Logo Casa sull'albero

La Casa sull’albero – Configurazione tundra di Elena Giorgiana Mirabelli

Data la situazione Covid-19 molte librerie sono state costrette ad annullare e/o a cancellare gli eventi. Sappiamo che è giusto così, anche se ci dispiace molto, soprattutto per gli autori e le autrici i cui libri che stanno continuando a uscire, per tutta la filiera editoriale che si trova in difficoltà. Per questo abbiamo deciso di aprire uno spazio virtuale temporaneo qui su Tropismi, dedicato esclusivamente alla presentazione dei libri orfani di presentazione. Pubblicheremo brevi interviste agli autori, come se ne stessimo parlando in libreria, con qualche domanda e, se possibile, qualche riga di estratto. Non potremo dare a ogni libro il pubblico e il tempo enormi che meriterebbero, ma cercheremo di riservare uno spazio di benvenuto per tutti.

L’ospite di oggi è Elena Giorgiana Mirabelli con il suo libro Configurazione tundra, edito da Tunué.

Come nasce l’idea di questo libro?

Per formazione guardo alle cose come se fossero qualcosa da indagare. Quindi nel momento in cui ho pensato agli ultimi anni ho iniziato a pormi delle domande, da lì è nato il nucleo di Configurazione Tundra. Cosa accade quando una persona si rende conto di non aver davvero compiuto delle scelte, di essere stato un meccanismo? Quanto una città, la sua stessa struttura urbanistica può incidere sul carattere? Quale il potere salvifico dell’immaginario.

Riassumi la trama del libro in una frase

Quando entri in contatto con le storie e le immaginazioni degli altri, qualcosa nella tua vita cambia e solitamente sei proprio tu.

Hai curato volumi per molti editori tra cui Carocci e Laterza. Questo è il tuo primo romanzo. Com’è stato il passaggio da curatrice ad autrice?

In Configurazione Tundra c’è molto delle mie letture e dei testi su cui ho lavorato. Il testo per la Carocci risale ai tempi del dottorato in Filosofia del linguaggio ed era un progetto legato alle norme e alla natura umana. Per la Laterza ho fatto parte della redazione per il testo di Luca Rastello La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani. In entrambi i casi le ricerche si muovevano nella direzione dell’analisi del rapporto che l’umano ha con le strutture esistenziali e politiche. Quei lavori rappresentano la condizione di possibilità teorica di Configurazione Tundra.

Hai dovuto compiere delle ricerche per la tua storia?

Sì, soprattutto saggi sullo spazio urbano. Ne cito due: Architettura e democrazia di Salvatore Settise L’architettura della città di Aldo Rossi. Ho ripreso poi la lettura e lo studio dei testi di Arnold Gehlen che avevo abbandonato da tempo.

Chi ti piacerebbe che lo leggesse?

Mi piacerebbe lo leggessero gli amanti delle forme narrative ibride, certo, ma in realtà vorrei potesse essere letto da più persone possibili. In fondo quello che ho voluto rendere è il potere salvifico dell’immaginazione e della narrazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.