E se…? di Anthony Browne – Preoccupazioni prima di una festa

Tutti ricordiamo il primo invito a una festa di compleanno. O almeno ricordiamo la sensazione del primo invito che ci è stato fatto e che la nostra mente ha registrato. La timidezza mista alla felicità di condividere un pomeriggio insieme, ma anche l’imbarazzo di conoscere nuove persone, il timore che il regalo acquistato non sarebbe piaciuto, la paura di non sapersi integrare.

È proprio quello che accade a Joe in E se…? di Anthony Browne, pubblicato a febbraio 2020 da Camelozampa. Joe, un bambino, deve andare alla sua prima festa di compleanno, ma ha perso l’invito e così va alla ricerca della casa di Tom con la mamma.

Il lettore comincia ad avventurarsi con Joe e la mamma lungo una strada, per guardare dalle grandi finestre le case sul viale e trovare quella di Tom. Tra una pausa e l’altra Joe fa tante domande alla madre, tutte ipotetiche: «E se alla festa c’è qualcuno che non conosco?», «E se non mi piace quello che c’è da mangiare?». La madre è sempre lì a rassicurarlo e a incoraggiarlo. Dai disegni si notano le espressioni preoccupate di Joe, in un climax ascendente fatto di dubbi e timori. La passeggiata continua e nelle doppie pagine ci addentriamo – grazie alla fantasia di Joe – in appartamenti abitati da elefanti giganti, adulti che giocano a moscacieca, signori che ricordano Tweedledum e Tweedledee (Pincopanco e Pancopinco di Alice nel Paese delle Meraviglie) fino ad arrivare all’appartamento di Tom.

Quest’albo, i cui ingredienti principali sono l’immaginazione e un misto di contentezza e paura infantile, racconta di un percorso a lieto fine. Da un lato i sentimenti contrastanti di Joe e le rassicurazioni della madre, dall’altro comparse estremizzate che abitano case con grandi finestre da cui si può spiare l’interno.
In realtà, la preoccupazione di Joe si riversa poi nella madre, non appena lo lascia alla festa. Se all’inizio la madre prova a tranquillizzarlo come fa qualsiasi altro genitore, appena si allontana dal figlio, inizia anche lei a essere angosciata dai dubbi: si chiede se il figlio si divertirà, se se la passerà bene e così via…

Le sensazioni provate dai personaggi principali vengono amplificate anche dallo stile. Browne utilizza colori cupi, ambientando la sua storia di sera, quando tutto diventa scuro e le preoccupazioni aumentano (basti pensare al topos della paura del buio da parte dei bambini…). Nella tavolozza dei colori scuri scelta dall’autore, predomina il blu con diverse sfumature: tra tutte, un blu chiaro per rappresentare Joe e la madre, come se la luna riflettesse sui protagonisti.

Un albo che racconta una storia ordinaria con una veridicità incredibile. Un albo che farà identificare i piccoli lettori con Joe perché, in fondo, chi non ha mai provato le sue sensazioni prima di una festa di compleanno? E, allo stesso tempo, un albo che farà sorridere gli adulti, che ricorderanno quanto fosse bello preoccuparsi di cose che sembravano giganteschi problemi. Se potessimo tornare indietro nel tempo, anche solo per un giorno…

Potrebbe interessarti:

Quando tutto diventò blu – Disegnare un attacco di panico
In un mare di “Pillole blu”
Maggie Nelson, Bluets
The bluest color: Marc Chagall

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.