di Francesca Matteoni
immagine di Ginevra Ballati
Sulla terra, orecchie di coniglio.
Dritte, chiare.
Nelle orecchie di coniglio un suono
metallico scardina travi
verso una luce sul fondo.
La luna si appende a un ferro
che sporge nel pozzo.
Dentro la luna il coniglio
che corre senza terrore.
Dentro il terrore la lingua.
Sotto la lingua il paesaggio
si srotola nell’alfabeto.
Cresce una treccia di sillabe
alla finestra antica.
Poiché nulla resiste là fuori,
una teca d’oceano o di vento –
poiché il tempo è una fossa in salita
la bambina-coniglio è fuggita.
Un tanfo di fegato e d’ossa
raschiate da piccole dita.
Estratto da Libro di Hor per Vydia, prossimo libro dell’autrice
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