Una misura che divide i cittadini: Negli ultimi giorni sta circolando una notizia che ha fatto molto discutere: l’introduzione in Italia di una tassa annuale sugli animali domestici, in particolare sui cani e, in misura ridotta, anche sui gatti.
L’idea, almeno secondo alcune indiscrezioni, sarebbe quella di inserire questo balzello già dalla prossima legge di bilancio, con l’obiettivo dichiarato di finanziare iniziative legate al benessere animale, al controllo del randagismo e alla manutenzione delle aree pubbliche destinate ai nostri amici a quattro zampe.
Quanto costerebbe la nuova tassa: Le cifre ipotizzate variano in base al tipo e al numero di animali posseduti. Per un cane si parlerebbe di circa 50 euro l’anno, mentre per un gatto la quota sarebbe intorno ai 25 euro. In caso di più animali, la tassa crescerebbe progressivamente.
Alcuni esponenti politici avrebbero già sottolineato che parte dei proventi verrebbero utilizzati per:
• costruire nuovi canili comunali,
• sostenere campagne di sterilizzazione,
Come spesso accade quando si parla di nuove tasse, la polemica non si è fatta attendere. Molti proprietari di animali temono che un’imposta di questo tipo scoraggi le adozioni, portando a conseguenze opposte rispetto a quelle dichiarate: invece di ridurre il randagismo, si rischierebbe di aumentarlo.
Altri sostengono invece che un contributo moderato, se realmente destinato a migliorare i servizi per gli animali, potrebbe non essere ingiusto.
C’è chi la considera un segno di responsabilità, utile a sensibilizzare i cittadini, e chi invece la vede solo come l’ennesimo modo per fare cassa sulle spalle di chi ama gli animali.
Ma qui arriva il colpo di scena.
Vale la pena fare chiarezza: in realtà non c’è nessuna tassa di questo tipo in arrivo in Italia. La notizia, così come presentata all’inizio, non corrisponde al vero.
Tuttavia, non è affatto un’invenzione: in molti Paesi del mondo questa tassa esiste davvero ed è in vigore da anni.
• In Germania i proprietari di cani pagano la Hundesteuer, che varia a seconda del comune.
• In Svizzera e in Austria esistono imposte simili.
• In alcuni comuni dei Paesi Bassi è ancora attiva la cosiddetta dog tax.
• In grandi città della Cina, i cittadini devono registrare e tassare i propri cani con cifre talvolta elevate.
E se arrivasse davvero in Italia?
Insomma, non si tratta di un’ipotesi campata in aria, ma di una realtà concreta altrove.
👉 Ora la domanda è: se accadesse davvero in Italia, voi la riterreste una misura giusta oppure no?
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