Talento naturale: Beatrix Potter

Centocinquant’anni fa nasceva Beatrix Potter, nota in tutto il mondo per essere una delle storyteller più prolifiche, creatrice dell’universo abitato da Peter Rabbit, con cui ha cambiato per sempre la letteratura per l’infanzia. L’anniversario è inaspettatamente coinciso con un ritrovamento fortuito: dato che l’ultimo lavoro importante dell’autrice risale al 1930, la scoperta all’inizio di quest’anno di una storia inedita, The Tale of Kitty-In-Boots, ha aumentato il valore dei festeggiamenti a lei dedicati. L’opera è stata pubblicata quest’autunno e le illustrazioni, lasciate incomplete, sono state integrate dalle tavole di Quentin Blake, famoso per essere l’illustratore dei libri di Roal Dahl.
Non tutti sanno però che Beatrix Potter era anche un’importante naturalista e ambientalista conservatrice, sostenitrice del National Trust e allevatrice di successo. Vogliamo dedicarle questo #mesedautore per essere riuscita a essere una studiosa, una scrittrice e un’imprenditrice di successo e portata internazionale in un periodo storico in cui le donne avevano un accesso limitato all’istruzione e al mondo del lavoro e non avevano alcun diritto di voto.

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Beatrix e Benjamin Bouncer

Nata Helen Beatrix nel cuore dell’estate (28 Luglio 1866) a Kensington, non andò mai a scuola, ma si dedicò da sola allo studio con la supervisione di una governante. Passava moltissimo tempo a riprodurre fedelmente sul suo albo piante e animali, prendendo lezioni private da una maestra di disegno e verso i dieci anni perfezionò la propria preparazione alla National Art Training School. Incoraggiati dai genitori, che erano grandi appassionati di fotografia, ricamo e illustrazione, sin da piccoli Beatrix e il fratello Bertram si divertivano a disegnare gli animaletti che incontravano durante le passeggiate e le esplorazioni in Scozia o nel Lake District: conigli e topini sicuramente, ma anche lucertole, rane, pipistrelli e serpenti. Due dei modelli preferiti di Beatrix rimasero sempre i suoi conigli domestici, Benjamin Bouncer e Peter Piper.

Questa grande passione per la natura, da vivere e da osservare, era caldeggiata in epoca vittoriana, che stava riscoprendo il fascino per lo studio scientifico. Attorno ai vent’anni, Beatrix fu invitata ai Kew Gardens, i giardini botanici reali di Londra, e produsse centinaia di disegni pregiatissimi di funghi, impegnandosi non solo nella riproduzione della tassonomia ma anche nell’analisi della crescita e coltivazione delle varie specie, servendosi spesso del supporto del microscopio. Il naturalista Charles McIntosh incoraggiò questa fase della carriera di Beatrix, che passò dal disegno amatoriale a essere un’illustratrice scientifica.

Non considerò mai arte e scienza come due attività che dovessero rimanere separate, ma registrava ciò che vedeva in natura con dei disegni per evocare anche e soprattutto una risposta  estetica.
Linda Lear, Beatrix Potter. A Life in Nature

Le ricerche ai Kew Gardens, combinate con le visite al Natural History Museum, cominciavano a dare frutti non solo per la produzione di tavole illustrate, ma anche nella ricerca micologica: lo scrupoloso studio dei licheni portò Beatrix Potter a realizzare, tra le prime persone al mondo, che non si trattava di un’unica specie ma di due organismi, un’alga e un fungo, dando una spinta agli studi sulla simbiosi in natura. Le sue ricerche confluirono in un paper corredato di 300 tavole da lei stessa prodotte, Sulla germinazione delle spore nelle Agaricineae, che fu respinto dal direttore dei Kew Gardens e ripresentato un anno dopo da parte dell’esperto e studioso George Massee alla Linnean Society di Londra, a cui le donne non avevano accesso. Il paper non fu mai pubblicato, ma riscosse un grande successo ed è tuttora considerato uno studio cardine nell’avanzamento della ricerca scientifica in micologia.

