SalTo15 – Salone del Libro di Torino

Piccola cronaca personale del 14 e 15 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino 2015.

Da amante dei libri e assidua lettrice, il Salone Internazionale del Libro di Torino è sempre stato per me motivo di grande attrazione, uno degli eventi imperdibili a cui partecipare assolutamente. Quest’anno – grazie a condizioni favorevoli – sono finalmente riuscita ad essere presente alla fiera che celebra la letteratura italofona. Il tempo mi ha insegnato a non idealizzare le aspettative perché le delusioni arrivano velocemente. Per fortuna, sono stata smentita.

Credo sia difficile trovare un posto in cui vorresti stare per sempre. Il Salone del Libro è, invece, quel posto in cui speri che il tempo non passi mai. Ho dovuto faticare per selezionare gli eventi a cui assistere, talmente tanti da prendere un quaderno per segnare orari e luoghi prescelti. L’applicazione per smartphone chiamata Salto15 è stata davvero utile: volendo cercare padiglioni e workshop di interesse, il dispositivo di navigazione segnalava tutte le coordinate sulla cartina oltre a consacrare uno spazio per inserire note personali e non mancare a nessun appuntamento letterario pianificato. Tuttavia anche il vecchio metodo collaudato cartaceo alla mano (mappa e programma consegnati all’ingresso) e la disponibilità del personale di accoglienza consentiva grande agio nel reperire informazioni e percorrere facilmente gli spazi del Salone.

Il paese ospite d’onore quest’anno? La Germania, presente con uno stand interattivo al Padiglione 3 completamente dedicato a libri in lingua originale e traduzioni italiane tra cui le opere del giornalista italo-tedesco Giovanni di Lorenzo.

11139439_10206499449063175_8202369280173274693_nSono rimasta piacevolmente colpita dalla prosperità del Salone per numero di stand allestiti, case editrici invitate e conferenze in programma. Tantissime le case editrici minori che hanno presentato le nuove uscite e gli autori debuttanti; il senso della bibliodiversità. La mia prima meta è stata lo spazio della Minimum Fax perché non volevo lasciarmi sfuggire la shopper del libro Quando siete felici, fateci caso di Kurt Vonnegut (scrittore di cui vi parlerò prossimamente). In molti stand – come quello della Minimum Fax ad esempio – gli addetti trovavano il tempo di fare una chiacchierata con i lettori e di rispondere ad eventuali domande e curiosità; in altri casi, invece, troppe sollecitazioni mi sono risultate eccessivamente “insistenti”. La sensazione di quando si entra in un negozio senza cercare nulla in particolare, si è lì solo per dare un’occhiata e i commessi accorrono: è una cosa che non riesco a sopportare.

F11063669_10206502845828092_721641601515711451_nacendo un piccolo bilancio personale, gli incontri a cui ho assistito sono stati relativamente pochi perché per assicurarsi un posto (soprattutto alle conferenze dei grandi autori) era necessario presentarsi davanti alle sale un’ora prima almeno. Dovendo scegliere, ho deciso per la lettura di alcuni racconti di Stefano Benni  tratti dal suo ultimo libro Cari mostri edito da Feltrinelli. Lo scrittore ha confessato che sta lavorando a un romanzo da circa vent’anni e che se non riuscirà a terminarlo, allora questa raccolta di racconti sarà l’ultima. cari mostriDi fronte a questa prospettiva, un velo di tristezza è calato sul volto dei suoi lettori. Benni è una persona cordiale e accogliente, dopo la conferenza ha accettato di firmare le copie dei libri e di scambiare qualche parola con chi si complimentava con lui (anche io ho avuto il piacere di dirgli qualcosa!).

