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Il Codice Debussy – Storia di una resistenza montana e della musica che l’ha accompagnata

Non è la morte a farmi paura. Ne ho visti tanti, di morti, in quell’altra guerra che dicono grande, e anche dopo. Quando ho lasciato definitivamente il mio lavoro. Quando mi sono lasciato convincere a entrare nell’Arma, con l’incentivo – diciamo allettante – che avrei mantenuto il grado di allora, di quei giorni vani, quasi sempre freddi, a volte raggelanti.

Così si apre Il codice Debussy: un narratore in prima persona che introduce fin dalle prime righe due delle tematiche centrali del romanzo: la morte e la guerra. Due realtà strettamente connesse, quasi imprescindibili l’una dall’altra.

https://tinyurl.com/yybsxgdxIl codice Debussy è un romanzo, per meglio dire un thriller, ambientato ai tempi della Guerra, che intreccia storie della Resistenza in Valtellina, l’odio per i Fascisti e la passione per la musica e l’alpinismo.

L’autore, Lorenzo Della Fonte, direttore d’orchestra, compositore, insegnante e scrittore, dà vita a una storia che si snoda attraverso la ricostruzione dell’assassinio di una giovane domestica ebrea. È l’autunno del 1944 quando il corpo della ragazza viene rinvenuto. Gli indizi da seguire non sono molti e ogni passo avanti nell’indagine sembra aprire nuove strade, portare a nuove domande, infittire il mistero.

La finzione si lega ai fatti reali, quelli di una guerra che semina morte e disperazione e che allontana i giovani dalle proprie famiglie. E reali sono anche due dei personaggi: il colonnello dei Carabinieri Edoardo Alessi e l’alpinista Ettore Castiglioni. Il gioco tra realtà e finzione viene sottolineato dalla variazione del narratore sottolineata dall’alternarsi dei capitoli che raccontano il procedere delle indagini, affidati alla voce in prima persona del capitano Giovanni Bassan, e di quelli che descrivono invece le vicende dei giovani partigiani, narrati in terza persona.

La notte del primo ottobre nei fitti castagneti intorno al villaggio di Mello, le donne cercavano i loro morti.Nessun tronco, cavo o sano che fosse, nessun masso grande e meno grande, nessuna forra o crepaccio veniva tralasciato: gli uomini non erano tornati. La fine poteva averli sorpresi ovunque, tra le foglie gialle e secche del sottobosco, quelle stesse che si raccolgono con cura per fare il letto al bestiame; tra le foglie gialle e secche gli uomini e i ragazzi avevano incontrato il loro carnefice. Qualche lamento, lontano, risvegliava a tratti la speranza, e più di qualcuna credeva di riconoscervi la voce del proprio marito, del figlio prediletto, del padre: pareva proprio l’appello di un ferito, che chiamava sempre più flebilmente. Più spesso, al ritrovamento del partigiano, non restava che chiudere i suoi occhi sbarrati, nell’ultimo gesto di pietà. La voce, la voce era allora quella dell’upupa, che persino di notte veniva a vegliare i cadaveri, insieme a cagne abbandonate.

Un elemento interviene nel racconto e sembra portare ad una svolta: una valigetta misteriosa, realmente contesa tra partigiani e nazifascisti. Al tutto fa da sfondo la musica, nello specifico quella di Debussy, una sorta di codice segreto che una volta decifrato porterà alla rivelazione del segreto di Castiglioni, oltre che a quella di un segreto più profondo, insito nella natura stessa della montagna, un luogo aspro e accogliente allo stesso tempo.

I tre assi portanti della narrazione, quello della Resistenza, quello della musica e quello, appunto, della montagna si ritrovano anche nel sottotitolo del romanzo: Il Codice Debussy – Storia di una resistenza montana e della musica che l’ha accompagnata.

L’alternarsi di capitoli sulla Resistenza e capitoli dedicati alle indagini fa sì che la narrazione, anche se scorrevole, a tratti incalzate come il genere del giallo richiede, lasci spazio a momenti di sospensione, di riflessione. Proprio quando siamo sul punto di scoprire qualcosa di nuovo sull’omicidio – la parte finzionale del romanzo – la narrazione si interrompe per riportarci su quell’elemento reale della narrazione e che in quanto tale non deve essere dimenticato: la guerra.

Un romanzo per chi ama risolvere misteri, ma anche per chi ama la storia e non vuole dimenticare. Un viaggio fisico oltre che immaginario, attraverso i luoghi che hanno segnato la storia di Edoardo Alessi, di Ettore Castiglioni e del capitano Bassan, ma anche di tutti quei ragazzi in cerca di un porto sicuro, degli ebrei in fuga dal loro destino e dei perseguitati politici.

Immagini: https://bit.ly/2MmxgQm, https://tinyurl.com/yybsxgdx

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