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Nel buio tra gli alberi di Giulio Macaione

Il fumetto di cui vi parlo oggi ha due storie: la prima è quella scritta dall’autore, la seconda è quella di una lunga attesa, di un servizio postale che disperde le mie consegne, di mesi senza fissa dimora e senza nome sul campanello. Però, è anche la storia di quella felicità incredibile che si prova nel vedere un pacchetto giallo nella tua, finalmente, buchetta per la posta, nel sentire il fruscio delle pagine sfogliate e nel poter dare, dopo tanto, un volto e una trama ad una storia di cui hai immaginato a lungo.

Benché la storia delle sfortune nascoste dietro questo fumetto sia avvincente, e forse anche non del tutto nuova a molti, quella raccontata da Giulio Macaione nel suo ultimo lavoro autoprodotto: Nel buio tra gli alberi è mille volte meglio e https://goo.gl/a2nQ4jora vi spiego anche il perché.

Per chi ci legge già da un po’ questo nome non è affatto nuovo. Abbiamo, infatti, già recensito il suo bellissimo Basilicò e il precedente fumetto autoprodotto La fine dell’estate. Macaione torna con una storia che, come sempre, non delude. Questa volta i personaggi sono dei ragazzini: Guido, Tommaso, Ettore e Silvia, che decidono coraggiosamente di inoltrarsi nel bosco per cercare la piccola Aurora scomparsa ormai da giorni. Una storia in stile decisamente anni ’80 e ’90 che ricorda, anche attraverso palesi rimandi, un horror con un’ atmosfera alla Stranger Things.  

Torna un tratto distintivo di Giulio Macaione: l’uso della bicromia. Se in La fine dell’estate ci eravamo lasciati trasportare dalle calde tonalità di blu e arancio, ora si torna al bianco e nero, scelta quasi obbligata per creare la giusta atmosfera. Tornano anche i disegni dal tratto preciso e curato e l’attenzione al dettaglio, soprattutto nelle espressioni: gli occhi sbarrati per la paura, le lacrime che rigano i volti di una bambina piena di paura o di un fratello preoccupato.

Nel buio tra gli alberi, però, non è solo una bicromia di colori, ma anche di emozioni: è il racconto di un’oscurità, di una paura inconscia e profonda che prende le sembianze dell’uomo nero, un grande classico che di certo non perde mai la sua efficacia. Man mano che il gruppo si inoltra nella foresta uno dei componenti viene meno, risucchiato dal buio tra gli alberi senza lasciare traccia. E non è certo un caso che l’ultimo ad essere inghiottito dalle ombre è proprio Tommy.https://goo.gl/dtY7HM

Come per La fine dell’estate anche per questo nuovo lavoro la brevità non è affatto un punto a sfavore della storia, anzi, è forse proprio questa caratteristica che la rende ancora più efficace. Il finale, però, è senza dubbio il punto di forza di questa breve storia. Inaspettato e aperto, ci lascia a bocca aperta e senza soluzione, o almeno così sembra. Nella storia, come nella vita reale, ci chiediamo: è possibile mettere la parola fine alla paura?

Se grazie a Basilicò si assaporano i sapori e profumi di casa, con La fine dell’estate si ascoltano i suoni delle onde e riaffiorano i ricordi, con Nel buio tra gli alberi torniamo bambini e insieme diventiamo grandi, posti di fronte alle incertezze e alle paure di ieri, di domani, e ancor più di oggi.

Immagini: https://goo.gl/hQYXDM, https://goo.gl/a2nQ4j, https://goo.gl/dtY7HM

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