Un tempo tra i più grandi laghi del mondo, oggi il Lago d’Aral è quasi scomparso. Scopri le cause e le conseguenze di questo disastro ecologico.
Negli ultimi cento anni, la Terra ha dovuto affrontare numerosi disastri ambientali, molti dei quali provocati direttamente dall’essere umano. Uno dei più impressionanti – e forse meno conosciuti in Europa occidentale – è quello che ha colpito il lago d’Aral, un tempo una delle più grandi distese d’acqua interne del pianeta. Situato tra Kazakhstan e Uzbekistan, in Asia centrale, il lago d’Aral si estendeva per oltre 68.000 km², alimentato da due grandi fiumi: l’Amu Darya e il Syr Darya. Oggi, gran parte di quella superficie è diventata deserto.
Quello che è successo al lago d’Aral non è frutto di un disastro naturale, ma di scelte politiche ed economiche sbagliate. Negli anni ’60, l’Unione Sovietica decise di deviare i due fiumi principali per irrigare enormi campi di cotone nelle regioni desertiche dell’Asia centrale. Questo progetto agricolo su larga scala sembrava un’ottima idea per l’economia dell’epoca, ma ben presto si rivelò devastante per l’ambiente.
Nel giro di pochi decenni, il lago d’Aral cominciò a ritirarsi a una velocità impressionante. Intere città portuali si ritrovarono a chilometri dalla riva, abbandonate insieme alle navi arenate su un terreno arido e salato. La pesca, che per secoli era stata la principale fonte di reddito per le comunità locali, scomparve completamente. Il fondale prosciugato del lago ha creato un nuovo deserto, chiamato Aralkum, che oggi si estende per migliaia di chilometri quadrati.
I venti sollevano la polvere salata mescolata a pesticidi e sostanze chimiche usate in agricoltura, creando tempeste tossiche che inquinano l’aria e mettono a rischio la salute delle popolazioni vicine. I tassi di malattie respiratorie, tumori, problemi alla vista e malformazioni congenite sono aumentati drasticamente negli ultimi decenni. Anche il clima della regione è cambiato: la scomparsa della grande massa d’acqua ha causato inverni più freddi e rigidi, estati più calde e secche, e una drastica riduzione delle precipitazioni. Questo ha avuto un impatto diretto anche sull’agricoltura locale, peggiorando ulteriormente le condizioni di vita delle persone. Negli ultimi anni, sono stati fatti alcuni tentativi di recupero ambientale, soprattutto nella parte settentrionale del lago, in Kazakhstan. Grazie alla costruzione della diga di Kokaral, una parte del lago – chiamata Piccolo Aral – è tornata a riempirsi d’acqua, consentendo il ritorno di alcune specie di pesci e il rilancio, seppur limitato, della pesca.
Tuttavia, la parte meridionale, in Uzbekistan, rimane quasi completamente prosciugata e difficilmente potrà tornare allo stato originale. Il disastro del lago d’Aral è oggi considerato uno dei più grandi fallimenti ambientali causati dall’uomo. È un caso emblematico che mostra chiaramente le gravi conseguenze di una gestione irresponsabile delle risorse naturali.
Ci ricorda quanto sia fragile l’equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale, e quanto sia importante agire in modo sostenibile per proteggere il nostro pianeta.
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