Automi, bambole e fantasmi – Nel mondo misteriosamente moderno di E.T.A. Hoffmann

Dal 16 giugno è in libreria, grazie a L’orma editore, una raccolta di sei racconti di E.T.A. Hoffmann dal titolo automi, bamole e fantasmi che ogni amante del magico e del gotico dovrebbe leggere.

Le traduzioni di Eva Banchelli, Simone Costagli, Alessandro Fambrini Matteo Galli e Riccardo Morello conservano alla perfezione l’ironia e la magia che Hoffmann con la sua scrittura riesce a imprimere ai propri racconti, evocando mondi nascosti e sentimenti profondi con una leggerezza che contrasta con la profondità dei temi.

I sei racconti selezionati, Gli automi, L’uomo della sabbia, Schiaccianoci e il re dei topi, La casa desolata, Il consigliere Krespel, Le miniere di Falun, contengono alcune tra le figure più suggestive della produzione dell’autore.

Il contrasto tra uomo e automa, tra natura e meccanica, viene fuori come uno dei nuclei centrali dello scrittore, precursore di tematiche oggi più dibattute che mai.

Il fatto è che il legame tra uomo e figure morte, che scimmiottano l’umano nella forma e nei movimenti, mi dà una sensazione di oppressione, d’inquietudine, mi verrebbe addirittura quasi da dire che mi fa spavento.

Queste macchine perfette, tanto da essere facilmente scambiate per esseri umani in carne ed ossa – come accade a Nathanael in L’uomo della sabbia – sono il risultato di un genio guidato dalla mano di Satana. In tutto ciò che imita l’uomo nel tentativo di superarlo ritroviamo lo zampino di forze oscure e contro natura che non possono portare a nient’altro che all’annientamento e alla dissoluzione di chi ne viene persuaso. Ogni racconto è ambientato in un tempo e in una dimensione sospesi, in bilico sulla sottile linea tra realtà e sogno, tra normalità e follia. In ogni storia al personaggio principale, vittima dell’ipnosi delle macchine o delle forze segrete che governano l’universo di Hoffmann, si oppone un personaggio che parla spinto dal lume della ragione. La lotta tra le due figure percorre ogni storia, ma quasi sempre a sopperire è sempre colui che si è fatto sedurre da una presenza sinistra.

Accade spesso che questa forza magica e oscura risieda nel corpo di una donna. La figura femminile diventa, dunque, l’emblema del mistero, di ciò che non può essere indagato fino in fondo. Le donne pallide e eteree dei racconti di Hoffmann sono per lo più figure vuote, mezzi attraverso cui forze misteriose e senza nome agiscono per distorcere la realtà.

La linea tra follia e normalità è quasi impercettibile e l’occhio diventa lo strumento per creare una sorta di ponte tra i due mondi. Ne L’uomo della sabbiaquesto legame è particolarmente evidente, ma ritorna anche negli altri racconti. Ne La casa desolata tra l’occhio del protagonista e la misteriosa donna si interpone un terzo elemento: lo specchio. Un filtro che rende la linea che divide realtà e follia ancora più sottile e impercettibile.

Anche il celebre racconto Schiaccianoci e il re dei topi acquista, nella versione di Hoffmann, una leggera nota di oscurità che lo allontana dal tono fiabesco a cui siamo statә abituatә da bambinә, non perdendo tuttavia quel fascino incantatore di cui si fa portatore.

Entrare nel mondo di E.T.A. Hoffmann è un’avventura forse non per tuttә, ma certamente imperdibile per chi ama immergersi nel mistero e riflettere sul rapporto che lega l’anima dell’uomo a quella natura.

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