Hasib e la regina dei serpenti – Tra profezie, viaggi e racconti

Nella tradizione letteraria Le mille e una notte costituiscono un patrimonio importante. Oggetto di adattamenti e riedizioni sia per la raccolta in sé che per i racconti specifici (basti pensare ad Alì Babà e i COVER HASIBquaranta ladroni o alla famosa novella di Aladino), Le mille e una notte continuano, dopo secoli, ad affascinare il pubblico.

Ne Le mille e una notte tutto comincia con il re persiano Shahriyār che è solito uccidere le sue spose dopo la prima notte di nozze. Un giorno, la giovane Shahrazād, bella e intelligente, si offre come sposa del sovrano e riesce a scampare alla morte grazie alla sua astuzia: Shahrazād, infatti, ogni sera racconta una storia al re rimandando il finale al giorno dopo. Inutile dire che i racconti della ragazza incantano il re che ogni notte le risparmia la vita perché ormai curioso di conoscere il finale delle sue storie.

In Hasib e la regina dei serpenti di David B., edito da BAO Publishing, il fumettista riprende un tassello de Le mille e una notte e ne crea un graphic novel intenso e appassionante. Nella prima tavola, ritroviamo, avvolti tra le lenzuola, Shahrazād e il suo sposo intento ad ascoltarla. David B. dà per scontata la vicenda intera e si concentra sulla storia e sulle storie che ne conseguono. Shahrazād comincia a raccontare la storia di Hasib, figlio di un grande saggio. Al contrario del padre deceduto, Hasib frequenta la scuola, diventa apprendista ma non eccelle in nulla, non ha talenti e a scuola non ha imparato nulla. Un giorno alcuni boscaioli si presentano a casa di Hasib e convincono la madre a farlo lavorare con loro. La madre acconsente, sperando che Hasib possa apprendere qualcosa.
Durante un’escursione, una tempesta sorprende il gruppo che si ripara in una grotta. Lì, è proprio Hasib a trovare riserve di miele: per i boscaioli è un’offerta troppo ghiotta da lasciarsi sfuggire e decidono di appropriarsi del miele per venderlo nel villaggio, di rinchiudere Hasib in una grotta e di comunicare alla madre che il figlio è morto.

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In realtà, Hasib è vivo e cercando di uscire dalla grotta, incontra la Regina dei serpenti, un personaggio che riflette quello di Shahrazād perché anche la Regina ha molte storie da raccontare a partire da quella del re Buluqiyya che, infiammato dall’amore per Maometto, parte per andargli incontro. Proprio durante il suo viaggio, il re Buluqiyya incontra prima l’avido Uffan che vuole rubare l’anello di re Salomone e poi il principe Janshah che, a sua volta, racconta i suoi innumerevoli viaggi, l’incontro con il re Salomone e la storia d’amore con Shamsa, donna che viene dal regno di Dio. Alla fine di tutti i racconti, la storia ritorna a ruotare intorno a Hasib e alla Regina dei serpenti.

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Se all’inizio Hasib e la Regina dei serpenti dà l’impressione di essere una matrioska da sfogliare e leggere, alla fine la storia si dipana per volgere alla fine. I personaggi, che sono anche narratori, sono collegati fra loro in modo diretto e indiretto, per via delle storie concentriche e intrecciate. Si rimane incantati dalle illustrazioni colorate e orientaleggianti, da Shahrazād che qualche volta ritorna per far comprendere che è lei a condurre la narrazione, dalle paure e dai sentimenti dei personaggi. Hasib e la Regina dei serpenti costituisce per il lettore un lungo viaggio e per “compierlo” occorre un’attenta lettura. Bisogna lasciarsi trasportare dalle storie narrate, lasciarsi travolgere dai disegni. In poche parole, bisogna immedesimarsi nel re a cui Shahrazād racconta le storie.

Un graphic novel prezioso, arricchito dalla minuziosità dei disegni, dal lettering curato e dall’intensità della storia.

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