Olga di carta – La diversità non è una malattia

Grazie alle campagne di promozione, le librerie sono state invase dall’ultimo romanzo di Elisabetta Gnone, creatrice di Fairy Oak e della serie Disney Witch. E grazie alla tecnologia, sui social network è possibile notare tantissime fotografie di Olga di Carta.

La letteratura per l’infanzia non è mai solo per l’infanzia: una lettura adulta, infatti, può aiutare meglio a comprendere quali siano i concetti nascosti dietro la storia che Olga di carta regala al lettore. Dalla lettura si evincono tematiche forti quali il bullismo, l’emarginazione e la diversità. La protagonista della nostra storia è Olga Papel, una ragazzina che ama raccontare le storie e affascina tutti gli abitanti del villaggio in cui vive. Gli abitanti del villaggio si schierano in due fazioni: c’è chi ritiene vere le storie della piccola Olga e chi, al contrario, le critica, credendole false. Tutto questo non interessa ad Olga che continua imperterrita a narrare le sue storie, ammaliando il suo pubblico.

Olga ha due cari amici: Bruco e Mimma. Un giorno, per far smettere di piangere Bruco, preso in giro dai ragazzini del villaggio per il suo rotacismo, Olga comincia a raccontare la storia di Olga di carta. Ci si comincia così a perdere in questa metanarrazione in cui Olga (di carta) è davvero di carta e sentendosi strana e diversa, decide di partire dal suo paese chiamato Montebabà, per raggiungere la maga Ausolia e domandarle di farla diventare di carne e ossa, come tutti gli altri bambini.

 

La fanciulla preparò una borsa leggera, con poche cose indispensabili: l’indirizzo di casa, un foglietto con il suo nome, una breve storia delle sue origini, nel caso in cui il viaggio fosse stato tanto lungo da offuscare i ricordi, un taccuino, un ritratto di sua madre, un sacchetto con dieci monetine, un mazzetto di matite colorate legate con un nastro, qualche foglio di carta, una boccetta di colla, delle piccole forbici, un pennellino e la coperta di carta che aveva sul letto, ben ripiegata in quattro.

Olga intraprende il suo viaggio, sicura di sé e pronta ad affrontare ogni pericolo: porta con sé dei foglietti di carta in caso si bagnasse o si strappasse. È un viaggio solitario che permetterà ad Olga di crescere e di fortificare il carattere, ma non sarà poi così sola. Ci saranno tanti incontri prima di raggiungere finalmente la maga Ausolia: il venditore di tracce che vende davvero delle tracce, un tasso che domanderà ad Olga quale sia la sua dote perché questo è importante (come si vedrà alla fine), Melo, il quale vive su una mongolfiera e trasporterà per un pezzo Olga, Ik, un bambino di dieci anni, che attraversa il mare…e poi, non si possono non menzionare coloro che fanno parte de Il mio magnifico spettacolo, circensi che diventeranno la famiglia di Olga. Tra loro c’è Orso, con il quale Olga comincerà ad esibirsi e a prendere parte allo spettacolo: Orso disegna e ritaglia abiti per lei, davanti ad un pubblico che non smette mai di applaudire.

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«È stato l’Omino a molla a riattaccarmi con lo scotch» spiegò, al termine del suo racconto. «Lui ha sempre con sé un rotolino di scotch, perché ogni tanto gli capita di staccarsi dal fondo della scatola e cadere fuori. La donna volante voleva prestarmi uno dei suoi cerotti, ma io dico che quando ti tagliano in due ci vuole qualcosa di forte per tenerti insieme».

Tanti saranno i personaggi che Olga incontrerà nel suo viaggio, diventeranno suoi amici e l’aiuteranno a comprendere chi sia realmente e, cosa più importante, che non bisogna assolutamente vergognarsi di come si è.

Olga trasalì. Come suonava diverso detto in quel modo: unica al mondo. Lei si era sempre sentita diversa, strana, sbagliata, inadatta, brutta. Mai unica al mondo! Unica al mondo le piaceva.

Olga di carta è una storia per tutte le età che vi farà innamorare. D’altronde, come scrive Pennac, il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. E io vi assicuro che Olga di carta vi arricchirà dentro.

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