Santi e donuts

In mezzo al mar Mediterraneo, distante ottanta kilometri dalle coste siciliane, si trova la Repubblica di Malta. Formata da un arcipelago di isole di cui solo tre abitabili, Malta racchiude in sé tutti i tratti del porto marittimo. Sin dall’antichità infatti (a Malta vi è il tempio sotterraneo più antico mai ritrovato) la posizione geografica ha fatto dell’arcipelago un punto strategico per il controllo della navigazione mediterranea. Malta ha visto susseguirsi tutte le più grandi popolazioni che hanno dominato il Mediterraneo.
Partendo dai Fenici, nel corso della storia le isole sono state in mano a Romani, Bizantini, Arabi ed infine i regnanti siciliani, che le hanno possedute sino al 1800. Durante il periodo di dominazione siciliana, Malta è divenuta una delle roccaforti nella difesa del cristianesimo. L’ordine dei Cavalieri di Malta sorse infatti per difendere il mare dai pirati musulmani che avevano le loro basi a Tripoli, Tunisi e Marocco. I Cavalieri riuscirono a difendere le isole per tre secoli, fortificando i golfi e costruendo la cittadella portuale che è ancor oggi la capitale, la Valletta. Posta su un golfo ad oriente, La Valletta mantiene intatte le mura e le costruzioni che furono baluardo contro il mare e tutto ciò che vi era contenuto.

Passeggiando sull’antica cinta muraria ci si può ancora perdere davanti alla distesa blu cielo e mediterraneo che si affaccia verso l’Asia, dove non si vede terraferma e dove non è difficile fantasticare su ciò che fu. La città moderna invece, oramai divenuta un conglomerato urbano di quasi 300 mila abitanti che si estende dal golfo sino al cuore dell’isola, nonostante i numerosi tentativi di demolirne il fascino con la costruzione di palazzoni per le orde di turisti anglofoni proprio lì dove il paesaggio sarebbe mozzafiato, si estende sonnacchiosa sulle baie ai lati dell’anacronistica capitale mantenendo ancora la pigrizia e la quiete di una cittadina di mare.
Così, girando lo sguardo a sinistra, si rimane storditi dal traffico di Sliema, il lungomare divenuto fulcro del turismo e della “modernità”, in cui si possono ammirare i nuovissimi e lussuosissimi grattacieli e si può sognare Paceville, il quartiere alle sue spalle divenuto fulcro della movida notturna. Alla destra invece vi è Birgu, un porticciolo pieno di barche luzzu dove l’acqua e la salsedine sono ancora protagoniste. La bellezza dei paesaggi e delle costruzioni medievali accanto a hotel ultramoderni per turismo di lusso è solo una però delle contraddizioni di questa Repubblica.

Intrisa di cultura mediterranea in particolar modo turca e siciliana, i due secoli di dominazione inglese (dalla sconfitta di Napoleone al 1979) hanno modificato profondamente lo stile di vita degli abitanti, instillando il modo di vivere anglosassone. Questo melting pot è facilmente riscontrabile nella cucina, dove accanto al polpo arrosto ed al coniglio tra gli altri cibi tipici vi sono una particolare pizza dal nome ftira e le uova col bacon. È facile così passare per un paesino di pescatori e vedere esposte al bar ciambelle donuts, o pranzare in un baracchino sul lungomare con hamburger e patatine fritte.

Non bastano però delle ciambelle ad impedire di saltare nel tempo mentre si attraversano i paesini. Muoversi infatti nell’entroterra, stando sempre attenti a chiudere gli occhi davanti al turismo più becero, permette di viaggiare in altri anni, riscoprendo una religiosità ancora forte e radicata: gran parte delle case hanno nomi riferiti a santi, immagini sacre sono sparse ovunque e, assistendo ad una festa religiosa, riaffiorano alla mente le nostre sagre popolari, le nostre processioni in cui i fuochi d’artificio erano un evento speciale.
In questa piccola repubblica il “progresso” è iniziato pochi anni fa. L’evoluzione turistica sta trasformando il paesaggio ed il modo di vivere: accanto a monumenti patrimonio dell’umanità, come le antiche fortificazioni e gli scavi preistorici, si susseguono hotel con piscine su golfi cristallini e catene di fast food nei paesini più sperduti.

Non si riesce in cinque giorni né in una settimana di vacanza a capire, per quanto piccola possa essere, Malta ed il suo stile di vita, ma basta per riflettere sul concetto che si vuole avere di turismo. Non è sbagliato ciò che si è deciso di fare, dove lo sviluppo economico ha necessità di poggiarsi sul turismo di massa. Tuttavia è forse sbagliato in altri contesti, come quello italiano, in cui a suscitare l’interesse dev’essere l’offerta della storia e dell’arte e non comodi soggiorni in cui ogni hotel diventa uguale e ogni spiaggia un bagno con ombrelloni e ristoranti.

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