L’indomani – il 15 maggio – l’affluenza era ancora maggiore rispetto al giorno di apertura e vedere moltissimi ragazzi interessati ai libri mi ha infuso un senso di speranza e gioia: forse i tassi di lettura italiani sono meno bassi di quanto immagino o così almeno mi piacerebbe che fosse. Dopo un giro di ricognizione, mi sono fermata alla Bao Publishing per vedere Zerocalcare firmare gli autografi e parlare con i suoi fan (la fila era davvero incredibile), passando, poi, all’incontro Crossover – Incroci per ascoltare il dialogo tra questo amatissimo fumettista – candidato al Premio Strega con Dimentica il mio nome (e ancora non sapeva che si sarebbe aggiudicato – ieri 08/06/15 – il secondo premio Strega Giovani) – e Giorgio Fontana, scrittore e vincit11138643_10206514909049665_2991810489975594051_nore del premio Campiello 2014 con Morte di un uomo felice. Insieme si sono confrontati, un botta e risposta molto improvvisato (i due si sono conosciuti poco prima dell’incontro) riguardo ai rispettivi gusti letterari, fumettistici, musicali, e così via. A loro volta, hanno coinvolto il pubblico sollecitando domande e interventi: a Zerocalcare è stato domandato cosa ne pensasse della sua candidatura al Premio Strega. Lui, che ritengo persona umile e molto alla mano (ma forse sono di parte), ha risposto esordendo con il suo simpatico accento romano, «l’ho detto a mia mamma», e poi ha ammesso di essere stato felice di sapere della candidatura avanzata da Daria Bignardi. A mio parere, l’introduzione del genere graphic novel al Premio Strega dell’edizione 2015 (come, peraltro, già accaduto lo scorso anno con Gipi) è segnale forte che qualcosa in letteratura sta cambiando e ritengo che il fumetto possa e debba essere considerato senza remore forma d’arte e letteratura.

Gli altri incontri a cui ho assistito nel pomeriggio di venerdì sono stati interessanti, diversi e affascinanti ognuno a suo modo. 10501788_10206514907889636_7742634074372181354_nPer riuscire a trovare un buon posto in occasione dell’incontro con Guido Catalano alle 19,00 sono arrivata in anticipo, così ho avuto la fortuna di non perdere la presentazione di Salone per signora edito dalla casa editrice Elliot e primo romanzo di Erica Barbiani: un meeting interessante tra la scrittrice e la sua editor, un dialogo che ci ha permesso di discutere la trama, conoscere i personaggi e di addentrarci nel processo di stesura dell’intrigo di una commedia che, come ha scritto Niccolò Ammaniti, «vi farà scordare pure il caffè sul fuoco». Altro momento interessante è stato preparato nel contesto del mestiere del libro, precisamente l’intervista ad una giovane donna bresciana, Silvia Chiarini, che vive e lavora in Svizzera in una libreria che ha da poco iniziato a curare una sezione dedicata alla narrativa italiana. La nostra libraia all’estero ha parlato del difficile momento per l’editoria e di come abbia ridato impulso alla promozione della lettura grazie all’iniziativa di avviare un bookclub.

Silvia Chiarini a Vienna è andata per lavorare in una gelateria, ma poi l’amore per i libri ha la meglio sul Fiordilatte e riesce a convincere una libreria della capitale austriaca ad aprire una sezione dedicata alla letteratura italiana. Grazie Silvia!

Dopo questi due incontri è finalmente arrivato il momento di Guido Catalano che ha offerto al pubblico il reading di alcune sue poesie, tra cui A Torino non si scherza un cazzo. Alla fine dell’incontro anche lui si è fermato a firmare le copie come di rito.

10982281_10206499448663165_7444420472152484293_nOre 22 di quella stessa serata: ancora al Salone del Libro! Un ultimo giro fra gli stand, le sale quasi deserte, ancora qualcuno che acquistava libri o semplicemente li sfogliava. Tutto è stato bellissimo. Unica pecca? Non avere il dono dell’ubiquità per partecipare a tutte le iniziative… ma dato che gli amanti dei libri non vanno mai a letto da soli, io sono comunque tornata a casa con un gran bel bottino.

Il Salone Internazionale del Libro è un evento unico in Italia, vi consiglio caldamente di andare, anche se non siete dei gran lettori. Chi lo sa? Magari riuscirete a trovare un libro e sarà amore a prima vista. Se l’anno prossimo sarete nei paraggi, fateci un SalTo!

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*Salone Internazionale del Libro di Torino – dal 14 al 18 maggio 2015

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