La vita che desideri – Recensione del graphic novel di Francesco Memo e Barbara Borlini

La vita che desideri quasi mai coincide con quella che ti capita, ed è proprio quello che capita nell’opera di Barbara Borlini e Francesco Memo – La vita che desideri – un titolo che prefigura gli incredibili scarti che l’esistenza ha in serbo per i personaggi di questo libro.

Di sicuro Giulio dalla vita non desiderava di essere spedito nel Carso dopo essere stato testimone di un omicidio passionale, e se c’è una cosa che non si aspettava era di trovarsi davanti l’esecutore dell’assassinio, nella divisa di un prigioniero austriaco, un “nemico”. E poi di innamorarsene, ecco, di questo non se ne parlava. 

Anni dopo nemmeno Giorgio, giovane e fervente aspirante fascista, si aspettava di diventare un serveur nel grand hotel di Giulio, e stringere con lui un’amicizia e un amore rifiutato. E nessuno dei due avrebbe desiderato incontrarsi anni dopo, durante la seconda guerra mondiale, tra sfollamenti e assassinii a sangue freddo.

Tre archi narrativi, tre cromie diverse per raccontare tre ere della vita e tre periodi storici diversi, seppure vicini. Il romanzo attraversa infatti la Storia. La Prima Guerra Mondiale – giallo -, l’avvento del fascismo in Italia – rosa -, e ritrova i nostri protagonisti completamente cambiati alla fine della Seconda – verde.

E racconta anche d’amore, di più amori, in effetti. Quello di Giulio per il suo prigioniero sfortunato, Florian, e quello tra Giorgio e Giulio, che non riesce davvero a compiersi per la paura di Giorgio e il suo rifiuto di sentirsi omosessuale, di provare sentimenti e attrazione per un altro uomo, lui così uomo e pronto a sacrificarsi per la patria in nome del Duce. E in questo modo ci racconta anche del potere, il potere che detiene uno Stato di inviarti in guerra, il potere di un’ideologia nel modellare i desideri e i sogni di chi la sposa, ma anche del potere e della forza del sacrificio, dell’eroismo nel contrapporsi a essa. 

La vita che desideri incontra la libreria della redattrice #tunuepride

La vita che desideri è un graphic novel militante, come testimonia la postfazione di Massimo Zamboni, fondatore dei CCCP, che invita a non abbassare mai la guardia, rimanere sempre all’erta e vicini al proprio sentire, alla propria natura. E riflette: “La vita che desideriamo non è mai posseduta interamente, ma inavvertitamente oppure attraverso schianti tremendi è costretta ad aderire al segmento storico in cui si determina”. Questa militanza e vicinanza al tema è anche chiara dalla ricerca certosina che hanno fatto gli autori, Barbara Borlini e Francesco Memo, che nelle note finali ci fanno un ultimo grande regalo raccontando da dove hanno attinto le atmosfere e le storie, di fatto svelando, a chi vuole approfondire, una bibliografia e sitografia sterminata.

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