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by Beatrix Potter (Armitt Museum and Library)


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pr-sketches-smallNel frattempo, Beatrix continuava comunque a disegnare anche per proprio piacere, migliorando sempre di più nelle tecniche più varie, dai pastelli alle tempere a olio, dagli acquerelli all’inchiostro e talvolta anche alla fotografia. I suoi primi lavori ufficiali furono le cartoline d’auguri prodotte per la Hildesheimer & Faulkner, mentre il suo primo racconto, quello di Peter Rabbit, nato da una lettera (qui accanto) per il figlio di Annie Moore, che era stata la sua tata, si vide negata la pubblicazione da ogni casa editrice. Temprata dai rifiuti in campo scientifico, nel dicembre del 1901 Beatrix decise di stamparsela da sé, realizzandola in sole 250 copie da regalare ad amici e familiari. Il successo fu immediato: gli editori della Frederick Warne & Co., che avevano rifiutato l’opera, ricontattarono l’autrice e le proposero di rifare le illustrazioni a colori, stampando la nuova versione nell’ottobre dell’anno seguente. Fu il primo dei bestseller che costellarono la carriera di Beatrix Potter.
Nel 1903, fece pressione perché non solo i suoi libri ma anche l’intero mondo che aveva creato fosse protetto legalmente: per agevolare il processo, realizzò un pupazzo di Peter Rabbit e lo registrò al patent office, il nostro ufficio brevetti e marchi, facendone il primo personaggio letterario protetto da licenza creativa. Si dedicò alla realizzazione del proprio merchandising, di cui curò i minimi particolari perché fosse il più possibile fedele al mondo che aveva creato nei libri, e che nel tempo si era allargato alle storie di Benjamin Bunny, Mrs. Tiggy-WinkleSquirrel Nutkin e Jemima Puddle-duck.
La grande novità, rispetto al resto dell’editoria per l’infanzia, era data dal fatto che le illustrazioni accompagnavano un testo originale, mentre la maggior parte dei volumi per i ragazzi si limitavano a riproporre favole folkloristiche o riadattamenti di libri per adulti. In più, testo e immagini erano concepite dall’autore e proposte al pubblico sullo stesso piano di importanza. L’amore che Beatrix Potter dedicava all’oggetto libro arrivava a comprendere la cura e lo studio della disposizione delle parole sulla pagina.
Nel tempo nacque con il suo editor Norman Warne una relazione, non approvata dai genitori di Beatrix, a causa della carriera del pretendente, troppo legata al commercio. Contro il loro volere, si fidanzarono nel 1905, ma Norman morì dopo solo un mese per una leucemia fulminante, lasciando Beatrix distrutta.

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Dopo la morte di Norman, Beatrix si rifugiò nella natura del Lake District. Con i proventi delle pubblicazioni cominciò a investire in terreni agricoli e comprò la Hill Top Farm, che inglobò in veste illustrata in molti dei suoi racconti. Per gestire tutte queste proprietà si fece affiancare da un avvocato del luogo, William Heelis, con cui il rapporto si fece via via sempre più intimo, culminando nel matrimonio nel 1913, dopo il quale i due si trasferirono a Castle Cottage.
In quell’anno pubblicò The Tale of Pigling Bland, che divenne uno dei libri preferiti di George Orwell e probabile ispirazione per la sua Animal Farm (1945). Il lavoro da illustratrice e scrittrice, tuttavia, cominciò a occupare sempre meno le giornate di Beatrix: durante quegli anni, comprò quindici fattorie e si dedicò con grande impegno a qualsiasi attività le riguardasse, dalla raccolta del fieno all’allevamento di pecore. Vinse numerosi premi nelle competizioni locali, tanto da diventare, nel 1942, la prima presidentessa donna eletta dell’Associazione Allevatori delle Pecore Herdwick. I possedimenti terrieri, qualcosa come 4.000 acri (più di 16 chilometri quadrati), furono donati al National Trust, perché l’ambiente che aveva tanto difeso e curato, quello che accoglieva le creature dei suoi libri, continuasse a essere preservato.

In un panorama culturale incerto tra passato e futuro, il grande successo di Beatrix Potter come innovatrice − nella letteratura per l’infanzia e nella scienza − passa dall’uso eccellente che fece della propria immaginazione, con la quale riuscì a dare valore letterario persino ai più piccoli animali che sempre popoleranno i giardini britannici. Allo stesso tempo, invogliava i propri lettori a mettere in moto la loro, di immaginazione, per figurarsi questi animaletti vestiti con cuffiette, giacchetti e grembiulini che prendono il tè, spazzano l’uscio di casa e spesso finiscono in avventure anche un po’ rischiose. Il tutto confezionato con una lingua studiatissima e allo stesso tempo semplice in modo spiazzante, fatta di onomatopee e giochi di suono che rendono i suoi libri perfetti per la lettura ad alta voce.

Beatrix Potter ha riportato la natura nell’immaginazione e nella letteratura inglesi.
Linda Lear, Beatrix Potter. A Life in Nature

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ah, i libri inglesi per bambini inglesi.

ah, i libri inglesi per bambini inglesi.

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L’immagine in evidenza è una riproduzione parziale della copertina del libro Beatrix Potter. A Life in Nature di Linda Lear.

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