Libri. Piola in torinese significa osteria e si trovaIMG_20171002_111926 vicino la Commissione Europea, è un posto del genere gestito da Jacopo e Nicola, modenese e torinese, che hanno deciso come me e Antonio di unire le loro peculiarità. Uno voleva aprire una libreria, l’altro aveva già un’enoteca dove si poteva anche mangiare, una sorta di wine/bar. Hanno deciso di mischiarli e creare questa realtà. Ho fatto anche altri tirocini, ho lavorato a Le Nuvole, un’altra libreria italiana di Barcellona e in triennale ho fatto un tirocinio da Modo Infoshop, la libreria in via Mascarella (BO). Antonio ha ereditato dal padre la passione per il vino, per la cucina, ha fatto qualche corso di degustazione. Si è avvicinato a un certo tipo di vino, ha un certo tipo di conoscenza e ha fatto un tirocinio da Alce Nero durante il master, per questo qui abbiamo anche prodotti biologici, prodotti di qualità.

Da dove deriva il nome La Confraternita dell’uva?
La confraternita dell’uva è un romanzo di John Fante, pubblicato nel 1977. John Fante, italo-americano, è uno scrittore per cui vado pazzo e il libro è, secondo me, la perfetta unione tra l’ambito del wine/bar e della libreria perché narra di questi italiani emigrati negli Stati Uniti che una volta trasferitisi lì, invece di integrarsi, hanno continuato la loro vita italiana negli USA, piantando vigne, facendo vino. C’è il mitico Angelo Musso, una figura straordinaria di quel libro che tutti gli altri vecchi italiani idolatrano come se fosse un dio perché è lui che fa il vino. Se d’inverno c’è una gelata, loro non avranno il vino; se lui muore prima di loro, loro non potranno continuare a bere il suo nettare, come scrive John Fante. Adorano questo vecchio muto, che non parla, tranne che alla fine del romanzo in cui dice una frase bellissima riferendosi al padre di Fante: «è meglio morire di bevute che morire di sete, è meglio morire tra gli amici che in un letto di ospedale». È un romanzo in cui c’è molto di letteratura perché parla della voglia di Fante di diventare uno scrittore, c’è tutta una serie di digressioni al passato nel quale Henry Molise, uno degli alter-ego di Fante, ricorda se stesso i primi anni a Los Angeles quando cercava di diventare uno scrittore, fa lavoracci pur di mantenersi e al contempo parla di questo padre, dei suoi amici, dei balordi che andavano in giro per San Elmo, città inventata della California, a fare i bagordi, a bere e molto spesso erano anche dei puttanieri. Per questo ho pensato che La confraternita dell’uva fosse un buon nome.

Ho visto che siete tra le librerie che hanno aderito a Goodbook. Come siete diventati una libreria point? Come avete scoperto il progetto? E, soprattutto, funziona?
Goodbook (per chi non lo sapesse) è un progetto nato da Centro Libri e ha una distribuzione editoriale che si trova in provincia di Brescia, una delle poche indipendenti non legata ai grandi marchi editoriali. Io l’ho scoperta a Bruxelles. Sia lì che a Barcellona usavano Centro Libri, ho imparato a usarlo e mi è venuto naturale contattare loro come distribuzione subito prima di aprire la libreria. A Bruxelles ho visto che usavano molto Goodbook, un portale online, creato da questo grossista, in cui poter ordinare libri come si potrebbe fare con Amazon, ma la differenza è che il libro IMG_20171002_111935non viene pagato sul momento. Viene, infatti, ritirato in una libreria point più vicina all’acquirente. Quindi, tu ordini l’ultimo libro di Stefano Benni e sei al lavoro? Magari ti arriva per posta e non c’è nessuno e quindi lo mandano indietro al centro smistamento e magari devi andare in periferia? Invece, ordinandolo con Goodbook arriva in libreria da me e lo vieni a ritirare quando vuoi, senza pagare prima e dunque evitando che questi soldi finiscano nel mare magnum di internet che chissà dove vanno. Usando Goodbook li reinvesti nella comunità, nella località e nella libreria indipendente e porti avanti un progetto. Per il suo funzionamento, dipende. Ogni tanto facciamo delle campagne sconto con Goodbook e lì c’è una maggiore affluenza, noi siamo partiti da quasi dieci mesi ed è un progetto a lungo termine: Goodbook è anche una questione di fidelizzazione, di fedeltà che i clienti devono vedere in te. Io lo consiglio molto spesso, anche perché mi vengono richiesti molti libri da ordinare e se i clienti lo ordinano da Goodbook mi fa piacere per portare avanti anche quell’iniziativa. È un portale che deve crescere ed è un’idea bellissima, secondo me.

