Non stancarti di andare – Un inno al coraggio, alla bellezza e all’amore

«Immersi nella tragedia della vita, abbiamo il dovere di ricordare che intorno a noi c’è bellezza»: lo scrissi il giorno dopo l’attentato al Bataclan di Parigi. Il telegiornale ci ricorda ogni giorno quanta miseria, quanto orrore, quanta ingiustizia ci sia nel mondo e questo ci influenza, a volte in positivo, molto spesso in negativo. Ecco, allora perché scrissi quella frase, NSDA variantvolevo ricordarmi che al mondo non c’è solo bruttezza, non è tutto sporco ciò che abbiamo intorno. Noi possiamo renderlo armonico, possiamo ricercare la bellezza e, se non c’è, crearla. Questo è l’insegnamento più grande che mi ha dato Non stancarti di andare, ultima opera di Teresa Radice e Stefano Turconi, edita da BAO Publishing. È un libro sulle vocazioni, ha detto Teresa durante la conferenza al Lucca Comics and Games 2017, ma in realtà, lo scrive poi alla fine dell’opera, è anche «un libro sulle eredità: su come gestiamo quello che ci è stato lasciato…e su cosa lasciamo a nostra volta.» A me, questo libro, ha lasciato tante sensazioni diverse, emozioni che si sono scatenate in risate e lacrime. È una storia intensa, dolorosa, ma allo stesso tempo, viva, divertente, in continuo movimento.

Tante sono le vite che viviamo in Non stancarti di andare: c’è quella di Iris, protagonista della storia, giovane donna che ha seguito la sua vocazione per l’arte facendola diventare un mestiere; c’è Ismail, compagno di Iris, ragazzo siriano che sarà docente di arabo alla scuola di Lingue e professore di calligrafia all’Accademia di Belle Arti; c’è zia Tiz che fa nascere vite e che è come una seconda IMG_20171205_120834madre per Iris; c’è Maite, eccentrica madre di Iris in giro per il mondo per via del suo lavoro; c’è padre Saul, amante dell’Islam, «della solidarietà dei musulmani, della loro generosità verso i più poveri»; c’è amore minuscolo, che ancora è dentro e non fuori. E, poi, ci sono tanti altri personaggi, ognuno con la loro storia, legati attraverso fili sottili, ma resistenti. La storia è ambientata nel 2013, ma ci sono moltissimi flashback che partono addirittura nel 1933 e abbracciano più generazioni della grande famiglia di Iris e di Ismail. E con grande famiglia non intendo soltanto i legami di sangue, ma anche quelli amichevoli, amorosi, gli incontri con persone che entrano nella vita altrui per restarci così come padre Saul, ispirato a padre Paolo Dall’Oglio, narratore di Dio, che ha fondato negli anni Ottanta la comunità monastica cattolico-siriaca Mar Musa, e così – come padre Paolo – anche padre Saul si trasferisce in Siria per dare vita a una comunità pacifica, un luogo in cui regna «la pace dei silenzi condivisi».

Finché un giorno, un musulmano di Siria mi presenta un prete italiano che dice messa in arabo ed è innamorato dell’Islam: nell’immensità del deserto, ha costruito un nido di indiscriminata accoglienza, per chiunque desideri incontrarsi, indipendentemente da credo, provenienza, sesso, colore. Qui si coltivano rispetto, considerazione, amicizia, dialogo, fraternità. Si chiama padre Saul: è un ribelle controcorrente, uno che non teme di ribaltare i tavoli o contraddire le leggi. Dà scandalo, la folle letizia con cui si circonda di chiunque cerchi un approdo, senza distinzioni. E più è disarmato, più conquista.

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Nel 2013, Ismail e Iris si trasferiscono nella casa in cui lei ha abitato da bambina insieme alla madre Maite e che – prima di loro – è stata abitata da nonna Clementina, trisavola di Iris. I due giovani sono entusiasti e pronti per vivere una nuova vita, ma Ismail sente il bisogno di tornare in Siria e parte, lasciando Iris tutta sola…anzi, non proprio. Dopo la partenza di Ismail, Iris scopre di essere incinta e così comincia ad aspettare sia il nascituro, scrivendogli bellissime lettere e chiamandolo Ismairis, sia il suo compagno, del quale non ha più notizie. Ismail, infatti, arrivato in Siria, viene rapito e dovrà affrontare situazioni difficili prima di tornare dalla sua amata. Non stancarti di andare è una storia sulla distanza e sull’attesa, entrambe con gradi e sfumature differenti. Una distanza non soltanto geografica tra Italia, Siria, Argentina, Turchia, ma anche temporale in modo tale da rendersi conto che il tempo cambia i rapporti, ma cerca – allo stesso tempo – di tenerli al sicuro, di lasciare in tutti qualcosa (a proposito di eredità). Tra le pagine il lettore entra in empatia con tutti i personaggi, ma soprattutto costruisce un rapporto con Iris e con Ismail, divisi come vuole il grande topos letterario della distanza fra gli amanti: «attendere:», spunta nella quarta di copertina, «infinito del verbo amare». Perché è proprio l’amore a dare a Iris e Ismail la forza di aspettare l’altro. E mentre Iris passa le sue giornate sperando che il telefono squilli, facendo passeggiate in Alto Adige, riscoprendo sua madre, guardando il suo corpo modellarsi per Ismairis, Ismail è costretto a compiere un viaggio faticoso che dalla Siria lo porta in Egitto. Un uomo audace che rischia tutto pur di tornare nella sua nuova casa.

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In Non stancarti di andare, Turconi e Radice disegnano e scrivono sulla situazione in Siria e sulla questione migranti, quelli di ieri e quelli di oggi, lasciando cadere i pregiudizi e mostrando cosa c’è dall’altra parte. Le parole di Teresa, arricchite da frammenti poetici e prosaici, si incontrano con i disegni di Stefano, frutto di studio e di inarrestabile bravura, attenti ai particolari (soprattutto nei paesaggi mozzafiato) e ai colori sia freddi che caldi, a seconda della situazione c’è spazio per tutti.

 Forse si è detto troppo poco, o forse troppo, ma Non stancarti di andare è un’opera che tutti dovrebbero leggere per molti motivi: la verosimiglianza della storia, la perfezione e la bellezza dei disegni, l’autenticità dei sentimenti. Infine, per i personaggi della storia, simili alle tessere del puzzle che sono diverse ma che si incastrano alla perfezione.

Fortunato Mickey cuorcontento a cui è stata dedicata questa storia (insieme a Padre Paolo Dall’Oglio, «seminatore di abbracci, narratore di Dio»), fortunati tutti coloro che leggeranno questa storia e la faranno loro.

Abbiamo parlato di Teresa Radice e Stefano Turconi a proposito di: Il porto proibito, Viola Giramondo, Orlando curioso e il segreto di monte Sbuffone.

Photocredit: Le immagini sono state prese dalla pagina Facebook di BAO Publishing e alcune sono state scattate dalla sottoscritta.

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