Rogozov di Mauro Maraschi

Distorto, antiscientista e ostinato. Rogozov di Maraschi e l’inetto di oggi

Se è vero che in una nazione come la nostra la produzione romanzesca pura è sempre stata un passo indietro rispetto alle grandi culture letterarie europee, con opere che pescavano dal genere, dalla non fiction o dall’autobiografismo più o meno esplicito, un discorso a parte va fatto per la figura dell’inetto.

Basterebbe sfogliare il programma letterario di un qualsiasi quinto superiore per capire come gli improbabili e insieme realissimi personaggi di Svevo, Pirandello o Tozzi sono i grandi protagonisti della nostra letteratura, o almeno delle ultime opere che potremmo annoverare tra i classici. Possiamo definirle grandi storie di formazione mancata, ritorni obbligati al punto di partenza, prospettive distorte che leggono il mondo intervenendo come possono, se possono.

Ma come declinare queste opere negli anni ’20 del nuovo millennio? O, se vogliamo, chi è l’inetto contemporaneo, come interagisce con i problemi che sentiamo più vicini a noi?

Mauro Maraschi
Mauro Maraschi

Una soluzione avvincente è quella proposta da Mauro Maraschi nel suo Rogozov, edito da TerraRossa Edizioni. Interessante fin dal paratesto, con una serie di epigrafi per ogni capitolo raccolte a fine libro e un dossier di appendici a corredare la storia. Una di queste appendici, l’ultima, racconta la storia di Rogozov, medico sovietico famoso per essersi auto-operato di appendicectomia.

Ruggero Gargano, protagonista dell’opera, è un Rogozov distorto, antiscientista e ostinato. Il suo modo di autodiagnosticare e curare se stesso e sua figlia si unisce al rifiuto della medicina occidentale, giustificato da un approccio naturistico più vicino ai dettami orientali e da un miscuglio di luoghi comuni, leggende popolari e statistiche usate impropriamente.

Sarebbe facile immaginare Gargano su certi gruppi whatsapp di genitori dei bambini dell’asilo, a rilanciare fake news e fare da megafono a teorie strampalate, come spesso abbiamo visto in questo periodo di pandemia. Ma Ruggero Gargano è lucido nel suo dimostrarsi coerente nell’incoerenza più totale, in una vita picaresca dove vive alla giornata. Gargano ci racconta non tanto la sua storia ma la sua versione dei fatti, simile a una confessione tutt’altro che imparziale, un ultimo tentativo di autoscagionarsi.

Una versione, quella di Ruggero, che ha la forza della persuasione e di una controverità che si scontra con il nostro stile di vita, occidentale e capitalistico, riuscendo effettivamente a metterlo in difficoltà, ad evidenziarne le crepe e le contraddizioni. Ruggero Gargano, l’inetto Gargano, definito dagli altri personaggi un errore madornale, o un individuo scisso in due è ormai slegato dalla realtà, è il parresiaste contemporaneo, che non ha paura di dire la propria verità e di provare a seguirla per costruire il proprio mondo.

Rogozov
Rogozov

Maraschi costruisce una storia avvincente, ricca di colpi di scena e di personaggi irresistibili, e si inserisce nel dibattito tra scientismo e antiscientismo, florido anche in questi giorni, senza dare una risposta particolare ma cercando di sparigliare le carte, dimostrando che non c’è una verità specifica ma tante vite diverse, i cui cronotopi, ossia degli snodi esistenziali risolutivi nei quali la vita deraglia dai suoi “binari originari” e intraprende un percorso del tutto diverso, ci hanno portato ad essere ciò che siamo, o ancora più precisamente ciò in cui crediamo.

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