TasteAtlas ha svelato i piatti peggiori d’Italia, sono preparati a Milano e Roma e per molti sarà una vera sorpresa.
Le eccellenze culinarie italiane non sono seconde a nessuno nel mondo. La nostra tradizione gastronomica è un tripudio di piatti prelibati, i turisti vengono da ogni parte del pianeta per assaggiarli. Tra tante bontà, però, ci sono delle pietanze non proprio apprezzate.
Carbonara, amatriciana, tortellini, lasagne, cotoletta alla milanese, spaghetti cacio e pepe, sfogliatelle, panzerotti, tiramisù, cannoli, spezzatini e sformati, non si finirebbe mai di elencare le prelibatezze della nostra penisola. Ogni regione ha piatti tipici dal sapore unico, indimenticabili una volta assaggiati. Essere delusi è difficile e lo confermano pure le classifiche internazionali sulla cucina.
TasteAtlas, ad esempio, ha incoronato la cucina italiano come la più amata al mondo. Il noto sito di gastronomia mondiale elogia soprattutto Napoli, Milano e Bologna anche se ci sarebbero tante altre città da indicare come eccellenze della tradizione enogastronomica. Citiamo tra le tante Roma, Catania e Torino. In mezzo a tanto apprezzamento, però, c’è una nota stonata anzi ce ne sono diverse. Piatti che non ricevono molti applausi.
TasteAtlas ha individuato come piatto peggiore d’Italia l’insalata di nervetti, una ricetta storica e popolare di Milano. Seppur nel capoluogo lombardo questa ricetta sia vera e propria memoria storica, i tendini bovini bolliti, tagliati, conditi e serviti freddi con limone, cipolla e aceto ricevono scarso apprezzamento. Sarà per il sapore deciso o per la consistenza soda e gelatinosa ma quello che da sempre è simbolo delle osterie dei quartieri operai è stato designato peggior piatto italiano.
I nervetti non sono i soli a stonare in mezzo a tante prelibatezze. Nella Capitale pochi turisti comprendono la trippa alla romana. Piatto tipico delle trattorie di Roma ma le frattaglie non convincono chi non è abituato a mangiarle. Bocciati pure la pizza mimosa con panna, prosciutto, mozzarella e mais – una combinazione di ingredienti troppo pop lontana dall’idea italiana di pizza – e il risotto alle fragole. Tra i piatti peggiori, infine, la schiacciata con l’uva fiorentina, la dolcezza fuori dalla Toscana non convince.
L’autenticità, in conclusione, alle volte non è premiata forse perché strettamente legata ad una cultura locale che difficilmente riesce a far breccia in tutti i cuori (e negli stomaci). Ma il bello forse è proprio questo, l’unicità di piacere a pochi come peculiarità di una ricetta della tradizione legata ad una memoria nostalgica.
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