Che tipo di eventi organizzate?
Come libreria ovviamente portiamo avanti tutta una serie di presentazioni, in gran parte legate all’editoria indipendente che, diciamo, è il nostro pallino perché vogliamo far conoscere alla gente quel tipo di case editrici che difficilmente possono essere conosciute andando in librerie di catena o in un supermercato dove si trova il solito libro consigliato, il solito libro da classifica. Al momento per esempio non so nemmeno chi si trovi al primo posto in Italia. Diciamo che c’è un buon 70% di possibilità che sia Camilleri, non che sia male anzi fino a quando c’è Camilleri va bene. Il problema è quando escono certi libri disgustosi…
Cerchiamo di organizzare le presentazioni insieme alle case editrici, abbiamo fatto degli incontri dove abbiamo presentato le case editrici, per esempio sono venuti i ragazzi di Racconti Edizioni, a maggio Atlantide, il 17 ottobre verranno i tipi di Black Coffee, un’altra casa editrice indipendente fiorentina, questi incontri sono state apprezzati e interessanti. Facciamo anche dei workshop: abbiamo organizzato un corso di avvicinamento al vino (che è andato sold out!) e anche un workshop intensivo di scrittura creativa il 14 e 15 di ottobre. La gente sta rispondendo abbastanza bene, noi cerchiamo di mantenere dei prezzi accessibili perché questi corsi hanno un loro costo specifico e bisogna pagare le persone che lo organizzano. Molto spesso uno non pensa che c’è bisogno di pagare la professionalità, per esempio qualcuno può dire “Ah, io vengo a fare il corso del vino, devo pagare”, bisogna capire che non si paga solo la bottiglia, si paga anche il sommelier che ti insegna perché quel vino è buono rispetto a un vino che compri in giro.

Volete darci qualche anticipazione per questo mese?
Come dicevo prima, il corso di scrittura creativa che partirà il 13 ottobre ed è dedicato al viaggio. Il workshop sarà tenuto da Alessio Romano, scrittore abruzzese. Poi abbiamo il corso di avvicinamento al vino che inizia a ottobre e si protrarrà fino a dicembre. L’incontro con Black Coffee e anche una serata (giovedì 19 ottobre) dedicata a un autore che ci piace tanto, Pier Vittorio Tondelli, con Luca Zanesi, il suo ultimo compagno che mi ha detto che vivevano insieme inIMG_20171002_112012 via Fondazza, proprio dietro la libreria. Speriamo di riprendere presto con i concertini dal vivo, cosa che abbiamo già fatto, ma che al momento, per problemi burocratici con il comune, non riusciamo a fare attualmente. A fine ottobre, il 26, presenteremo Nel paese di Mister Coltello, edito da Les Mots Libres edizioni, casa editrice indipendente fondata a Bologna nel 2016.

Come fare per seguire ciò che organizzate?
Potete seguirci tramite Facebook, Instagram o iscrivendosi alla nostra newsletter (potete mandare un messaggio con il vostro indirizzo mail a barlibrerialaconfraternita@gmail.com oppure passando in libreria). Con grande ritardo stiamo per lanciare il nostro sito internet che abbiamo già fatto, ma che per motivi x, tempistiche e quant’altro non abbiamo ancora attivato.

Qual è il genere letterario che vi piace di più? E quello che vi piace di meno?
Mi piacciono i bei libri, non mi interessa il genere. Ho letto di recente Non ti faccio niente di Paola Barbato con cui abbiamo fatto una presentazione a proposito del nuovo romanzo. Lei è una scrittrice che è inserita nel thriller/noir perché nasce come sceneggiatrice di Dylan Dog, scrive dei libri con storie abbastanza intense, violente che però, a mio avviso, non sono thriller o noir, vengono catalogate in quell’ambito solo perché nel mondo editoriale tutto deve essere catalogato e facile da spiegare all’acquirente. Al contempo, mi piacciono i grandi romanzieri americani della prima metà del Novecento che sono molto lontani rispetto a una scrittrice di questo tipo. Sono stato un grande appassionato di fantasy quando ero ragazzo, ho letto tutti i libri di Terry Brooks, Tolkien, J.K. Rowling, Christopher Paolini. Non IMG_20171002_112201disdegno romanzi d’amore se sono ben scritti. A me piace la letteratura ben scritta, a prescindere dal genere. Il romanzo è il romanzo e se l’autore ha qualcosa da comunicare e lo sa comunicare bene, mi piace. Mi piacciono anche la poesia e il fumetto, molto spesso screditato, solo ultimamente inizia a essere un fenomeno di costume. Leggo fumetti da quando ero bambino e, andando avanti col tempo, sono sempre andato alla ricerca di cose più interessanti, come i romanzi grafici. Abbiamo una sezione dedicata al fumetto che cerchiamo di tenere sempre viva con novità e con classici, graphic novel che secondo me chiunque voglia avvicinarsi al fumetto dovrebbe leggere come Maus di Art Spiegelman, Contratto con Dio di Will Eisner, Persepolis di Marjane Satrapi. A volte ho difficoltà a reperire fumetti, per esempio è difficile trovare alcune graphic novel di Alan Moore oppure di Andrea Pazienza. Il mondo editoriale è un mondo strano: adesso non sono pubblicate alcune edizioni di Jack frusciante è uscito dal gruppo. Terminata una, hanno programmato la ristampa ma al momento non si può ordinare niente.

Per finire, un libro che vi ha cambiato la vita?
Chiedi alla polvere di John Fante perché letto quello, tutto è cambiato nella mia vita e mi ha portato a trovarmi qui e a essere intervistato da voi.

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