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Pyongyang: un viaggio a fumetti nella Corea del Nord


La Corea del Nord, ne sentiamo parlare con ricorrenza nei telegiornali, ne seguiamo a sprazzi le vicende mentre cambiamo le stazioni alla radio, ne vediamo il nome scritto in grandi caratteri cubitali sulle pagine dei giornali.

La Corea del Nord, una realtà che ci sembra distante anni luce, con una storia di cui conosciamo poco o nulla proprio perché così lontana, ma che un grande fumettista come Guy Delisle è riuscito a trasformare in una storia divertente e interessante, in un viaggio lungo 176 pagine che descrive tra disegni e balloon un mondo e una cultura che sembrano, agli occhi dell’Occidente capitalista, pura eresia.

Guy Delisle è un fumettista ed animatore canadese che durante il 2003 si reca per due mesi a Pyongyang, per seguire i lavori su una serie animata per ragazzi. L’approdo in questa nazione isolata, completamente assuefatta alla propaganda a favore del proprio leader e la difficoltà di uno straniero catapultato in questa realtà in cui non è ben accetto, vengono descritte in un paradossalmente divertente e scorrevole fumetto autobiografico.https://goo.gl/mC1ttV

La chiave di lettura per questo romanzo a fumetti ci viene offerta dall’autore stesso fin dalle prime pagine. Tra i pochissimo oggetti che è permesso portare con sé Delisle include 1984 di George Orwell. In un Paese che è costantemente sotto controllo, dove l’occhio vigile e la presenza asfissiante del leader regnano sovrane, ovunque e in ogni momento (statue e monumenti in ogni angolo, spille con il volto di Kim il-Sung e Kim Jong-il sulle casacche di ogni cittadino), quale lettura più indicata o addirittura più attuale?

Lo sguardo dell’autore scruta con occhio ingenuo quanto lo circonda, mettendo in luce anche i tratti più semplici del regime totalitario nord coreano. E in questa attenta descrizione dello strano mondo che è intorno a lui, l’ironia e la leggerezza di tono si scontrano e accentuano in manierahttps://goo.gl/XTsbmR spaventosamente evidente l’enorme divario culturale che separa questa piccola isola sperduta dal resto del mondo. Nulla di ciò che forma la nostra “normalità” si ritrova in questo luogo.  

I due mesi dell’autore a Pyongyang sono scanditi dalle giornate di lavoro in un ufficio asettico e solitario, e dai momenti liberi passati in giro a fare visite quasi obbligatorie ai monumenti del regime che inneggiano alla supremazia del leader, nei musei in onore di Kim Il-Sung e di suo figlio Kim Jong-il. E proprio durante queste uscite “didattiche” in giro per la città ciò che più colpisce Delisle non è la povertà o la mancanza totale di libertà sia fisica che di pensiero ed espressione, ma la cieca e devota partecipazione del popolo alla storia e alla difesa del proprio regime. L’occhio dell’autore mette in evidenza la capacità del potere di plasmare la vita dei propri cittadini. La propaganda, la tecnologia non sono altro che mezzi maneggiati con attenzione dal regime, che ne possiede il totale controllo rendendoli delle vere e proprie armi di indottrinamento.

“A un certo punto di oppressione poco importa che forma prende la verità, perché in fin dei conti più è enorme la menzogna, più il regime dimostra i propri poteri.”

Guy Delisle ci racconta una realtà che è un incubo per coloro che vengono dall’esterno, la prova di ciò che un sistema politico portato all’estremo può arrivare a produrre. Così la descrizione dell’autore non è più un il semplice racconto del proprio viaggio, ma un ritratto di quelli che sono i timori anche delle politiche occidentali.

https://goo.gl/zqv5sUIl tono scelto per descrivere questo mondo anomalo e in qualche modo anche spaventoso è quello del grottesco. La descrizione è piena di battute spesso incomprese e di tentativi, non sempre efficaci, di dare colore ad una realtà così buia e monocromatica. Tra le pagine compaiono, ogni tanto, anche dei giochi, degli indovinelli al lettore.

Eppure, nonostante una scrittura semplice ed efficace e un equilibrio narrativo impeccabile che conferiscono alla narrazione un ritmo incalzante, queste tavole dai disegni semplici e delle frasi ironiche nascondo una realtà buia e non facile da comprendere. E sono proprio i pochi personaggi nordcoreani che incontriamo in questo viaggio che, con le loro semplici e incisive risposte, ci portano a riflettere e ci obbligano a porci delle domande.

Pyongyang è una sorta di diario di viaggio, che racconta la tristezza di una società schiava del potere e priva di ogni forma di libera espressione, attraverso gli occhi e la leggera ironia di un ingenuo quarantenne disegnatore di fumetti.

Immagini: https://goo.gl/a73mMF, https://goo.gl/mC1ttV, https://goo.gl/XTsbmR, https://goo.gl/zqv5sU

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