This is us – Storia di una famiglia (stra)ordinaria

Purtroppo o per fortuna, guardo davvero tantissime serie tv. Dopo aver concluso The Crown che parla della regina Elisabetta (non Elisabetta I, ma Elisabetta II), appartenente al filone Historical Drama, e dopo aver visto Una serie di sfortunati eventi, ho chiesto a Beatrice cosa potessi guardare e lei mi ha risposto: «This is us». Così, una sera, ho cominciato a vederlo e non sono più riuscita a staccarmi dallo schermo.

This is a fact: according to Wikipedia, the average human being shares his or her birthday with over 18 million other human beings. There is no evidence that sharing the same birthday creates any type of behavioral link between those people. If there is…Wikipedia hasn’t discovered it for us yet.

Questo è un fatto vero: secondo Wikipedia, l’essere umano medio condivide il suo compleanno con altri diciotto milioni di esseri umani. Non ci sono prove che condividere la data di nascita crei un qualche tipo di legame comportamentale tra quelle persone. Se ce n’è uno…Wikipedia non l’ha ancora scoperto.

Partiamo dall’inizio: in una sequenza di quattro scene ci vengono presentati cinque personaggi, di cui quattro fanno il compleanno lo stesso giorno, compiendo trentasei anni. C’è Jack, interpretato da Milo Ventimiglia: sì, il Jess di Una mamma per amica, ma molto diverso dallo scapestrato nipote di Luke che legge una miriade di romanzi e diventa uno dei ragazzi di Rori. Ecco, cancellate quella visione, cambiategli gli abiti e immaginate un marito perfetto e amorevole. Fatto ciò, accoppiatelo con Rebecca, interpretata da Mandy Moore (sì, proprio l’attrice del film I passi dell’amore, basato sul romanzo di Nicholas Sparks). Per Mandy Moore, stavolta, niente leucemia, bensì ben tre gemelli in grembo. È il compleanno di Jack e Rebecca cerca, nonostante il pancione, di fargli passare un buon compleanno. Ma passiamo alle scene seguenti: c’è Kevin che nella vita fa l’attore in una nota serie televisiva di successo intitolata The Manny (Il tato) e che è un po’ stufo sia dello stile di vita che conduce (alcool, donne, serate) sia di questo ruolo in cui viene valorizzata soltanto la sua (bella) figura e non le sue doti di attore. Subito dopo, c’è Kate, che nella prima scena in cui compare tenta di pesarsi e cade: è, infatti, affetta da obesità. Cascata dalla bilancia, Kate chiama suo fratello Kevin per soccorrerla. Infine, c’è Randall, anche lui entrato nel trentaseiesimo anno di vita, fa l’analista finanziario di successo, è sposato e ha due figlie. Il giorno del suo compleanno Randall ritrova il suo padre biologico e la prima cosa che fa è andare da lui per sbattergli in faccia che, nonostante il colore della sua pelle, è un uomo di successo, sposato e padre di famiglia. Ma cos’hanno in comune queste persone? Ecco a voi la famiglia Pearson.15965533_347355502324334_2895968865757690765_n

Lo dico sempre, gli spoiler non mi piacciono, ma occorre fare un po’ di chiarezza e dirò soltanto l’essenziale, cose che ritroverete nel pilot se mai vorrete guardare la serie. Gli episodi, infatti, sono ambientati in due epoche differenti: il 1980 e il 2016. Si spiega, quindi, perché Jack, Kate, Kevin e Randall compiano la stessa età e condividano il compleanno lo stesso giorno. Infatti, il giorno del compleanno di Jack, le acque di Rebecca si rompono e i due corrono in ospedale. Il parto trigemellare non va come previsto, i due coniugi perdono uno dei tre bambini. Dolore e felicità si mescolano in un’unica emozione che è difficile da descrivere: sia Jack che Rebecca sono affranti dalla perdita del figlio, ma gioiosi per la nascita degli altri due. Il caso vuole molte cose: il discorso del dottore che ha fatto partorire Rebecca a Jack e un vigile del fuoco che porta in ospedale un bambino che è stato lasciato fuori dalla caserma. Appena il pompiere lo indica a Jack, quest’ultimo sa cosa deve fare. Ed ecco che abbiamo tre gemelli di cui due reali, Kate e Kevin, e uno acquisito, Randall.

Molte cose sono degne di nota in This is us: la bravura degli attori, una trama che funziona, dei personaggi a cui affezionarsi. Ma, soprattutto, si ritrovano tante tematiche forti che vengono affrontate da tutti i protagonisti. In primis, la difficoltà a crescere tre figli tra problemi economici e sociali. Jack lavora moltissimo per portare a casa uno stipendio sufficiente e, allo stesso tempo, cerca di essere un padre da 10 su una scala da 1 a 10. Rebecca, d’altra parte, cerca di essere la madre perfetta, buona ma severa. Vuole che i suoi figli crescano nell’uguaglianza, nonostante il colore, il peso, gli interessi di ognuno. Ma Rebecca nasconde anche un segreto con cui è difficile convivere.14900345_303837590009459_8837945900559918025_n

Un’altra tematica è quella dell’adozione: Randall è un bambino stupendo, gentile, buono, intelligente, ma cerca di trovare in ogni coppia di neri i suoi veri genitori. Ama i suoi genitori adottivi, ma sa che non sono i suoi. Senza contare che per il colore della sua pelle è sottoposto a soprannomi poco delicati a scuola. Lui affronta tutto con un sorriso e, per non cambiare scuola e non essere additato come il più bravo fra i tre, fa di tutto per risultare un allievo mediocre. Quest’ombra di razzismo lo perseguita perfino nell’età adulta, nonostante si sia affermato e viva in un appartamento lussuoso.

Kate, invece, ha problemi nel perdere peso e, negli episodi seguenti, si scoprirà che fin da piccola ha sempre avuto una corporatura robusta. Per risolvere i suoi problemi con il cibo, comincia a frequentare un gruppo di supporto per persone in sovrappeso e lì conoscerà Toby che le farà capire che non è il peso che conta, ma ciò che c’è dentro di noi.

Per ultimo, abbiamo Kevin, il Tato, bello e affiancato sempre da qualche fan. Ma Kevin è stanco di questo ruolo, così decide di mollare tutto e andare a New York per provare a fare teatro. E sarà proprio a New York – per via di un’audizione e uno spettacolo teatrale – che comincerà a fare i conti con il suo passato e i suoi fantasmi.15894290_346572365735981_7502800607208632507_n

This is us è la storia di una famiglia semplice e complicata allo stesso tempo: descrizione di vite, racchiuse in una storia familiare triste, bella, felice, dipende dal momento. E questo capita con tutte le storie e in tutte le famiglie. Sono loro, ma possiamo anche essere noi.

«Ti ricordi cosa diceva papà? Quando ci succedeva qualcosa di brutto? Quando ci buttavamo giù, quando sentivamo che la vita non stava andando come volevamo? Che cosa diceva? Sui limoni? Non c’è nessun limone tanto aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile ad una limonata».

Photocredit: This is us

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