Tavola Un solo mondo di Michael Foreman

(Abbiamo) un solo mondo – Il gioiello illustrato di Michael Foreman

In questi ultimi (difficili) mesi, siamo stati investiti da una valanga, che ci ha costretti a riadattarci, a reinventarci completamente, e il mondo per la prima volta da tantissimo tempo si è fermato ed è tornato a respirare. Tuttavia, la nostra attenzione si è interamente concentrata su quello che stava accadendo, e a parte qualche rara (e in alcune casi, addirittura falsa, come i delfini nei canali di Venezia) immagine di animali che riprendevano a scorrazzare liberi per le città, il discorso sulla tutela dell’ambiente ha smesso d’importarci. Semplicemente, per molti c’erano cose più urgenti.

È interessante allora vedere come, adesso che, almeno in Italia, l’emergenza è passata e i libri finalmente sono tornati a uscire, uno dei primi testi pubblicati da Camelozampa – tra l’altro, vincitrice del Bologna Prize for the Best Children’s Publisher of the Year per l’Europa – sia stato proprio Un solo mondo di Michael Foreman, in occasione del trentennale della prima edizione.

Un solo cielo.
Un solo sole.
Una sola luna.
Un solo mondo.
Una bambina, immobile, ai confini del mondo, guardava il sole. Lo guardava mentre tramontava alla fine della giornata.

È interessante, dicevo, perché questo capolavoro – arrivato in Italia soltanto quest’anno – è un inno alla potenza dei piccoli gesti e al prenderci cura di ciò che ci circonda.

E lo impareranno i protagonisti, due fratelli, di questo picture book poetico e delicatissimo, che un giorno, mentre sono sulla spiaggia, s’imbattono in una pozza d’acqua, che però non è solo “una pozza d’acqua” salata. È un micro-universo: gli scogli sommersi sembrano montagne, le alghe danzano come alberi al vento e ricordano scure foreste, una lattina diventa una nave affondata piena di tesori sommersi, e conchiglie e sassolini sono in realtà stelle di una galassia; sopra tutto questo, sul cielo capovolto della pozza, galleggiano le piume e una brutta macchia d’olio… non sarebbe bellissimo avere quella ricchezza sempre a portata di mano? Possederla, per guardarla quando ci pare e piace?

Allora inizia un gioco, e i due fratellini riempiono un secchiello d’acqua, ci aggiungono sabbia, sassi colorati, alghe, conchiglie. “Ma serviva ancora qualcosa. Serviva più vita” scrive Foreman sotto la tavola che mostra il bambino osservare da vicino il suo secchiello.
A poco a poco, il gioco si trasforma, i bambini prendono gamberi immaginando che siano maestose balene, e pesciolini, creando così il loro nuovo mondo, da tenere tra le mani

Per tutto quel lungo pomeriggio, si presero cura di quel mondo minuscolo. Vi aggiunsero più alghe, conchiglie e altri tre pesci, ma più aggiungevano al loro mondo e più toglievano al mondo reale. Le uniche cose che adesso erano rimaste a galleggiare nella pozza erano le piume e la bolla d’olio.

Più aggiungiamo cose al nostro mondo più ne togliamo al mondo reale. Eccolo, il meraviglioso punto a cui vuole arrivare Foreman. In tutti questi secoli, ci siamo sentiti in diritto di prendere, togliere, rovinare per arricchire il nostro micro-mondo, soltanto perché abbiamo il potere di farlo. Ci siamo comportati come i due fratelli che hanno riempito un secchiello di pesci, pensando fosse solo un gioco e che non avesse delle conseguenze. Ma i giochi sono una cosa seria e hanno le loro regole: per ogni cosa che si toglie, qualcosa nell’equilibrio si rompe.

Il loro secchiello è bellissimo, è vero, ma ora nella pozza rimangono solo le piume e la chiazza d’olio, che s’allarga e s’allarga e rende l’acqua torbida… i bambini allora fanno l’unica cosa giusta da fare: restituire tutto quanto e riempire il secchiello di quelle cose che non appartengono – e che non dovrebbero appartenere – a quella realtà. Il piccolo universo di una pozza d’acqua tra gli scogli fa capire loro che anche il mondo al di fuori, quello grande e immenso in cui viviamo, in realtà è uno, fragilissimo, che può essere rovinato con tanta facilità. E che ciascuno di noi, per quanto piccolo, può fare qualcosa: è finito il tempo di mostrarsi indifferenti, e ce l’hanno insegnato migliaia di giovani.

“There is not planet B”, recitavano infatti migliaia di striscioni e cartelloni di bambini e ragazzi che hanno protestato in tutto il globo e che il 15 marzo dell’anno scorso (ora sembra una vita fa) sono scesi per strada e nelle piazze in occasione del Climate Strike. Allora ecco, nonostante sia passato un anno e la nostra realtà oggi ci pare completamente diversa, non dimentichiamoci della strada fatta, e ripartiamo da qui. Ripartiamo dai piccoli gesti, dal prendere consapevolezza che tutto ciò che facciamo, anche se siamo solo una goccia nell’oceano, ha invece un impatto sul resto. È di qualche settimana fa, tra l’altro, l’allarme dell’associazione Opération Mer Propre che ha denunciato il rischio di ritrovarci con più mascherine che meduse nel Mar Mediterraneo. In questa dimensione post-Covid, quindi, la scelta di pubblicare per la prima volta in Italia One world (nel titolo originale), un libro di trent’anni fa ma mai così attuale, con le sue tavole acquerellate, piene di dettagli, veri e propri quadri, assume ancora più significato. 

Regalatelo ai vostri figli, nipoti, amici, conoscenti e congiunti, perché è il modo migliore per ricominciare, perché rischiamo di ritrovarci soli con un pugno di piume e macchie d’olio. Perché abbiamo un solo mondo, ed è nelle nostre mani.

Come un secchiello, in quelle di due bambini.

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