Nimona: una punk eroina dalle mille forme

Il 22 aprile le librerie Feltrinelli di Piazza Ravegnana a Bologna hanno avuto l’onore di ospitare una giovane e talentuosa fumettista americana, Noelle Stevenson, e noi di Tropismi non potevamo certo mancare! L’incontro è stato organizzato insieme al team di Bilbolbul. Festival internazionale di fumetto e l’intervista è stata affidata ad un’altra ospite d’eccezione, la bravissima Flavia Biondi, autrice di “La Generazione” e ben conosciuta nel panorama del fumetto italiano.

Noelle Stevenson

Diplomata al Maryland Institute College of Art, Noelle Stevenson si fa notare inizialmente come fan artist e dal 2015 il suo nome appare come co-scrittrice della serie Lumberjanes insieme a Grace Ellis, Shannon Watters e Faith Erin Hicks. Sempre nello stesso anno inizia il suo lavoro come scrittrice per la Marvel Comics per la serie Thor e Runaways.

https://www.google.it/search?q=nimona&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwidyIbF3LjMAhWJLsAKHeiSARMQ_AUIBygB&biw=1304&bih=707#imgrc=aAaxJuzTbGdYlM%3ANimona nasce come progetto scolastico ed è, senza dubbio, il lavoro più maturo di questa artista. Come fa notare Flavia Bondi, si tratta di un fumetto che ha visto una profonda evoluzione sia per quanto riguarda la parte grafica che quella della storia e delle tematiche trattate. Il racconto ruota intorno al personaggio di Nimona, da cui il fumetto prende il nome, una mutaforma che diventa il braccio destro del cattivo Blackheart nella lotta contro la Institution of Law Enforcement and Heroics. Si tratta di un personaggio decisamente fuori dagli schemi che sovverte gli stereotipi e che, come la stessa Stevenson afferma, in alcuni momenti sembra provenire da un’altra storia. La si potrebbe quasi definire una mutaforma non solo per quanto riguarda l’aspetto fisico, ma anche quello caratteriale, ed è proprio questa particolarità che rende difficile classificarla come eroina o cattiva.

Viene naturale chiedersi come mai, tra i tanti poteri che si potrebbero attribuire ad una pseudo eroina, la Stevenson abbia scelto per Nimona proprio quello di cambiare forma. La risposta viene da un desiderio della scrittrice stessa, la quale da ragazzina avrebbe voluto avere un simile potere per riuscire ad integrarsi. “La storia di Nimona, è quella di una adolescente che risponde alle emozioni nella maniera più fisica possibile”, dice la Stevenson, perché essere adolescenti significa proprio sentirti dei mostri, non sapere ancora quale sarà la forma che si prenderà in futuro. E allora Nimona diventa metafora di una fase di transizione e di ricerca di se stessi che è l’adolescenza stessa.

Al centro della storia, e in generale della scrittura della Stevenson, c’è la tematica dell’amicizia. https://www.google.it/search?q=lumberjanes&espv=2&biw=1304&bih=707&tbm=isch&imgil=6IgDbJnVCIt7uM%253A%253BgTqhJHxCvgTjWM%253Bhttp%25253A%25252F%25252Fwww.boom-studios.com%25252Flumberjanes-01-cover-a.html&source=iu&pf=m&fir=6IgDbJnVCIt7uM%253A%252CgTqhJHxCvgTjWM%252C_&usg=__PenkN3EdPNFqnfh6soQ8gLXJukU%3D&ved=0ahUKEwi7pdnf3LjMAhWEBcAKHSbMDT4QyjcIMA&ei=A-IlV_uXMISLgAammLfwAw#imgrc=6IgDbJnVCIt7uM%3ALumberjanes racconta le strane avventure di cinque amiche per la pelle, mentre Nimona mette in scena il particolare rapporto che nasce tra Ballister Blackheart e la sua giovane aiutante. Nello specifico, l’idea dell’autrice è quella di indagare ed esaminare le difficoltà delle amicizie, osservare come nascano e come arrivino ad una rottura. A tal proposito, non si può certo evitare un quesito che nasce spontaneo leggendo la storia: qual è il rapporto che lega i due personaggi maschili di Blackheart e Goldenlion? Nessun dubbio, tra i due c’è un grande e palese romanticismo che fa presupporre che un tempo fossero legati da qualcosa di più di una semplice amicizia. La stessa Stevenson conferma che nella sua testa esiste, nonostante tutto, un lieto fine per questi due “rivali”.

L’incontro termina con un utile e interessante consiglio per tutti coloro che intendano buttarsi nel complicato universo dei fumetti, e non solo. La chiave, dice l’autrice, è buttarsi e non aspettare di essere notati da una grande casa editrice. Bisogna “prendere la migliore storia che ciascuno pensa di poter raccontare e continuare a farlo”.

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