Vera la mongolfiera – un viaggio per superare limiti e paure

Qualche settimana fa, durante una discussione in classe, abbiamo chiesto ai ragazzi di definire la loro paura più grande.

In risposta abbiamo ottenuto silenzi e sguardi che vagavano nel vuoto. Eppure, se adesso vi chiedessi di pensare alla vostra paura più grande, sapreste indicarla subito?

A me questa domanda, tanto banale quanto particolare, ha dato molto su cui riflettere. Non che io non sia capace di individuare ciò che mi spaventa. Al contrario, potrei stilare una lunghissima lista di cose che temo. Ma la mia paura più grande, quella che mi impedisce di vedere e affrontare determinate situazioni, quella mi dà del filo da torcere quando si tratta di individuarla o descriverla correttamente.

Emanuela Busà e Daniela Volpari, sono riuscite a rendere questa impresa più leggera e divertente, realizzando un libro per bambini – in realtà adatto a tutte le età – edito dalla casa editrice palermitana Glifo Edizioni.

Vera è una mongolfiera giocattolo che nonno Tranquillo ha costruito per Thomas. Formata da una “solida cesta in vimini, e un pallone cucito con pezzi di stoffa colorata delle stesse tinte dell’arcobaleno”. Ai lati della cesta Vera aveva due sacchettini pieni di sabbia che la facevano somigliare ad una bimba con dei simpatici codini.

Così descritta la piccola protagonista non ha nulla da invidiare a una vera mongolfiera. C’è solo un piccolo problema: Vera soffre di vertigini e volare è la sua paura più grande.

“Ogni volta che aveva a che fare con il vuoto cominciava a tremare, le girava tutto e la sua testa era letteralmente nel pallone!”

L’insicurezza: un confine tra paura e meraviglia

Vera ha paura di volare perché non si sente al sicuro. Il filo di sicurezza che la tiene ancorata alla finestra della camera di Thomas la fa sentire protetta. Da lì può osservare il mondo fuori, può fantasticare di posti sconosciuti che sente descrivere dall’amico, tutto senza correre alcun pericolo.

Ma cosa succede quando all’improvviso ciò che ci protegge viene meno e siamo costretti ad affrontare le nostre paure?

È proprio questo quello che succede a Vera, che a un certo punto si ritrova in alto nel cielo, senza nessun laccio che la tenga ancorata al davanzale della finestra e con il volto di Thomas che diventa sempre più piccolo e lontano.

Eppure, come la nostra protagonista capirà un bel po’ di pagine dopo, a volte è necessario staccare il nostro filo di sicurezza, affrontare ciò che ci spaventa e scoprire che, in fondo, trovarsi faccia a faccia con le proprie paura non è poi così male.

Fidarsi è bene, non fidarsi non sempre è meglio

A trasportare Vera in questa inaspettata avventura sarà Levante, uno dei tanti venti che soffiavano davanti alla finestra della camera di Thomas. A voler essere precisi “Levante non era esattamente uno dei tanti: quando arrivata lui c’era il fuggifuggi generale, tanto era il chiasso generale che faceva e lo scompiglio che creava a ogni suo passaggio”.

Ma Vera imparerà un’altra importante lezione da questo suo viaggio senza preavviso: non sempre le cose o le persone sono come gli altri le descrivono.

Vera non si fidava dei Venti perché ne aveva sempre sentito parlare come di tipi mutevoli e inaffidabili, e a maggior ragione non si fidava di Levante, a detta di tutti imprevedibile e turbolento.

Eppure, ancora, se Levante non avesse ascoltato il suo desiderio di vedere la foresta amazzonica, se non l’avesse aiutata trasportandola con la sua forza e se, alla fine, non fosse tornato indietro a riprenderla, nulla di quanto accaduto nel corso dell’incredibile avventura di Vera sarebbe stato possibile.

Chi trova un amico trova un modo per affrontare le proprie paure

Come in ogni viaggio – e storia – che si rispetti non può mancare un imprevedibile colpo di scena.

Proprio quando Vera sembra sentirsi nuovamente al sicuro, sospinta dal soffio tiepido di Levante, entra in scena un nuovo personaggio: Pampero. Vera precipita nella foresta amazzonica e, per la seconda volta nel corso del suo viaggio, si ritrova sola con la sua paura che è, però, anche la sua unica ancora di salvezza.

Per fortuna la foresta è abitata da piante, fiori e animali di ogni specie. Vera, però, non appartiene al loro mondo e non rientra in nessuna delle specie da loro conosciute.

Ma questo non è certo un problema! Le buffe codine, il pallone colorato e lo strano accento francese rendono Vera interessante. Così, ritrovarsi da sola in un luogo sconosciuto, circondata da piante e animali mai visti diventa un’avventura nell’avventura.

Amicizia, condivisione e aiuto reciproco sono i valori che Vera ci insegna ad apprezzare e quelli che l’aiuteranno a ritrovare Levante e a tornare a casa da Thomas.

A ognuno il suo modo di volare. Quando diverso è sinonimo di bello.

Gli insegnamenti che traiamo dalla storia di Vera sono tanti. Se il più importante è quello di avere il coraggio di affrontare le proprie paure, quello di valorizzare la diversità non è da meno.

Vera incontra tantissime figure diverse, ognuna con un proprio speciale modo di volare. Soltanto alla fine, però, si renderà conto che “il suo volo non era rumoroso come quello del vento né silenzioso come quello del gufo; non era nemmeno elegante come quello del colibrì… ma era il suo ed era perfetto così!”

Vera ci insegna a guardare il mondo con lo sguardo meravigliato dei bambini e ad accettare gli altri con lo stesso candore e la stessa semplicità di quando eravamo piccoli.

Vera la mongolfiera – alla scoperta della foresta amazzonica è più di un semplice racconto per bambini. La scrittura semplice e curata di Emanuela Busà fa sì che ogni parola, ogni nome, evochi in chi legge i suoni e le immagini della natura. Le illustrazioni di Daniela Volpari e l’accurata scelta cromatica fanno sì che i suggestivi paesaggi che popolano la nostra mente assumano concretezza sulla pagina.

Il volume è curato in ogni minimo particolare. Dalle carte utilizzate per la stampa, italiane e amiche delle foreste, agli inchiostri a base vegetale. Ogni pagina è un piccolo capolavoro, un vero e proprio diario di viaggio per i più piccoli, ma caldamente consigliato anche per i più grandi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.