Turismo responsabile – Quando viaggiare fa bene anche all’ambiente

Che sia responsabile, sostenibile, green o ecologico, oggi anche il turismo può rappresentare un efficace modello per veicolare sani princìpi e un più corretto rapporto con sé stessi, gli altri e la natura. Il rispetto delle comunità locali, della loro economia e della loro cultura così come il rispetto della biodiversità e delle risorse naturali è alla base del concetto di turismo responsabile, definito dall’AITR (Associazione Italiana Turismo responsabile) come «il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture […] che opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori».

Sustainable-tourism-1Quasi una nostalgica riscoperta delle vacanze di una volta che secondo le più recenti statistiche sono sempre di meno. A causa della mancanza di tempo e di disponibilità economica oggi è sempre più raro avere la possibilità di organizzare soggiorni come quelli di un tempo, quando con tutta la famiglia ci si spostava per settimane nella casa al mare o in montagna per sfuggire alla caotica vita in città.

Paradossalmente, mentre da un lato il crescente livello di frenesia urbana aumenta la necessità di staccare la spina, dall’altro potersi concedere qualche giorno di relax lontano da casa implica sforzi sovrumani per trovare il giusto compromesso tra qualità e convenienza della destinazione. La tendenza degli ultimi anni è quindi quella di preferire mete alla moda, prese d’assalto da masse di turisti con bagaglio a mano al seguito proprio perché raggiungibili con voli low-cost accessibili a tutti, con orari discutibili, ma con un costo inferiore a quello di molti altri mezzi di trasporto. Questo fa sì che raggiungere una spiaggia spagnola con un volo dall’Italia risulta più semplice ed economico che trascorrere l’estate nel nostro Paese, magari spostandosi in treno. Il turismo di massa, con i suoi percorsi identici all’insegna dell’omologazione, trova poi nella moda della crociera il suo punto di massima espressione.

navicrocieravenezia_01Quella delle crociere è ormai un’industria vera e propria, una macchina da soldi che investe le sue energie nel reclutamento della classe media, la quale sceglie di salire su questi alberghi galleggianti per vivere una settimana in paradiso. Di norma, però, il modello crocieristico ha ben poco di paradisiaco se si pensa allo spreco di cibo, allo sfruttamento dei lavoratori a bordo, spesso in nero e sottopagati e all’imponente impatto ambientale. Le bellezze incontaminate e i luoghi più belli vengono spesso toccati da questi giganti del mare che di conseguenza accrescono la loro fragilità, per non parlare poi dello smaltimento dei rifiuti, sversati in mare aperto invece che nei porti per evidenti ragioni di costo. Questo tipo di turismo provoca danni collaterali sempre più visibili sia a noi sia a ciò che ci circonda e per questo motivo appare opportuno invertire la rotta.

Le soluzioni alternative, anche se poco conosciute, ci sono e testimoniano il fatto che anche in vacanza si possono adottare pratiche sane senza rinunciare al riposo e al divertimento. Viaggi organizzati a piedi con guide locali, soggiorni in alberghi diffusi o in particolari case sull’albero eco-compatibili, per chi preferisce una vacanza diversa dal solito all’insegna dell’avventura. Per chi invece ama la calma e la tranquillità, in Italia sono sempre di più gli agriturismi convertitisi al turismo responsabile, con degustazioni di piatti tradizionali e prodotti a km 0, o i rifugi di montagna a ridotto impatto ambientale pronti ad accogliere gli escursionisti a fine giornata.

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Viaggiando responsabilmente i valori dimenticati vengono riscoperti e più di ogni altra cosa si ha la possibilità di apprezzare più a fondo le meraviglie del territorio, dimostrando che l’autenticità di una vacanza non si misura dalla distanza della meta o dalla quantità di fotografie scattate, ma dai ricordi che è indispensabile costruire con lentezza, partecipazione e senza schermi di alcun tipo.
Da questo punto di vista, il nostro Paese può annoverare molteplici strutture ricettive che soddisfano i criteri del turismo responsabile e sostenibile: da poco più di una decina d’anni il modello dell’albergo diffuso ricavato dalla ristrutturazione di antichi borghi abbandonati unisce, se così si può dire, l’utile al dilettevole. Da un lato, offre ai suoi ospiti la possibilità di sperimentare una vacanza del tutto originale tra novità e tradizione, dall’altro permette un rilancio economico e sociale del luogo, con uno sviluppo turistico attento alle esigenze della comunità locale e dell’ambiente, poiché nulla è costruito ex novo ma tutto è riutilizzato e riadattato per rispondere alle specifiche esigenze e allo stesso tempo conservare l’identità del luogo.

green_hotels1Una delle prime realizzazioni di questo tipo si trova a Santo Stefano di Sessanio, piccolo paesino abruzzese della provincia dell’Aquila. Qui, intorno al 2000, lo svedese Daniele Elow Kihlgren decide di acquistare pian piano le proprietà del borgo per rimetterle a nuovo, dando vita ad una suggestiva struttura lontana dalle fredde immagini cartolina richieste dal mercato turistico tradizionale, il cui evidente successo parla da sé. E se la ricerca di questo tipo di struttura in passato poteva costituire un ostacolo non indifferente, da qualche tempo in Italia possiamo contare su una vera e propria community dedicata al turismo responsabile europeo. L’innovativo portale web si chiama Ecobnb.com ed è il primo sito nazionale ad offrire un simile servizio: si entra sul sito, si digita la tipologia di struttura e di viaggio a cui si è interessati e si ha immediatamente la soluzione. Tutto viene scrupolosamente controllato dal team di Ecobnb e verificato dai viaggiatori che ne riportano anche un giudizio. Grazie a questo sito si può trovare di tutto in tutta Europa: case sull’albero, trekking con gli asini e percorsi in bicicletta lungo vecchi binari abbandonati, fattorie e soggiorni in case di paglia ma anche negli igloo tra i ghiacci delle Dolomiti.

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Le prenotazioni in costante aumento dimostrano come la filosofia del viaggio a contatto con la natura, inteso anche come valorizzazione del patrimonio sociale e culturale, sta prendendo sempre più piede non solo a livello nazionale e questo non può che rappresentare una piccola nota di speranza all’interno del contraddittorio panorama del turismo mondiale.

Si ringrazia il sito www.genteinviaggio.it per averci concesso la possibilità di utilizzare le loro immagini.

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