Un’ordinanza che sembra fantascienza ma che potrebbe presto rivoluzionare la nostra quotidianità. I comuni italiani coinvolti nella misura shock
Negli ultimi mesi si è diffusa la voce che in Italia stia per arrivare una misura destinata a cambiare radicalmente le abitudini di tutti noi: il limite massimo di due ore al giorno per l’utilizzo degli smartphone e dei dispositivi digitali al di fuori delle attività lavorative e scolastiche.
Alcuni comuni italiani sarebbero già pronti a fare da apripista a questa iniziativa. Tra i territori indicati come pionieri figurerebbero:
L’idea alla base del progetto è introdurre un’ordinanza comunale che, senza sostituirsi alla legge nazionale, abbia un forte valore simbolico e spinga le famiglie a ridurre l’esposizione quotidiana a smartphone, tablet e computer.
Nei documenti preliminari si parlerebbe di consigli rivolti soprattutto ai più giovani:
L’obiettivo dichiarato è favorire un sonno regolare, ridurre la sedentarietà e riscoprire momenti di socialità lontani dalla luce blu degli schermi.
Immaginare che i sindaci italiani possano avere il potere di incidere così profondamente sulle abitudini digitali dei cittadini ha creato curiosità, polemiche e incredulità.
Ed ecco la rivelazione: questa misura non riguarda affatto l’Italia. La decisione di limitare l’uso degli smartphone a due ore al giorno è stata realmente proposta e approvata nella città di Toyoake, nella prefettura di Aichi, in Giappone. Il sindaco, Masafumi Koki, ha portato avanti l’iniziativa non come un obbligo sanzionabile, ma come una linea guida per sensibilizzare la popolazione sui rischi dell’abuso digitale.
Se una simile iniziativa arrivasse anche nel nostro Paese, l’impatto sarebbe notevole.
Gli studi dimostrano che ridurre l’uso degli schermi porta benefici importanti:
In fondo, non si tratta di un sogno irrealizzabile: il Giappone ci sta già provando.
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