#martedìarte: Berndnaut Smilde, l’artista di nuvole

Le nuvole hanno sempre affascinato i popoli dall’origine del mondo e hanno influenzato artisti e autori di tutti i paesi. Basti pensare ad Aristofane e a una delle sue commedie più famose, Le nuvole, che nella rappresentazione teatrale indicano la filosofia, bersaglio di Aristofane. E dopo il commediografo greco molti sono stati coloro che hanno dedicato alle nuvole parole o che le hanno inserite nei loro quadri: tra questi Lucrezio, Luciano, Giotto, Andrea Mantegna, Leonardo Da Vinci, Albrecht Dürer…

Studio di nuvole, 1822 – Constable

Rilevanti nel nostro immaginario, le nuvole, acquisiscono più importanza dal Romanticismo in poi grazie a Percy Shelley, Goethe, Victor Hugo, per quanto riguarda la letteratura e la poesia, e Monet, Boudin, Degas, Sisley, Friedrich, Courbet, per quanto riguarda l’arte. Le nuvole, poi, sono state centrali nei quadri di John Constable (1776-1837), uno dei migliori paesaggisti inglesi. In pieno periodo romantico, Constable aveva scelto come soggetto delle sue opere proprio la natura e, ancora oggi, viene ricordato come uno dei primi studiosi delle nuvole in ambito artistico. Le nuvole continuano a essere rappresentate nel Novecento grazie a Emil Nolde, René Magritte, Roy Lichtenstein. Negli ultimi tempi, invece, altri sono stati i metodi per rappresentare le nuvole: il fotografo Chema Madoz le ha usate in alcuni suoi scatti combinandole con oggetti diversi (peculiarità delle sue fotografie), mentre l’artista Leandro Erlich le ha inscatolate. E poi, c’è Berndnaut Smilde, che le nuvole le crea.

Fotografia di Chema Madoz

Fotografia di Chema Madoz

Sul numero 3200 di Topolino c’era una storia intitolata Topolino e le artinuvole per il ciclo La storia dell’arte di Topolino. Questa storia, sceneggiata e disegnata rispettivamente da Roberto Gagnor e Stefano Zanchi, è ispirata alle creazioni ditopolino Berndnaut Smilde, artista olandese nato nel 1978. Smilde si è diplomato in belle arti alla Hanzehogeschooll di Groningen e attualmente vive e lavora ad Amsterdam.

Smilde ha acquisito notorietà grazie alla realizzazione di nuvole artificiali in ambienti chiusi: queste opere durano pochi minuti tanto che Smilde – oltre alle installazioni e alla scultura – riversa la sua arte anche nella fotografia per immortalare le sue creazioni. In un’intervista a MyTemplart, Smilde ha dichiarato che la sua arte è basata sul dualismo, sul paesaggio e sulla posizione di chi la guarda: «Just as my cloud works (Nimbus) build up and fall apart at the same time, my installations and sculptures question construction and deconstruction, size, temporality, function of materials and architectural elements.»

Smilde sceglie di rappresentare le nuvole perché sono un fenomeno atmosferico che lascia gli uomini senza fiato e che, nel corso dei secoli, ha affascinato milioni di uomini che hanno ritratto le nuvole o fondato miti su di esse, come si è visto sopra.

Per dare vita alle nuvole Smilde ha dedicato i suoi studi sia alla pressione dell’aria che all’umidità per potere ricreare il fenomeno atmosferico nei luoghi che divengono scenari per le sue creazioni: «Mi piace domandarmi se i lavori sono in grado di modificare lo spazio, o interrogarmi sul modo in cui vediamo lo spazio dopo che le nuvole sono evaporate. E in tutto ciò abbiamo solamente la documentazione di qualcosa che è accaduto. […] Sicuramente la densità, la dimensione, la forma e il peso è qualcosa che devo considerare attentamente e adeguare. Le nuvole devono avere un certo peso e ingombro. Al fine di essere in grado di identificarmi con il lavoro (mentalmente e fisicamente), le proporzioni tra la nuvola e lo spazio devono essere corrette.»

Nimbus cukucurmaill 2013

Nimbus cukucurmaill 2013

Il ciclo Nimbus, dedicato appunto alle nuvole, presenta un momento e un fenomeno fugace in un ambiente specifico. «Possono essere interpretate come un segno di perdita o di trasformazione, o solo come un frammento di un dipinto classico. La gente ha sempre avuto una forte connessione metafisica con le nuvole e nel tempo hanno creato molti progetti su di loro.» Creando nuvole che svaniscono poco dopo, Smilde si dedica anche all’aspetto temporaneo delle sue creazioni. L’aspetto fisico dei suoi lavori è molto importante, ma alla fine tutto resta soltanto come fotografia che è, a tutti gli effetti, un documento di ciò che è avvenuto.

Uno dei progetti di Smilde che ha riscosso molto successo è stato Iconoclouds 2013 commissionato per l’Harper’s Bazaar in cui l’artista ha creato delle nuvole accanto a personalità di spicco nel mondo della moda come Donatella Versace e Dolce & Gabbana. «Quello è stato un esperimento di successo e una sfida a introdurre un altro (iconico) personaggio nel lavoro. Ero curioso di capire se l’opera poteva funzionare come ritratto», ha detto durante l’intervista a MyTemplart. Sul suo sito, Smilde segnala che dal 18 gennaio fino a giugno 2018 ci sarà un nuovo progetto intitolato Smoke and Clouds presso l’Hermann Struck Museum a Haifa in Israele.

ICONOCLOUDS 2013

ICONOCLOUDS 2013

È strano pensare alle nuvole come soggetto, soprattutto perché nei paesaggi sono soltanto degli elementi e, invece, questo fenomeno atmosferico ha una forza incredibile e un’attrazione unica: pensate, per esempio, all’espressione «Avere la testa tra le nuvole» o, tornando ai giorni nostri, ai cloud, gli spazi digitali in cui archiviare i file e ai tag-cloud, le nuvole composte da parole chiave. E quanti, spesso, guardando il cielo cercano di individuare a cosa somigli questa o quella nuvola?

Fuori s’estende la terra vuota fino all’orizzonte, s’apre il cielo dove corrono le nuvole. Nella forma che il caso e il vento dànno alle nuvole l’uomo è già intento a riconoscere figure: un veliero, una mano, un elefante. (Italo Calvino)

Photocredit: www.collater.al; www.topolino.it; www.berndnaut.nl.

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