Da secoli gli abitanti di un piccolo borgo custodiscono un segreto che nessuno è mai riuscito davvero a spiegare.
Chi ci è stato parla di un’esperienza che non si dimentica, ma nessuno rivela mai troppo.
C’è un paese, tra le colline dell’Umbria, che non troverai facilmente sulle mappe. Case in pietra, vicoli silenziosi, porte di legno consumate dal tempo.
Al tramonto, il vento che soffia tra le valli porta con sé un odore intenso e inconfondibile — una fragranza che non appartiene né al bosco né ai fiori di campo.
“È la grotta che parla,” dicono gli abitanti, accennando un sorriso.
Ma nessuno ti dirà di più.
Solo chi ha la pazienza di restare, di osservare e di chiedere nel modo giusto, può scoprire cosa si nasconde dietro quelle mura antiche.
Secondo la tradizione locale, nelle viscere della collina di Montecorno — questo il nome del borgo — ci sarebbero antiche gallerie scavate a mano, usate in passato per conservare qualcosa di prezioso.
Alcuni parlano di vino.
Altri, di un misterioso tesoro templare. C’è chi giura di aver visto piccole forme avvolte in tele di lino, custodite come reliquie.
E in effetti, un tesoro lo è davvero… anche se non nel senso che molti immaginano.
Il vero tesoro del borgo non è d’oro, ma di latte.
Ogni mattina, pochi pastori raccolgono il latte fresco delle mucche al pascolo.
Poi, nel silenzio dei loro laboratori di pietra, lo trasformano in piccole forme che maturano lentamente nelle grotte tufacee del paese, dove temperatura e umidità rimangono costanti tutto l’anno.
È lì che avviene la magia: il latte si trasforma in un formaggio dalla crosta dorata e dalla pasta compatta, con un profumo di erbe, fieno e terra umida.
Il “cacio di Grotta” ha un gusto sorprendente: dolce e burroso all’inizio, poi deciso e leggermente piccante.
Ogni forma è diversa, perché ogni grotta ha un “respiro” unico.
Gli abitanti lo sanno e custodiscono gelosamente il loro segreto, come se difendessero un frammento della propria identità.
A fine estate, durante la Festa della Grotta, le famiglie aprono le loro cantine e invitano i visitatori ad assaggiare il nuovo raccolto.
È allora che il mistero si svela davvero: non ci sono tesori nascosti, né leggende templari.
Se un giorno capiterai tra le colline umbre e sentirai nell’aria un profumo che non riesci a spiegare, segui il vento.
Ti porterà a Montecorno, dove il tempo scorre più lento e il segreto più antico d’Italia si può ancora assaporare:
il formaggio che quasi nessuno conosce, ma che chi lo scopre non dimentica mai.
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