Tra scrittura, legno e illustrazione – “Nella foresta” di Martina Tonello

Gustarsi una zuppa di terra, osservare l’acqua che scorre lentamente, annoiarsi un po’ mentre si aspetta la fine dell’estate, godere della malinconia di un tramonto, oppure cercare sassi o perdersi guardando le nuvole. Sono piccole cose che, però, nel mondo pensato dall’illustratrice (e aspirante falegname) Martina Tonello, all’interno del progetto autoprodotto Nella foresta, hanno un loro peso e una loro dignità.

A Poncho piace fare sempre lo stesso giro, quando esce. È un tipo abitudinario. Adora notare i piccoli cambiamenti nella foresta: una foglia nuova nell’albero, le impronte lasciate dai suoi amici, legnetti sparpagliati in giro. Osserva e si immagina cosa sia successo il giorno prima.

C’è una foresta, dunque, e c’è anche un armadillo tutto blu e giallo di nome Poncho, un tipo decisamente abitudinario. Oltre a lui, tra gli alberi e i cespugli, può capitare di imbattersi in una paperetta un po’ arrabbiata, oppure di essere interrotti mentre si sta schiacciando un pisolino in santa pace da Mago, un procione un po’ svampito che dimentica le cose.

®Martina Tonello

C’è tutto questo, vero. Ma che cos’è Nella foresta? 

«Nella foresta è un progetto che unisce la scrittura, l’illustrazione e il legno come elementi di un’unica narrazione»: così spiega Martina, che ho avuto il piacere di conoscere l’anno scorso. Ecco la grande sfida: riuscire a creare una storia che andasse al di là della bidimensionalità della carta stampata, che potesse letteralmente fuoriuscire dalla pagina e ritrovarsi tra le mani del lettore/bambino. 

Pensa al tempo, che come l’acqua scorre. Ci sono però delle differenze: l’acqua si può bloccare, anche se non per molto, costruendo con i bastoncini una piccola diga e creando un laghetto. Con il tempo non lo si può fare, non ci sono i bastoncini adatti. Puoi anche fermare le lancette dell’orologio, ma al tempo non importa, lui va avanti lo stesso.

®Martina Tonello

La prima volta che ho incontrato Martina è stato da Zoo, una caffetteria/bistrot piena di cose belle di Bologna. Ricordo che, e davanti a un caffè lungo e a una tazza di tè, abbiamo parlato del lavoro, della vita e dei nuovi inizi. È passato un anno, come dicevo, e il destino ha voluto che ieri ci ritrovassimo sempre da Zoo, ma stavolta per l’inaugurazione della sua mostra Nella foresta, in occasione del BilBOLbul, il Festival Internazionale del Fumetto e che rimarrà fino al 28 dicembre.

Durante quest’anno, oltre a illustrare libri per bambini, Martina ha iniziato a lavorare nella bottega di un falegname che di cognome fa Donato e lavora a Porta San Donato e, qui, mentre curiosava tra legni e legnetti… voilà, è avvenuta una magia! In alcuni di questi pezzetti “di scarto” la sua mente ha intravisto la forma di un qualcosa – una possibilità? –, e quel qualcosa si è trasformato in un animale, dal quale poi è nata una storia.

«[…] volevo chiederti se avessi per caso visto la mia immaginazione» dice Mago agitato.

«La tua immaginazione?» risponde Poncho sconcertato. «Penso che non si possa vedere l’immaginazione. Ne sono quasi certo.»

«Eppure stamattina ho aperto gli occhi e non c’era più. Neanche un briciolo. Oggi mi sono svegliato, ed ero davvero senza idee» si affligge Mago.

Così, Martina ha pensato a una scatola (anzi, a cinquanta scatole) con dentro una scultura in legno dipinta a mano – un vero e proprio giocattolo, con tanto di marcatura CE – che diventa il protagonista di tre piccole storie illustrate che raccontano della sua vita, dei suoi sogni e dei suoi bizzarri incontri nella foresta. E lui, Poncho, l’armadillo blu e giallo, è il primo personaggio che conosciamo della foresta, prodotto in cinquanta esemplari in edizione limitata, che è possibile acquistare. Ma non sarà solo: perché presto, accanto a lui compariranno altri due personaggi, di cui uno – svela l’autrice – compare già nel libretto illustrato.

®Martina Tonello

E le storie? Il libretto illustrato raccoglie tre racconti di due paginette l’una, sapientemente illustrati, che hanno tutto il sapore delle fiabe di un tempo, in cui gli animali parlano e pensano e, anzi, sono portatori di grandi verità, come il fatto che la noia possa essere perfino bella. L’elemento più interessante di questo progetto, al di là della cura e della ricchezza dei dettagli, è proprio questa commistione tra generi per creare una narrazione più grande: non solo carta, non solo scultura, non solo illustrazione. Quando incontrai Martina la prima volta, mi disse che adorava sperimentare usando più mezzi espressivi «perché attraverso l’uso combinato di parole e immagini [e scultura, aggiungerei io] puoi arrivare molto più lontano di quanto non faresti usando solo le une o le altre».

Ma siccome sa vedere il lato positivo delle cose, pensa anche che forse in due rifletteranno più forte.

Quindi, c’è da chiedersi: in un mondo che corre sempre più veloce, dove i bambini sono bombardati da mille stimoli sempre nuovi, sempre diversi, sempre accattivanti, e ci si lascia prendere dal bisogno di fare-fare-fare, è possibile fermarsi, osservare un filo d’erba, scoprire la levigatezza del legno, o leggere una fiaba? C’è ancora spazio per le piccole cose?

®Martina Tonello

La risposta di Martina e della sua scatole delle meraviglie è chiara: sì, c’è ancora spazio e tempo per sorprendere e lasciarsi sorprendere dal mondo che ci circonda. Basta saperlo guardare, e tenersi stretta la propria immaginazione.

Allora, domando di nuovo: che cos’è davvero Nella foresta?

È una scatola illustrata.  È una mostra. È un pezzo di legno che ora è un armadillo, domani chissà. È una storia, anzi, tre storie. O forse, dieci, cento, infinite. L’unico limite è la fantasia di ciascuno.

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