LORO 1 – Il ritratto di un paese in declino

Perché chiamare Loro un film su Berlusconi? Semplice, perché Loro non è un film su di “Lui”. L’ultima fatica di Paolo Sorrentino, come già le precedenti, è infatti un’opera corale. Protagonista non è il Cavaliere, che pure è presente anche quando non c’è, ma l’entourage che ruota appunto attorno alla sua figura. “Loro” sono quelli che contano, o che vorrebbero contare qualcosa.

41.LORO1_Kasia_Smutniak_Riccardo_Scamarcio_01612_photo_by_Gianni_FioritoOvunque nasi che colano, fiumi di coca, gente pronta a tutto tranne che a far fatica. Eppure, come confesserà la meravigliosa Kasia Smutniak, la vita è più dura per chi non sa far nulla. Cosa sa fare, ad esempio, Sergio Morra (Riccardo Scamarcio)? Niente, a parte prostituire la moglie in cambio di appalti. Il suo unico desiderio è scappare da Taranto, arrivare sino a “Lui” per poter farsi notare. Berlusconi è un papa che non concede udienza, ma a cui tutti vorrebbero chiedere una grazia. Si potrebbe dire, se questo ruolo non fosse ricoperto da un altro personaggio, che Berlusconi è Dio. Onnipotente, presente nella sua assenza, non fa che negarsi per aumentare il proprio potere. La sua arma è la retorica, appresa dagli stessi Salesiani, con la quale trasforma la parola in realtà. Come spiega infatti al suo scettico nipote, non è importante dire la verità ma convincere gli altri delle proprie menzogne. Il suo scopo è sedurre, condurre a sé, e poco importa che la preda sia una portinaia o un calciatore di fama mondiale. Tutti, credendo di conquistarlo, non fanno che finire nella sua rete. Tutti tranne la moglie (Elena Sofia Ricci), l’unica a conoscerlo per quello che è. Veronica è infatti immune al suo carisma, ne è anzi infastidita, ed è la sola a lottare per la propria dignità. Legge Saramago e apprezza Francis Bacon, laddove il marito, in quanto a cultura, si limita a trasmettere i quiz di Mike Bongiorno. Berlusconi, al contrario di Agnelli, non è certo un erudito. È uno che non sa nulla, ma capisce tutto. Un uomo che ha paura di sparire, di diventare vecchio e inutile. Insomma ha paura, come i suoi avversari, di finire nella sua spazzatura. E di spazzatura, in questo film, ce n’è letteralmente tanta. Interi vagoni che esplodono diventando poi pasticche, MDMA party, in una scena surreale che trasforma Zabriskie Point in The wolf of Wall Street.

15.LORO_1_Toni_Servillo_Elena_Sofia_Ricci_03312_photo_by_Gianni_FioritoSorrentino, come ogni regista che si rispetti, è attraverso il cinema che guarda la realtà. Le citazioni sono infatti innumerevoli, lui stesso ironizza sulle somiglianze con La dolce vita, ma sembra piuttosto che sia la società, e non l’arte, a riproporsi identica. Loro è un grande affresco dell’Italia degli anni Duemila, che è poi l’Italia dei decenni che la precedono: un paese di accattoni, tangenti ed onorevoli. E se tutto è declinato nel consueto stile, grottesco ed esagerato, l’effetto, a differenza di quanto accade ne Il divo o ne La grande bellezza, è tutt’altro che caricaturale. Il regista napoletano non ha trovato la sua voce, già l’aveva, ma un soggetto che finalmente le si accorda: invece di ridicolizzare la tragedia ha preferito indagare la farsa. L’ironia certo non manca, come anche le scene improbabili, ma dietro il chiacchericcio qui non c’è solo squallore. Dietro lo squallore c’è l’umanità, forse patetica ma quasi mai ripugnante. Un’umanità pavida che, chiamata al cospetto di Dio, preferisce fargli una sega invece di guardarlo in faccia. Un’umanità, a ben vedere, non dissimile dal gregge di Arcore.

42.LORO1_01827_Fabrizio_Bentivoglio_photo_by_Gianni_FioritoLoro non è dunque un ritratto di Berlusconi, grande motore immobile, ma un ritratto impietoso di noi che lo guardiamo. Sorrentino ci mette infatti davanti a uno specchio, rivelandoci quello che già sappiamo di noi e del Paese in cui abitiamo. Si tratta di una realtà troppo deforme per poter essere ulteriormente distorta e d’altronde, come recita l’epigrafe di Manganelli, è «tutto documentato, tutto arbitrario».

Tutto così bello da voler vedere il seguito, pur sapendolo altrettanto osceno.

Photocredits: www.filmtv.it

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